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mercoledì 31 luglio 2024 | ore 23:21

GAI: "Assurdo firmare queste condizioni"

Inveruno - Lavoratori fuori dalla GAI (foto Sally)

“Noi non accettiamo questo modo di fare sindacato. Noi siamo dalla parte dei lavoratori che non debbono essere strumentalizzati, né tanto meno, crediamo che si possa giocare sulle loro paure promettendo obiettivi irrealizzabili sin dall’inizio”. E’ questo duro il commento di Vito Zagaria, componente della Segreteria FEMCA CISL Milano Metropoli Legnano Magenta, in riferimento alla vicenda della Manifattura GAI di Cuggiono e, nella fattispecie, ai contenuti dell’accordo sottoscritto dai sindacati unitari di base CUB.
“Stiamo assistendo ad una situazione surreale – aggiunge Nicola Romano Segretario generale FILCTEM CGIL Ticino-Olona: I termini dell’intesa sottoscritta dai CUB, di fatto non ha migliorato quanto già nei mesi precedenti le nostre Organizzazioni Sindacali ( Filctem-CGIL/Femca-CISL/Uiltec-UIL) avevano discusso, ma bensì abbassa la tutela, in quanto non prevede la richiesta di ulteriori sei mesi di CIGS che la legge mette a disposizione. Con la conseguenza di tutelare al ribasso i Lavoratori e Lavoratrici della GAI arrecandogli un danno economico e contributivo.
Infatti, entrando nel dettaglio dell’accordo, fatto passare come un “successo” dai CUB, si parla di 300 mila euro messi a disposizione dall’azienda per i 60 dipendenti della GAI ai quali ridistribuire una cifra a mo’ d’indennizzo compresa tra i 3.000 e 5.000 euro. Rispetto, invece, ai lavoratori che erano usciti nei mesi scorsi, in quanto, avevamo trovato una nuova occupazione i rappresentanti dei sindacati di categoria di CGIL, CISL e UIL ribadiscono che i 3.000 euro di “buona uscita” già fatti avere all’epoca sono sempre stati considerati una cifra equa.
“Rispetto, invece, a quei lavoratori ancora oggi in azienda noi abbiamo sostenuto – continua Zagaria – che l’attuale offerta è inaccettabile. Tanto è vero che a dicembre, prima che i CUB iniziassero con il presidio giorno e notte della fabbrica, eravamo arrivati a ragionare su cifre decisamente superiori. Ma non è solo questo il punto perché qui, al di là dei numeri, la cosa più fastidiosa è l’atteggiamento profondamente scorretto della CUB che ha preferito strumentalizzare la situazione di forte disagio in cui si trovano queste persone”.
“Spiace, inoltre – prosegue Fabio Dell’Angelo della Segreteria UIL – constatare come i sindacati di base abbiano denigrato il nostro lavoro, abbiano fatto false promesse ai lavoratori, alimentando inutili illusioni e ora cerchino di far passare sotto silenzio tutto questo. Noi crediamo, al contrario, che ci debba essere massimo rispetto per gli sforzi che ogni parte sindacale profonde per trovare un’intesa cosa che qui non si è verificata”.
“Ancora più grave del ‘quantum’ economico in ogni caso – evidenziano i tre sindacalisti – rimane il fatto che a dicembre i CUB parlavano anche di possibili investitori da loro già individuati per far ripartire l’azienda. La triste realtà è che oggi, fatto salvo questo accordo assolutamente deludente, non c’è alcun spiraglio di ripartenza”.
“E’ per queste ragioni – concludono Zagaria, Romano e Dell’Angelo – che come sindacati confederali non abbiamo firmato l’accordo. E’ una questione di coerenza e, prima ancora, teniamo a ripeterlo una volta di più, di rispetto dei lavoratori che sono stati messi al centro di questa crisi aziendale, da una organizzazione sindacale non per migliorare o ottenere il miglior risultato possibile ma solo per poter avere un pò di visibilità in più.
Non è questo il nostro modo d’interpretare l’azione sindacale, per quanto ci riguarda la tutela dei lavoratori e dell’occupazione va condotta in modo responsabile. Il dato di fondo, oggi è uno solo: abbiamo un’azienda storica del Castanese, che ha chiuso i battenti nello scorso settembre con la messa in liquidazione e la vendita dei suoi macchinari”.

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