Milano / Malpensa
Juve 'ok' tra le polemiche
- 28/03/2014 - 00:20
- Sport nazionale
Termina per 2 a 1 la sfida tra ROMA e TORINO. Primo tempo a tinte giallorosse, con la Roma che impone il possesso palla sugli avversari, schiacciandoli costantemente nella propria metà campo, con i buoni tempi di inserimento e precisione nei passaggi del centrocampo a tre, la qualità di Totti nel trovare l’assist per i compagni e le giocate di Maicon e Gervinho sulle fasce ad accendere la miccia in zona offensiva. Nonostante le individualità positive, buona è la prova di tutti gli effettivi, ben coinvolti nell’avvolgente manovra di gioco, tanto che il Toro nel primo tempo è quasi inesistente, subendo costantemente e faticando a ripartire con velocità. Le occasioni da rete non mancano, con un destro di Totti su assist di Maicon, ben controllato da Padelli, una bella ma centrale conclusione dalla distanza di Romagnoli, con il portiere strepitoso nel doppio intervento su Destro su bell’assist di Totti, e sul seguente tentativo di Pjanic. Il gol è però nell’aria e si materializza con la giocata di Gervinho che imbecca Destro, seppur in fuorigioco, e fa secco Padelli in uscita per l’1 a 0, a fronte di un Toro che si è visto solo con un sinistro largo di Immobile. La ripresa è più avvincente, con la Roma che continua ad attaccare con forza e il Toro che si sveglia, alzando il baricentro e affidandosi alle buone giocate sugli esterni (positiva la prova di Darmian) e centralmente, con Vives che detta i tempi alla manovra ed è preciso negli assist, al pari di Immobile e Cerci che vengono messi in condizione dai compagni di poter sfruttare la loro velocità in contropiede. Ne fa subito le spese la Roma, con uno splendido lancio di Vives a pescare Immobile, che disegna un magistrale sinistro al volo che vale l’1 a 1. Il gol da il via ad un via vai di emozioni da ambedue i lati: testa di Naingollan, e sinistro fuori per centimetri di Cerci in contropiede, con Gervinho che su iniziativa di Maicon a sfiorare il palo, al quale replica il Toro con la clamorosa deviazione di Glik sotto porta su conclusione di Kurtic, che termina a lato. E’ il neo entrato Florenzi a far esplodere la sud quando ormai il pari sembrava scritto, con un sinistro chirurgico su assist di un più che positivo Gervinho, a sancire l’emozionante e spettacolare 2 a 1 finale.
Finisce per 2 a 0 la sfida tra FORENTINA e MILAN. Dopo un inizio contratto di ambedue le squadre ,è la Fiorentina a prendere le redini del gioco esplorando con continuità le corsie laterali dalle quali spiovono pericolosi cross, tra cui il bel traversone di Cuadrado e la testa di Matri che, libero da marcature, manca lo specchio da buona posizione. La difesa rossonera, pur con qualche apprensione in marcatura, regge, per poi trovare, grazie alla punizione potente di Balotelli, mal respinta da Neto, la rete dell’1 a 0 di testa di Mexes. La viola tenta di reagire, ma il centrocampo è stranamente impreciso (Valero sottotono) con il conseguente sviluppo della manovra in prevalenza sulle corsie laterali. Tomovic prova a spingere con Cuadrado tra i pochi a creare pericoli in uno contro uno con un destro deviato in corner, ma la difesa del Milan è attenta e i padroni di casa imprecisi e discontinui, perdendo diversi palloni. Gli ospiti controllano bene il gioco: Muntari è pericoloso in due conclusioni, con Neto e l’imprecisione a salvare il risultato, con azioni in velocità impostate dai positivi Taarabt e Kakà. La ripresa si apre con il forcing viola, anche se la persistenza della giornata negativa della mediana e la mancanza di un giocatore di piede mancino sulla sinistra, limita notevolmente le frecce sull’arco di Montella. Matri, abulico e ben marcato e il solo Cuadrado, sono gli unici a provare la giocata, con il Milan ordinato in fase difensiva, con la buona prova su tutti di Constant e Bonera, a trovare dopo pochi minuti il 2 a 0 a firma di Balotelli, grazie ad una bella punizione a giro dell’italiano. La Fiorentina, pur avendo diversi minuti a disposizione, non riesce a pungere neppure con i subentrati, provandoci fino alla fine senza mai farsi davvero pericolosa, per la meritata vittoria di un Milan solido e pungente in contropiede, che sfiora anche il terzo gol rinsaldando così la panchina di un pericolante Seedorf.
