Milano / Malpensa
Gli uccelli del Parco in un atlante
- 23/04/2015 - 15:27
- Cultura
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Il Parco Lombardo della Valle del Ticino nasce nel 1974, primo parco regionale italiano, e tutela da 40 anni la più vasta area naturale della Pianura Padana. La sua importanza in quanto a ricchezza di ambienti naturali, fauna e flora è riconosciuta anche a livello internazionale e lo ha portato ad essere designato come “Riserva della Biosfera” dall’UNESCO e “Area prioritaria per la Biodiversità” dalla Regione Lombardia. Nella Valle del Ticino sono state rilevate 320 specie di uccelli, ovvero il 60,8% delle 526 specie note per l’Italia e l’84,2 % delle 380 specie note per la Lombardia, delle quali 135 nidificanti certe o probabili. I non Passeriformi sono 193 (60,3%), mentre i Passeriformi 127 (39,7 %). Di tali specie, 93 sono di interesse comunitario, in quanto inserite nell’Allegato I della Direttiva Uccelli 2009/147/ CE.
A quarant’anni dall’istituzione, il Parco del Ticino propone un volume che descrive tutte le specie di Uccelli rilevate nell’area protetta, quale contributo alla conoscenza della sua biodiversità, dando seguito a precedenti analisi e fornendo per la prima volta mappe di distribuzione per le specie nidificanti e svernanti. Il volume è il risultato di un’analisi approfondita della bibliografia disponibile sull’argomento e di 5 anni di analisi di campo svolte nel periodo 1 gennaio 2010 - 28 febbraio 2015 nell’ambito di due progetti finanziati dalla Fondazione Cariplo, ovvero “Gestione e conservazione diagro-ecosistemi e di ambienti forestali a favore dell’avifauna di interesse conservazionistico nel Parco del Ticino” e “Verso la nuova Politica Agraria Comunitaria: Studio e monitoraggio della biodiversità negli ambienti agricoli del Parco Lombardo della Valle del Ticino”. I progetti hanno comportato un’intensa attività di monitoraggio ornitologico da parte di Fondazione Lombardia per l’Ambiente secondo metodi standardizzati (soprattutto: transetti, punti d’ascolto, playback per rapaci notturni, succiacapre e occhione), che ha permesso di raccogliere oltre l’80% dei dati utilizzati per la realizzazione delle mappe di distribuzione, pari complessivamente a 32.312 dati grezzi. Un notevole contributo nella raccolta di dati inediti è inoltre giunto da 105 osservatori, che hanno gentilmente messo a disposizione le loro osservazioni, spesso inserite nella piattaforma Ornitho.it o nelle mailing list ornitologiche EBN Italia, Birdin’ Lombardia e Novara. L’area di studio è situata tra le province di Varese, Milano e Pavia, e coincide con i confini del Parco Lombardo della Valle del Ticino per un totale di 91.410 ettari. Tale area è stata altresì designata quale Riserva della Biosfera secondo l’UNESCO, Important Bird Area secondo BirdLife International e comprende 14 Siti di Importanza Comunitaria secondo la Direttiva Habitat della Commissione Europea e 2 Zone di Protezione Speciale secondo la Direttiva Uccelli della Commissione Europea. Dai dati pubblicati emerge come siano numerose le specie che hanno iniziato, o sono tornate, dopo lunghi periodi di assenza, a nidificare. Fra queste la Moretta tabaccata, nidifica nel Parco del Ticino dal 2012; il Moriglione, lo Smergo maggiore, la Cicogna bianca, l’Astore (specie che fino agli anni ’80 era legata alle foreste montane e collinari e che negli anni ’90 ha avviato una fase di espansione che lo ha portato a colonizzare le foreste planiziali della Valle del Ticino). E ancora il Cavaliere d’Italia e Tarabuso, specie che nidificano regolarmente negli ambienti risicoli del Parco; l’Assiolo, rilevato nel corso della stagione riproduttiva 2013, dopo alcuni decenni di assenza, il Picchio nero che fino agli anni ’80 era legato alle sole foreste montane e che negli anni ‘90 ha avviato una fase di espansione, tutt’ora in corso, verso le foreste collinari e planiziali, fino a colonizzare anche i boschi maturi della Valle del Ticino. Altre specie di notevole interesse conservazionistico e attualmente in fase di espansione come nidificanti in Pianura Padana sono state rilevate con regolarità nel Parco dal 2010 al 2014. Si tratta del Falco cuculo, Grillaio, Ghiandaia marina. Inoltre quattro specie che risultavano nidificanti negli anni ’70 non sono più state segnalate come tali negli ultimi 15 anni. Si tratta in particolare dell’ Averla cenerina, Mignattino comune, Salciaiola, Ortolano. “Il fatto che oggi numerose specie avifaunistiche di grande pregio trovino nella Valle del Ticino gli spazi vitali a loro congeniali è un diretto riconoscimento del fondamentale ruolo svolto dal Parco in questi decenni attraverso una gestione del territorio attenta al suo prezioso patrimonio naturale – commenta il presidente del Parco, Gian Pietro Beltrami -. Piace in questa sede sottolineare come tra gli habitat più ricchi di specie vi siano ad esempio ambienti agricoli creati e mantenuti nei secoli dalle popolazioni locali, quali ad esempio le marcite e più in generale i prati da fieno.
