Milano / Malpensa
Malore in aereo: lo salva una suora
- 08/06/2020 - 12:58
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All’età di 87 anni era l’unica che poteva salvare un uomo, vittima di un grave malore, sul volo che dall’Etiopia si apprestava a raggiungere Maputo in Mozambico. Lei è suor Roselda Sala e cura la rete di adozioni a distanza con varie famiglie che vivono anche tra Sedriano, Magenta e Cuggiono e che hanno avuto a che fare con lei. Una persona eccezionale che a 87 anni non ha esitato ad intervenire in una situazione in cui nessuno era in grado di capire cosa stesse succedendo. Suor Felicidade Maria de Lurdes era su quell’aereo insieme a suor Immaculate e alle italiane suor Roselda e suor Florentina Busnello. E’ proprio suor Felicidade a raccontare come sono andate le cose. “Era una giornata bella, splendida, tranquilla e piena di aspettative quel giorno in cui ci apprestavamo a rientrare in Mozambico dopo settimane di incontri di consiglio. – racconta - Nelle due sorelle italiane traspariva la gioia e l’entusiasmo contagiante per il ritorno nella missione! Infatti, per una missionaria che vive la missione con la passione nel cuore, avere la possibilità di ritornare nella terra di missione dove ha vissuto la propria giovinezza e la vita intera, ora con la fragilità fisica, è veramente un dono e quindi motivo di grande gioia e di gratitudine”. La felicità di quel momento sparisce ben presto per lasciare spazio alla paura. L’aereo stava volando verso la destinazione e, dopo circa mezzora dal decollo, un gruppo di passeggeri mozambicani che rientravano dall’India comincia ad agitarsi. Le hostess annunciano che a bordo c’è un passeggero che ha accusato un grave malore. Chiedono se c’è un medico a bordo, ma non c’è nessuno. Nemmeno qualcuno che avesse dei rudimenti da soccorritore. Soltanto suor Roselda ha esperienza nel soccorrere la gente perché è infermiera. Ed è abituata a soccorrere le persone in situazione di grande criticità, senza alcun mezzo a disposizione. “Da infermiera esperta e in gamba subito organizza una equipe tecnica di aiuto per curare il suo malato provvisorio – continua la consorella - chiede ad alcuni uomini di alzarle le due gambe, alcune donne chiamavano il suo nome, mente lei istruiva la sua “equipe”, con una calma e maestria, dignità tipica di una infermiera che vive in contatto con la vita reale e la fragilità umana ogni giorno. Il clima era di tensione, ansia e paura; le hostess erano le più spaventate di tutte, non sapevano cosa fare. Dopo alcuni minuti di lavoro e animo sospeso, ecco che l’uomo fa un sospiro!!! Ahhh... che sollievo!”. Queste le testuali parole di suor Felicidade. Le hostess riescono a trovare uno sfigmomanometro, la pressione risulta ancor altissima. Suor Roselda parla con lui ottenendo delle informazioni sul suo stato di salute alquanto precario. Si era recato in India proprio per delle cure mediche. Da anni soffre di problemi respiratori, ma non di pressione alta. Suor Roselda tenta l’0impossibile. Tira fuori dalla borsa una pastiglia e la fornisce a quell’uomo. Grazie a Dio si riprende e la religiosa lo assiste fino all’arrivo a Maputo, in Mozambico, dove è stato caricato su un’auto e portato nel primo ospedale disponibile. “Allora abbiamo capito veramente il pericolo e la grazia che l’uomo ha ricevuto, per mediazione di una missionaria della Consolata, - commenta la consorella - che sempre si è donata e in questo suo ritorno compie uno dei gesti nobili per salvare una vita! Un’ora dopo, l’uomo si era ripreso, più sereno, alza il capo e con un filo di voce dice “já voltei!”, cioè, “son tornato!”. E tutti ci siamo messi a ridere! Finalmente l’uomo era salvo, tutto era passato. Minuti dopo, si sono avvicinati alla sorella per saperne di più e ringraziarla. La sorella li ha informati della sua gravità e come Dio lo ami per avergli fatto trovare subito un soccorso; lui e suoi amici avevano gli occhi spalancati di stupore e meraviglia!” Sr. Roselda parlando di questa esperienza ha detto: “Questo è successo perché la gente capisca il valore di una suora, di una missionaria!. Abbiamo imparato molto con questa esperienza e crediamo che ancora abbiamo da imparare! La nostra vita è nelle mani di Dio e basta un attimo che tutto può cambiare davvero! La nostra missione non ha frontiere, spazio limitato, tempi, condizioni... sempre siamo chiamate a dare ciò che siamo, gratuitamente e liberamente”.
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