Milano / Malpensa
"Io... Guardia Svizzera"
Non è da tutti, e di sicuro non è per noi comuni ‘italiani’. Essere al servizio del Santo Padre è un ruolo che spetta ormai da oltre cinquecento anni ai giovani svizzeri che si arruolano nel corpo ufficiale del Vaticano. “La mia esperienza di servizio - ci racconta Ruben Musto - si è svolta dal 2006 al 2010, con Papa Benedetto XVI”. Ruben è figlio di genitori italiani, ma ha potuto fare questa scelta di vita in quanto “fin da quando ero piccolo i miei genitori si sono trasferiti a Chiasso, studiando dalla terza Elementare in poi in Svizzera e prendendone la cittadinanza. Quando è giunto il momento di assolvere il mio dovere di militare ho provato a far richiesta di entrare nel corpo delle ‘Guardie Svizzere’. E da lì nasce la mia esperienza”. Vivere, mangiare, dormire e prestare servizio in Vaticano. Un tempo potevano accedervi tutti gli svizzeri maggiorenni fino ai 30 anni, ora l’età di ingresso si è abbassata ai 20 anni. “L’istruzione base è comunque con pistola e fucile - ci racconta Ruben - anche se poi i compiti da svolgere, con turni di sei ore tutti i giorni, prevedono principalmente il controllo degli ingressi al Vaticano, al Palazzo Apostolico e il servizio d’Onore ed Ordine nelle cerimonie ufficiali. Non sempre è facile, io per esempio portavo il picchetto quando la notte di Natale del 2009 una donna cercò di abbracciare Papa Benedetto XVI. Altre volte invece ti si avvicinano ubriachi o persone che ti dicono che devono parlare con il Santo Padre”. Come hai vissuto questa esperienza? “Per tanti è una tradizione - ci spiega - per me invece è una cosa che sentivo davvero dentro e che ho potuto fare grazie all’appoggio della mia famiglia. Alcuni miei ‘colleghi’ (normalmente sono 110 in servizio) hanno poi sviluppato una vocazione”. Quali i momenti più significativi che ricordi? “Sono davvero molti - racconta - anche perchè vedi moltissime autorità e istituzioni. Io ero vicino al Papa quando vennero in visita Obama e Putin, per esempio. Ma il momento che più ricordo è il giuramento per ‘proteggere il Papa, il Collegio Cardinalizio e i suoi successori”.
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