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lunedì 25 novembre 2024 | ore 08:35

Caldo: bruciano peperoni e angurie

Primi danni nei campi: segnalazioni tra Cremona e Mantova con perdite fino al 30%. Al momento, però, non c’è allarme siccità poiché le riserve di acqua sono per ora garantite.
Attualità - Angurie bruciate dal caldo

Si contano i primi danni provocati dall’ondata di caldo africano nelle campagne lombarde dove tra Cremona e Mantova bruciano frutta e verdura pronte per la raccolta. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti regionale che sottolinea come le alte temperature abbiano provocato in alcune aziende perdite dal 10% al 30% del raccolto. Dalle angurie che mostrano evidenti segni di scottature con sfregi bianchi sulla buccia ai peperoni ustionati con macchie marroni che li rendono invendibili. “Quando il peperone viene scottato, il segno della bruciatura è evidente e non resta che scartare il prodotto – dichiara Alberto Soragni, produttore di orticole di Castelverde, in provincia di Cremona – Sull’anguria colpita dal calore si vede una chiazza bianca e il frutto perde di dolcezza. In alcuni casi si riesce a salvare, raccogliendola per tempo, ma non sempre è possibile”. A rischio anche i meloni: “La combinazione tra il maltempo di maggio e il caldo attuale ne ha compromessi molti – precisa Massimo Perini, agricoltore di Casteldidone (CR) – La pioggia ha ritardato lo sviluppo della pianta, che adesso è meno protetta, meno vigorosa e collassa”. “Il timore è anche per le prossime settimane – aggiunge Luca Galeotti, imprenditore agricolo di Pegognaga (Mantova) - con il caldo e questi colpi di sole le foglie cominceranno a seccare e i meloni e le zucche si troveranno più esposti, proprio nel momento della maturazione”. "Con il grande caldo – chiarisce la Coldiretti - nelle campagne gli agricoltori sono costretti a ricorrere all’irrigazione di soccorso per salvare le coltivazioni in sofferenza per le alte temperature, dagli ortaggi al mais, dalla soia al pomodoro. Questo intervento è importante soprattutto per far sopravvivere le piantine piccole che non avendo radici sviluppate non riescono a raggiungere lo strato umido del terreno poiché lo sbalzo improvviso della temperatura tende a formare una crosta in superficie". Al momento non c’è allarme siccità poiché le riserve di acqua sono per ora garantite grazie alle precipitazioni del mese di maggio come dimostrano i grandi laghi che hanno un grado di riempimento pari al 78% in quello di Como al 92%, il Maggiore e fino al 96% per il Garda mentre il fiume Po al Ponte della Becca si trova ad un livello di poco più di mezzo metro al di sotto dello scorso anno.

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