Per noi ciò rappresenta un indiscutibile successo, che è stato possibile grazie all’apporto di Regione Lombardia, in particolare attraverso la gestione del “Sistema Parchi”, e alla proficua collaborazione con Fondazione Lombardia per l’Ambiente, ente del sistema regionale che svolge attività di progettazione e di monitoraggio per la tutela della biodiversità, e con Fondazione Cariplo, ente filantropico che non fa mai mancare il proprio sostegno alle tematiche ambientali con l’ulteriore dimostrazione del patrocinio concesso a questa iniziativa”. “Ancora una volta la Fondazione Cariplo è presente sul territorio per sostenere un iniziativa di grandissimo valore culturale- ribadisce Sonia Cantoni, Consigliere delegata alle tematiche ambientali della Fondazione Cariplo-. Comunicare l’importanza della elevata diversità biologica che caratterizza questa meravigliosa area, sensibilizzare i cittadini è un investimento strategico per la salvaguardia del nostro territorio e del nostro futuro. La Valle del Ticino si conferma dunque l’area naturale più vasta e meglio conservata della Pianura Padana, grazie alla sua diversità ambientale, faunistica e floristica e rappresenta l’unico elemento di continuità ecologica fra le Alpi e Prealpi e il fiume Po e, attraverso quest’ultimo, con l’Appennino”. “L’Atlante dedicato agli Uccelli nell’area protetta è un ulteriore e specifico contributo che il Parco del Ticino dà alla conoscenza dell’immenso patrimonio naturalistico, dove è conservata una parte straordinariamente importante della biodiversità della Pianura Padana – aggiunge Fabrizio Fracassi, consigliere del Parco del Ticino con delega all’Agricoltura, Boschi,Fauna Volontariato e Protezione Civile -. La pubblicazione dell’Atlante rappresenta dunque un traguardo importante perché frutto di un’approfondita ricerca bibliografica e di un’intensa attività di monitoraggio che ha impegnato il Parco negli ultimi cinque anni. In questo percorso siamo stati affiancati da Fondazione Lombardia per l’Ambiente e da Fondazione Cariplo: la prima ha fornito un indiscutibile livello scientifico oltre a un contributo rilevante in idee e iniziative, mentre la seconda ha accompagnato il Parco nella ricerca dei suoi valori fondanti, finanziando importanti progetti di monitoraggio e di interventi gestionali attraverso i quali migliorare la ricettività faunistica del territorio”. “Rinnovo i complimenti per l'intenso e straordinario lavoro prodotto per questo primo atlante degli uccelli - commenta Claudia Maria Terzi, Assessore all'Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile di Regione Lombardia - . Un viaggio nel viaggio per progetti e iniziative come questa che diventano un modo importante e originale di celebrare la biodiversità e l’amore per la natura in Lombardia. Come tutti noi sappiamo, l’urbanizzazione esercita forti pressioni ambientali, in modo particolare colpisce direttamente gli ecosistemi e il paesaggio; pressioni che si riflettono inevitabilmente sulla perdita di variabilità biologica. La biodiversità soprattutto nei contesti urbani è oggi seriamente compromessa a causa di molti fattori: il consumo di suolo con la conseguente frammentazione degli habitat, introduzione di specie invasive, cambiamenti climatici e inquinamento, solo per citarne alcuni. Ma non dobbiamo dimenticare che ognuno di noi può essere artefice di una implementazione della biodiversità e ciò si può raggiungere anche attraverso la difesa e la trasmissione di tradizioni che hanno da sempre caratterizzato le peculiarità territoriali che compongono la nostra regione. E l'atlante è un bell'esempio. La sfida del futuro è quella di assicurare un coinvolgimento attivo dei cittadini nella tutela della biodiversità. Voi, grazie anche alle vostre competenze, siete un bellissimo esempio. Come lo sarà l'atlante. Qualcosa che rimane per sempre”.
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