Milano / Malpensa
Zingaretti apre la strada a Conte
- 14/03/2021 - 09:39
- Il bastian contrario
Come un fulmine a ciel sereno, le dimissioni di Nicola Zingaretti hanno manifestato l’esistenza di una profonda spaccatura all’interno del partito democratico. Sono arrivate senza preavviso e, francamente, con un tempismo che lascia aperte molte strade. Nicola Zingaretti lascia la direzione del PD, ma, a guardar bene, questa potrebbe rappresentare molto di più che una mera scelta confinata a questioni di segreteria di partito aprendo la via a grossi movimenti di fondo. La ragione è semplice ed è sufficiente porre uno sguardo attento sulla scena politica, per notare che due dei più grossi partiti nazionali attraversano gravi crisi interne: uno è il partito democratico, l’altro è il movimento 5 stelle. Questi, infatti, vivono dall’inizio del Conte bis un perenne attrito. Da un lato, rispettivamente tra i riformisti più vicini all’ex segretario, poi uscito dal partito Matteo Renzi, e i democratici più vicini alle vecchie idee, dalemiane per capirci. Dall’altro, tra i duri e puri guidati dal loro leader Di Battista, e i grillini “di governo”, altrimenti etichettabili come “i democristiani a 5 stelle”, che hanno da tempo del tutto abbandonato le loro primordiali vesti di “talebani del parlamento”. Ebbene, ecco che l’elemento in comune a queste due crisi potrebbe essere esattamente la soluzione alle stesse: Giuseppe Conte. Chi conosce la politica sa che le mosse, e soprattutto il loro tempismo, non è mai casuale, tanto che pensare che Zingaretti si sia dimesso per le ragioni dichiarate è da innocenti. Dunque, come spiegare la scelta? Con uno sguardo sul lungo periodo assume particolare rilevanza un fatto, accaduto il 15 di febbraio, che potrebbe rappresentare la chiave di volta di questa mossa. Il 15 febbraio nasceva in parlamento l’intergruppo Pd, M5S e Leu, istituendo per la prima volta qualcosa di non molto dissimile a una nuova creatura politica. Che le tessere del puzzle, entro le elezioni politiche del 2023, possano di conseguenza allinearsi sul tavolo secondo questa nuova disposizione non è assolutamente improbabile. Conte, sponsorizzato da Zingaretti e da un possibile nuovo prossimo segretario a lui vicino, rappresenta un tres-d ’union molto valido tra il PD e quell’ala del M5S guidata da Di Maio, verso una nuova creatura politica che possa competere con il centrodestra unito. La soluzione, per coloro che non aderiranno al progetto di un nuovo polo politico, si chiama rispettivamente, per i parlamentari del PD, Italia Viva, e per i grillini, ritorno all’opposizione ritrovando finalmente il loro vero spirito. Conviene a tutti. Zingaretti potrebbe davvero aver aperto la strada alla nascita del partito di Conte.
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