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venerdì 22 novembre 2024 | ore 11:43

"Dairago mettiti in gioco"

Don Giuseppe: "Cara comunità di Dairago hai un cuore grande e tante risorse di conoscenza e di solidarietà da mettere a disposizione del tuo paese, non avere timore a metterti in gioco".
Sociale - Insieme per il presente e il futuro (Foto internet)

Il suo appello non è nuovo: "Cara comunità di Dairago hai un cuore grande e tante risorse di conoscenza e di solidarietà da mettere a disposizione del tuo paese, non avere timore a metterti in gioco". Don Giuseppe Alloisio aveva sviscerato con una lettera aperta ai cittadini il concetto prima dell'emergenza Covid-19 e ora lo rispolvera, perché risuoni ancora nelle orecchie. Nella consapevolezza che Dairago è una realtà molto attiva sul piano solidale, ma può arrivare ancora più lontano per il bene e la crescita del suo tessuto sociale. "Dairago - scrive sul bollettino parrocchiale - è una realtà ricca di gruppi e associazioni, segno di una bella vitalità, di un amore al bene comune e al proprio paese". Ma se alcune realtà, pur nei limiti imposti dalle esigenze di sicurezza per proteggersi dall'insidia del Covid-19, si sono già rimesse in pista, in altre parti, e anche per voce di popolo, il curato dairaghese ha registrato anche situazioni che definisce di "stanca". E il suo richiamo fraterno suona più o meno così: la pandemia ci ha fatto davvero tremare e messo in ginocchio, però non possiamo consentirle di prostrarci definitivamente. Don Giuseppe riconosce che questo freno da parte di alcuni sia stato causato da "Problemi economici e una burocrazia esagerata che invece di favorire e incrementare le attività di volontariato, le strozza e le castiga con un'infinità di regole e normative che complicano la vita di queste associazioni". Ma la presenza di questi aspetti, per quanto stringenti possano essere, non può, conclude don Giuseppe, tradursi in un'astensione da un impegno di cuore e apertura solidale al proprio paese. Occorre, in particolare, a suo avviso, arrestare l'emorragia di volontari che animano la vita di diverse associazioni e questo può avvenire, puntualizza, soltanto se i giovani si faranno avanti. "I giovani che prendono il posto di chi si è ritirato sono molto pochi - aggiunge il parroco della chiesa di San Genesio - c'è il rischio che alcune di queste associazioni chiudano; sarebbe un impoverimento per la vita del nostro paese, diverrebbe una realtà spenta, triste, dove ognuno si fa i fatti suoi, dove tutti si lamentano delle cose che non vanno, ma pochi si rimboccano le maniche per fare qualcosa di bello per tutti". Insomma, il suo concetto è chiaro: un calcio alle lamentazioni sterili e uno all'inerzia da impegno e si potrà riprendere a far risalire la freccia della vitalità sociale del paese. E un invito a ciascun parrocchiano, in modi fraterni ma fermi, a un esame di coscienza riassumibile in una semplice domanda: "Invito ogni persona a chiedersi, io che cosa posso fare per il mio paese, per la mia parrocchia, in quale associazione o gruppo mi posso inserire?". Timore di non trovare il tempo? Di non essere all'altezza? Obiezioni respinte, tutti utili se vi è da fare lievitare la vivibilità del paese. Don Giuseppe lancia l'invito anche ai gruppi che, già da ora, si stanno mobilitando in vista delle elezioni per il rinnovo delle rappresentanze istituzionali cittadine previste per la prossima primavera. Ma l'appello è rivolto in generale ai cittadini dairaghesi, perché escano dal guscio del ripiegamento nel privato per mettere la loro preziosa goccia nel mare dello sviluppo del paese. "Mi auguro - conclude don Giuseppe - che quest'autunno sia una primavera. Che Dairago sia un rifiorire nella vita sociale, religiosa, civile. Se ciascuno farà la sua parte, tutto questo sarà possibile".

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