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venerdì 29 novembre 2024 | ore 04:51

Don Piero nuovo parroco

Da settembre don Piero Visconti sarà il nuovo parroco della città, al posto di don Giuseppe (pronto alla pensione). L'abbiamo intervistato a pochi mesi dal suo arrivo.
Castano Primo - Don Piero Visconti, nuovo parroco di Castano (Foto internet)

L’ascolto, il recupero delle motivazioni fondamentali dell’attività pastorale e la crescita e il contatto con i nostri giovani. Tre parole chiave. Tre punti fermi che l’hanno sempre contraddistinto fin da quel primo giorno, ormai nel lontano 1975, quando è diventato sacerdote. Don Piero Visconti è pronto ad iniziare questa nuova tappa del suo percorso di fede e religione (da settembre sarà, infatti, il nuovo parroco di Castano) con lo stesso entusiasmo e la stessa passione che in fondo sono due delle sue caratteristiche principali. “C’è stato ad oggi solo un primo momento di incontro con i sacerdoti che già sono a Castano e con il Vicario – spiega don Piero – Una prima occasione, insomma, per cominciare a conoscere la nuova realtà e subito ho percepito il senso di una comunità viva, attiva e partecipe con un’importante storia e tradizione. Una volta che arriverò, poi, avrò modo di rapportarmi in maniera diretta con i fedeli, la cittadinanza intera e con il territorio”. Quarant’anni di sacerdozio proprio nel 2015 e 64 anni di età, don Piero Visconti è stato ordinato nel 1975; quindi per 17 anni ha ricoperto il ruolo di coadiutore a Giubiano (un quartiere di Varese) e successivamente, per 12 anni, è stato parroco a Caronno Varesino, prima di arrivare 10 anni fa a Gavirate, diventando qualche tempo dopo responsabile dell’attuale Comunità Pastorale della Santissima Trinità (che comprende oltre a Gavirate, anche Comerio, Oltrona e Voltorre; e che lui stesso ha contribuito a far nascere). “Come impronterò l’attività a Castano? Difficile dirlo adesso – conclude il neo parroco castanese – Le idee nasceranno strada facendo, in sinergia e collaborazione con gli altri sacerdoti e con tutta la comunità. Importanti saranno comunque l’ascolto e il contatto pieno e diretto con la gente; quindi il recupero delle motivazioni fondamentali dell’attività pastorale, guidati dal Signore per costruire e crescere gli uni affianco agli altri. E, infine, i giovani che dovranno essere parte attiva nella vita comunitaria, sentirsi partecipi e protagonisti; sono loro il presente e soprattutto il nostro futuro”.

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