Milano / Malpensa
'Per questo mi chiamo Giovanni'
- 20/03/2015 - 16:22
- Libri
“Per questo mi chiamo Giovanni” è un meraviglioso libro scritto dal giornalista Luigi Garlando, della Gazzetta dello Sport. Una storia semplice, chiara ma al contempo solida e di notevole spessore, proprio così, perché il libro tratta di una piaga che, nonostante lo splendido lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine, continua ad insanguinare la terra italiana: la mafia. Certo, per gli adulti questo potrebbe essere un tema tedioso e intoccabile del quale si conosce l’esistenza ma è bene non interessarsi troppo; ma per un bambino, come può l’ingenuità e l’innocenza di un bambino capire l’enormità di questa organizzazione, le sue intenzioni, le sue manifestazioni di inaudita violenza, il fatto che le sue radici affondano radici molto salde in molte aree della società: dalla Pubblica Amministrazione alle imprese, dallo sport al commercio e ancora, dal traffico di armi a quello della droga. È proprio a questi quesiti che l’autore Luigi Garlando è riuscito a fornire abilmente una risposta, partendo dal giorno del compleanno di Giovanni, un bambino di Palermo, a cui viene fatto un regalo particolare dal padre Luigi. La mattina del suo compleanno infatti, parte con il papà per una gita a Palermo. Nel corso di questa splendida giornata passata insieme, il padre spiega a Giovanni che cos’è la mafia, paragonandola ai fatti che avvengono nella sua scuola, dove un bullo sfrutta i più deboli per ottenere ciò che desidera, o ancora, mettendola a confronto con un aspirina, un carciofo, tutti oggetti che trasformati in parole, riescono ad esprimere concetti immediatamente intuibili dal piccolo Giovanni. Durante la gita il padre racconterà anche l’eroica storia fatta di quotidiane battaglie del grande magistrato Giovanni Falcone, dalla gioventù sino al maxi processo che vide la comminazione al “mostro” di ben diciannove ergastoli per un totale di ben 2665 anni di carcere. La gita termina a Capaci, luogo del tragico assassinio di Falcone, dove ancora oggi è presente l’Albero Falcone con i rami colmi di messaggi lasciati dai bambini. Prima di ritornare a casa, Giovanni decide di portare un mazzo di fiori alla sorella di Giovanni Falcone e, l’indomani, incoraggiato dal messaggio rimasto impresso nella sua mente, si ribellerà al bullo che lo tediava nella scuola da lui frequentata. Quella raccontata da Luigi Garlando, è una storia che suona come un vero e proprio inno alla libertà ed alla giustizia. Un ulteriore tassello da aggiungere al grande puzzle delle parole contro la mafia; perché è il silenzio ad uccidere, è il pensare che sia un problema rilegato soltanto al meridione, ma fortunatamente, insieme al prezioso lavoro della magistratura e agli scritti di giornalisti come “Per questo mi chiamo Giovanni”, si sta riuscendo a troncare lentamente le radici, proprio come avrebbe voluto il magistrato Falcone.
Siamo al lavoro per offrire a tutti un’informazione precisa e puntuale attraverso il nostro giornale Logos, da sempre gratuito.
La gratuità del servizio è possibile grazie agli investitori pubblicitari che si affidano alla nostra testata.
Se vuoi comunque lasciare un tuo prezioso contributo scrivi ad amministrazione [at] comunicarefuturo [dot] com
Grazie!