Milano / Malpensa
Camilla: a Londra durante il COVID-19
Sono tantissimi gli italiani che si trovano all’estero per studio o per lavoro che stanno seguendo la drammatica escalation del COVID-19 nel nostro Paese da lontano, combattuti se rientrare in patria per stare vicini alla famiglia o se rimanere all’estero. È il caso di Camilla, 23 anni, milanese trasferita a Londra da settembre 2019 per frequentare un master sull’editoria alla prestigiosa City Univerisity. “Qui la situazione è veramente imbarazzante... - ci racconta - Inizialmente hanno disposto che bisognava autoisolarsi in caso di tosse e febbre più alta di 37,8 gradi... Non credo serva a molto. Stanno prendendo la situazione molto sotto gamba. Non solo il Governo, ma anche le persone. Ne stavo parlando con i miei coinquilini: stavo dicendo che secondo me dovrebbero chiudere scuole e università, ma loro mi rispondevano che non serve a nulla, non è ancora una situazione così grave. Non è assolutamente vero! E, anche se non fosse una situazione grave, perché non prevenire visto quello che sta accadendo in Italia e nel mondo? Fanno tutti finta di niente e vanno avanti come se niente fosse”. Proprio la Gran Bretagna è stata nei giorni scorsi al centro di grandi polemiche per la proposta del Primo ministro Boris Johnson e del Medico ed epidemiologo Chris Whitty di lasciare il Coronavirus entrare e “girare” liberamente nel Paese, al fine di generare un contagio massiccio che potesse portare alla cosiddetta ‘immunità di gregge’. Il prezzo da pagare? Migliaia di vite umane, soprattutto tra le fasce più deboli della popolazione. Una posizione talmente controversa e scientificamente contestata che, sommata al crescente numero dei contagi nel Paese, ha portato il Premier a riconsiderare totalmente la propria strategia. Invitando i cittadini ad evitare i pub e gli assembramenti e disponendo la chiusura delle scuole. “Per fortuna tutte le lezioni del master che sto frequentando vengono caricate online, quindi ho deciso già nei giorni scorsi di non uscire a meno di necessità primarie e di evitare di trovarmi in situazioni di assembramento. Non mi sentivo tutelata, né dal Governo, né dall’università... - continua Camilla - Anche se adesso hanno imposto la fine delle lezioni in presenza, non mi sento per niente tranquilla qui. Così ho deciso di tornare a Milano. Prenderò un aereo che fa scalo a Monaco domenica. Non vedo l’ora”.
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