Milano / Malpensa
Se il carcere entra a scuola...
- 07/05/2015 - 15:03
- Castano Primo
- Scuola
- Sociale
Hanno età diverse e storie difficili tra loro, ma entrambi sono accomunati dalla volontà di lasciarsi alle spalle “il brutto” del passato e provare a ripartire per un futuro migliore. Non è facile, lo sanno bene, però sanno anche che con la forza e il coraggio di mostrarsi semplicemente per come sono, senza nascondersi e soprattutto nascondere ciò che sono stati, chissà che magari il domani non possa davvero essere differente. Perché parlare molto spesso è un tassello fondamentale e importante. Così, ecco che l’altro giorno, due detenuti della casa di reclusione di Bollate hanno incontrato le classi quarte e quinte del Liceo delle scienze umane dell’istituto superiore Torno di Castano. L’occasione, per queste persone di rapportarsi con gli altri e per gli studenti invece di riflettere e acquisire una maggiore consapevolezza dei loro comportamenti. “Ragazzi, io ho commesso tanti sbagli, però sono pronto a pagare e sto pagando – sono state le prime parole di uno dei due – E soprattutto voglio ricominciare con una nuova vita (frequento la facoltà di filosofia a Milano, ad esempio, e spero di laurearmi)”. “L’iniziativa è stata la conclusione di un percorso (“Il carcere entra a scuola. La scuola entra in carcere”, questo il titolo) iniziato ormai diversi mesi fa e che ha portato i nostri alunni, prima a visitare appunto il carcere milanese, quindi ad accogliere i detenuti qui in istituto – spiega la professoressa di francese Paola Meccariello, coordinatrice del progetto – Due momenti molto particolari che hanno permesso agli studenti di capire da vicino la diversità delle componenti coinvolte nell’ambito dei molteplici aspetti inerenti la legalità, con l’obiettivo di superare quei pregiudizi verso chi “sta al di là del muro”. Ma, alla fine, l’incontro in aula magna è stato doppio, perché accanto ai due detenuti, ecco anche due cadetti della scuola militare Teuliè di Milano. Due mondi completamente all’opposto, insomma, che per una mattina si sono trovati l’uno affianco all’altro. “I due cadetti ci hanno raccontato le difficoltà, l’impegno e le soddisfazioni di far parte di una scuola militare – conclude la prof. Meccariello”.
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