Milano / Malpensa
Van Gogh... tra il grano e il cielo
- 10/04/2018 - 16:30
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L'antiquario Goupil, presso il quale lavora per qualche tempo, non è soddisfatto di lui: antepone agli interessi commerciali il loro valore artistico. Anche come insegnante in Inghilterra fallisce, perché gli vengono chieste cose estranee alla professione pedagogica. Non ha maggior fortuna nella teologia: gli studi accademici lo allontanano dalla sua vocazione, che è quella di diffondere il Vangelo tra gli uomini. Infine, diventa “evangelista” ed assistente volontario tra i minatori del Borinage, ma deperisce a tal punto che il padre lo costringe a tornare a casa. Aveva 26 anni.
E a quel tempo: “Mi sono detto: ...riprenderò la matita, mi rimetterò a disegnare, e da allora mi sembra sia tutto cambiato per me”.
Soffrì molto per la mancanza di amore (si innamora di una giovane vedova e si vede respinto, come dal suo primo amore, poi accoglie per un certo periodo una poveretta mal ridotta e incinta) e di amicizia (come le incomprensioni con il collega Paul Gauguin). Tendeva a isolarsi, ma ne era sempre alla ricerca.
Iniziò a dipingere a 27 anni e morì a 37 anni: in questi pochi anni realizzò più di 900 dipinti (e 1100 disegni), in media, due a settimana; ma ne vendette uno solo in vita. Realizzò in soli dieci anni alcuni fra i capolavori più famosi dell'arte moderna, ma le persone della sua epoca non riuscirono a capire il suo genio e la sua personalità fuori dalla norma.
“Cosa sono io agli occhi della gran parte della gente? Una nullità, un uomo eccentrico o sgradevole — qualcuno che non ha posizione sociale né potrà averne mai una; in breve, l’infimo degli infimi. Ebbene, anche se ciò fosse vero, vorrei sempre che le mie opere mostrassero cosa c’è nel cuore di questo eccentrico, di questo nessuno. Questa è la mia ambizione, che, malgrado tutto, è basata meno sull’ira che sull’amore, più sulla serenità che sulla passione. È vero che spesso mi trovo nello stato più miserando, ma resta sempre un’armonia calma e pura, una musica dentro di me” (L’Aia, 21 luglio 1882).
Questo scriveva di sé Vincent Van Gogh, in una delle 900 lettere al fratello Theo, da sempre interlocutore privilegiato dell'artista, nonché il primo a riconoscerne la grandezza, attraverso le quali il pittore si sentiva libero di esprimere le sue emozioni, fragilità e riflessioni e da cui oggi possiamo capire in parte la sua arte e la sua psiche tormentata.
Potremo entrare in silenzio nella vita di Vincent, scoprendo nel segreto questo straordinario personaggio, attraverso immagini, parole, musica, grazie al nuovo documentario 'Van Gogh – Tra il grano e il cielo' (l'occasione per raccontare l'intera parabola artistica di Van Gogh è la mostra di eccezionale rilievo 'Van Gogh – Tra il grano e il cielo' alla Basilica Palladiana di Vicenza) con i capolavori del Kröller-Müller Museum, realizzato grazie alla consulenza scientifica e alla partecipazione di Marco Goldin e Valeria Bruni Tedeschi, arricchito da una colonna sonora originale firmata dal compositore e pianista Remo Anzovino. Un film evento che sarà disponibile nelle sale solo il 9, il 10 e l'11 e vicino a noi, presso la Sala della Comunità dell'oratorio di Cuggiono, mercoledì 11 aprile, alle 21.
Potremo avvalerci di un nuovo sguardo, attraverso il lascito della più grande collezionista privata di opere del pittore olandese: Helene Kröller-Müller, che ai primi del Novecento giunse ad acquistare quasi 300 suoi lavori, tra dipinti e disegni, accomunati dalla stessa ricerca di una dimensione religiosa e artistica pura, senza compromessi.
Potremo addentrarci nelle opere più celebri, caratterizzate da un'esplosione di colori, da una tensione verso l'assoluto, sempre in bilico tra momenti di perfetta lucidità e ricorrenti crisi per disturbi psichici.
Amava la realtà e la sentiva tutta, nel profondo, con una sensibilità non comune, percependola come amplificata, nel bene e nel male. Dopo averla raccontata gioiosamente, le ultime opere mostrano chiaramente il tentativo di esprimere la tristezza e una scia di immensa solitudine. I corvi si stagliano nel blu tormentato del cielo e incombono minacciosi sul buon grano maturo. Era il 27 luglio 1890 e un colpo di pistola lo avrebbe portato alla morte, due giorni dopo.
Così termina la vita breve, e tormentata, di un artista tra i più conosciuti al mondo, insieme a Leonardo Da Vinci. Le sue opere sono le più riprodotte, universalmente amate e riconosciute. Eppure Vincent rimane un mistero, che ci affascina... e le sue opere sempre ci incantano e non smettono di farci sognare.
La colonna sonora di 'Van Gogh - tra il grano e il cielo' firmata dal compositore e pianista Remo Anzovino
Il trailer del film
Rubrica 'Fanne pARTE' - Van Gogh tra il grano e il cielo
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