Milano / Malpensa
Una 'food bag' per il futuro
“È necessario risparmiare, evitando enormi sprechi di cibo, ma soprattutto innovare e superare le barriere mentali, che ci allontanano da quello che in tutto il mondo è la normalità”. È questo il pensiero di Marco Borghi, imprenditore parabiaghese titolare della M.R.B, nota azienda di imballaggi, che ha deciso, per così dire, di unire l’utile al dilettevole e di lanciare una proposta veramente interessante. Si chiede lui: “Ma perché in tutta Europa, finito il pranzo o la cena al ristorante, chiedere di portare via ciò che non si è terminato di mangiare è assolutamente normale, mentre in Italia sembra quasi di essere maleducati?” . Un dato di fatto, effettivamente, e una domanda che forse già in tanti si sono posti, ma alla quale nessuno ha ancora dato risposta. Allora una risposta ha provato e sta provando a darla proprio Marco. L’impresario propone una semplicissima e utilissima 'food bag', più comunemente conosciuta all’estero come 'doggy bag', ovvero una sorta di scatola da lui prodotta, molto somigliante a quella dei pasticceri per intenderci, da portare in ogni ristorante, in modo che possa essere anche direttamente il ristoratore a proporre il 'take away' degli avanzi, al fine di evitare inutili sprechi di cibo. Perché anche quest’ultimo, infatti, non è un piccolo problema e tutti sappiamo quanti pasti vengono sprecati, mentre potrebbero aver miglior fine... Dunque la problematica è doppia e, prima di tutto mentale, perché se si superasse quest’idea che portare a casa il pranzo del ristorante sia da 'poveracci', subito diminuirebbero le quantità di cibarie disperse. Per questo motivo uno dei primi passi mossi da Marco è stato quello di andare a parlare con il sindaco della città di Parabiago, Raffaele Cucchi, il quale si è subito mostrato interessato all’idea e, proprio per cercare di superare questo ostacolo psicologico che, in questione di cibo, ci separa dal resto del mondo, i due hanno discusso della possibilità che la 'food bag' venga introdotta nelle mense delle scuole, in modo da sensibilizzare i bambini fin da piccoli e da creare una generazione che non abbia vergogna di non sprecare cibo buono e soprattutto pagato. Insomma la proposta è ottima e le premesse altrettanto, dunque chissà che possa essere davvero la volta buona per evitare gli sprechi?
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