Milano / Malpensa
Lavoro: 'green pass' obbligatorio
Obbligo di 'green pass' per l’accesso a tutti i luoghi di lavoro pubblici e privati, inclusi anche i lavoratori esterni all’azienda o all’amministrazione e chi accede nelle strutture per “attività formativa”. È quanto previsto dal nuovo decreto sulla certificazione verde, che ha ricevuto il via libera all'unanimità dal Consiglio dei ministri e che entrerò in vigore dal prossimo 15 ottobre fino al 31 dicembre (data di fine dello stato di emergenza nazionale). Il certificato, poi, diventerà valido subito dopo la prima iniezione di vaccino ricevuta, non più quindi dopo quindici giorni dalla somministrazione, come previsto dalla normativa previgente. Il pass sarà valido per 12 mesi dalla data di avvenuta vaccinazione o guarigione dall'infezione. Il decreto, infine, prevede sanzioni da 600 a 1.500 euro sia per chi non mostra il certificato sia per chi omette i dovuti controlli. Sono i datori di lavoro a dover verificare che i dipendenti abbiano un 'green pass' valido, anche attraverso "verifiche a campione". Espressamente previsto il divieto di licenziare, come chiesto dai sindacati. Lo stop allo stipendio scatta, spiega Palazzo Chigi, fin dal primo giorno per i lavoratori del pubblico e del privato che non abbiano il 'green pass'. Nel pubblico chi non ha il certificato vaccinale è ritenuto "assente ingiustificato" e dopo il quinto giorno di assenza il rapporto di lavoro è sospeso. Nel privato, invece, il lavoratore è assente senza diritto alla retribuzione fino a presentazione del pass. Nessuna conseguenza disciplinare e niente licenziamenti in ambo i casi. Il decreto estende l'obbligo di presentare il Green pass anche a chi ricopre cariche elettive o cariche istituzionali di vertice.
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