Milano / Malpensa
La vittoria in panchina
- 26/08/2019 - 08:41
- Il terzo tempo
- Sport
Volendo dargli un titolo, beh… non abbiamo dubbi che sarebbe “La vittoria in panchina”. Niente gol, azioni, rigori concessi o meno, colpi di testa, tiri dalla lunga distanza oppure sotto porta, insomma, perché quella è un’altra storia. La storia che oggi, invece, vogliamo raccontarvi va oltre il normale campo da gioco ed è qualcosa di ben più grande, profonda, unica. Cappellino in testa, cerotto nel lato sinistro del collo, sul volto e negli occhi i segni della difficile battaglia che la vita lo ha chiamato a combattere, ma anche quella grinta che da giocatore, prima, e da allenatore, poi, l’ha sempre contraddistinto: un mese e mezzo dopo la conferenza stampa dove annunciava a tutti di avere la leucemia, infatti, Sinisa Mihajlovic è tornato in panchina. La prima di campionato, l’inizio della nuova stagione, il suo Bologna era impegnato a Verona e lui, da condottiero e guerriero qual è, non ha voluto assolutamente mancare. L’aveva promesso alla squadra; l’aveva promesso ai collaboratori; l’aveva promesso ai tanti tifosi che, giorno dopo giorno, hanno continuato a fargli arrivare il loro affetto e la loro vicinanza. Certo non sarà stato semplice (anzi), l’ospedale, le cure aggressive, la lotta costante e continua, però Sinisa è uno che quando c’è stato da combattere non si è mai tirato indietro. E lo ha fatto di nuovo, regalando alla nostra serie A l’immagine più bella. Il calcio che va al di là degli schemi, delle tattiche, dei contropiedi e della difesa. Il calcio che racconta di persone in carne ed ossa. Il calcio capace di emozionare e di centrare i tre punti ancora prima che l’arbitro dia il via alla partita. La vittoria che arriva, appunto, in panchina e che dalla panchina, alla fine, raggiunge i cuori.
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