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lunedì 25 novembre 2024 | ore 20:38

Dall'Argentina a Casate...

Un incontro particolare per noi di Logos: una famiglia argentina in cerca delle proprie origini.
Bernate Ticino - Argentini a Casate.3

Una storia di cuore. Una storia che, quasi per caso, ha unito due mondi lontani. Tutto ha inizio a Tres Sargentos, un piccolo paesino a 150 km circa da Buenos Aires, dove Abel Garavaglia, classe 1947, argentino di nascita ma italiano di sangue, ritrova una scatola. All’interno vi sono custoditi alcuni documenti dei nonni paterni, Ambrogio e Cristina Garavaglia, e un nome ‘Curta Matè’, un nome che per anni risuonerà nella testa di Abel. Qualche documento e un racconto ascoltato per anni, di quelli che ci si tramanda di padre in figlio, di quelli intrisi di storia e nostalgia. La storia è quellla di Cristina e Ambrogio, giovani sposi che nel 1913 lasciano il loro paese d’origine, Casate, frazione di Bernate Ticino, in cerca di fortuna. Partono con un figlio in fasce, lasciando la loro terra e le loro famiglie per inseguire un sogno: l’Argentina e una nuova vita. Grazie ai tanti sacrifici e al duro lavoro, nel giro di poco tempo si ritrovano a capo non solo di una famiglia bella e numerosa, ma anche di un’importante azienda. Passano gli anni e i sogni si realizzano, ma c’è qualcosa in Cristina e Ambrogio che li fa tornare con il pensiero nella lontana Casate: il desiderio di trasmettere ai figli e ai nipoti l’amore per le proprie radici. Così Abel cresce con i racconti dei nonni, immaginando e sperando di poter vedere un giorno dove Cristina e Ambrogio si sono conosciuti e innamorati. Quel giorno, tanto atteso e immaginato, finalmente arriva e Abel durante un viaggio in Italia con la famiglia, decide di andare a cercare le sue radici. E’ venerdì 23 marzo, quando Abel con la figlia Andrea e i due nipoti, arriva a Casate. Qui incontrano prima don Franco Roggiani e poi Emilio Gualdoni, che inizia il suo tour di accompagnamento prima in Comune a Bernate, poi a vedere il paese e quindi a Casate. Dopo una serie di fortunate coincidenze, e l’aiuto di Anna Rossi a tradurre, la storia prosegue quando incontrano Angela e Adele nipoti di Angelo, uno dei fratelli di Cristina. Le informazioni di Abel sono poche, oltre alle fotocopie dei passaporti dei nonni ricorda solo il nome ‘Curta Matè’, un cortile di Casate ancora esistente. Dettagli a cui manca il filo che li unisce; fino a quando Adele ricorda una storia che la madre Corinna le raccontava da piccola: la vicenda di Alessandro, un altro fratello di Cristina, partito anche lui da Casate per raggiungere la sorella e il cognato, ma ritornato poco dopo. La stessa storia che Cristina raccontava al nipote Abel. Un altro pezzo di un puzzle che prende sempre più forma. A questo punto Adele, Angela e Abel capiscono che non si tratta più solo di lontani parenti in comune, c’è qualcosa in più che li lega, qualcosa che appartiene a entrambi e che li fa sentire una famiglia, nonostante le loro vite siano così distanti. Il tassello mancante, forse quello decisivo, si trova quando Angela e Adele mostrano una foto di Carlo, figlio di Angelo e nipote di Cristina; di fronte alla foto Abel si commuove, di una commozione sincera e inaspettata. Si commuove non solo per la fortissima somiglianza tra Carlo e il proprio padre, si commuove perché, con quella foto tra le mani, lì a Casate, Abel finalmente ha realizzato il sogno di Cristina.

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