Si impone per 4 a 2 sul CATANIA il NAPOLI in trasferta. Troppo devastante l’urto offensivo dei partenopei, unito alla grande superiorità tecnica, per farsi impensierire da un Catania ormai sempre più vicino alla serie B, con una prova generosa, in cui pervadono però le gravissime lacune difensive. Le buone giocate di Lodi e Monzon in mediana, unite alla positiva prestazione di Keko sulla trequarti, non bastano però a giocarsela alla pari con gli ospiti. Bene anche per i tre alle spalle di Zapata, con continui assist e giocate in uno contro uno, con in evidenza Callejon, che serve dopo pochi minuti l’assist vincente per Zapata, che ringrazia e sigla sotto porta l’1 a 0. Gli etnei provano a reagire con Keko che coglie la traversa con un bel sinistro a giro, ma è tutto inutile: ci pensano prima Callejon su invito di Insigne, poi Henrique con uno splendido destro, e infine ancora Zapata a regolare gli avversari, che provano invano a sfruttare le disattenzioni in marcatura dei partenopei, siglando due reti con Monzon e Gyomber, con il risultato già compromesso che però non cambia più per il 4 a 2 finale.
Coglie una fondamentale vittoria salvezza il CHIEVO VERONA che regola una diretta concorrente come il BOLOGNA per 3 a 0. Gara dominata in lungo e in largo, con i veneti che, grazie alla superiorità del centrocampo, con la grande prova di Rigoni, unita alla solidità del pacchetto arretrato e al cinismo sotto porta di un super Paloschi, ben cercato e assistito dai compagni, oltre alla maggior cattiveria agonistica, regolano per 3 a 0 il Bologna. Impalpabile la prova degli ospiti, il cui asfissiante pressing risulta inutile e dispendioso per merito degli avversari, con la manovra lenta e mai pericolosa che non porta quasi mai alla costruzione di veri pericoli (da salvare solo la prova di Christodoulopoulos, tra i pochi a saltare l’uomo). Subiscono 3 reti a firma di Paloschi, prima su rigore, poi su azione da vero rapace d’area, ribadendo in rete una corta respinta di Curci su un suo precedente colo di testa, e infine con Rigoni con un bel sinistro per l’inappuntabile 3 a 0 finale.
Continua il momento d’oro dell’ATALANTA che infila la quinta vittoria consecutiva, regolando a domicilio il LIVORNO per 2 a 0, vedendo ora l’obiettivo Europa League, un miraggio ad inizio stagione, incredibilmente alla portata. Grande prova dei lombardi, che disputano una buona gara, mostrando un’organizzazione invidiabile, con perfetti tempi di gioco, uniti ad un gran rigore tattico. Si segnalano le prove sontuose di alcuni singoli, quali Bonaventura sulla fascia, sempre più in odore di nazionale, oltre alla solida e precisa prova di Carmona in mediana, unita alla freddezza sotto porta degli attaccanti a mettere il lucchetto ad un risultato mai in discussione. Bastano le reti firmate da De Luca e Denis, una per tempo, a regolare un Livorno privo di cattiveria agonistica, dominato in lungo e in largo dagli avversari, con una manovra lenta e prevedibile e grande imprecisione in ogni reparto del campo, con il solo Paulinho a cercare di impensierire il portiere avversario con le poche palle giocabili servitegli dai compagni, per il 2 a 0 finale per gli orobici.
Si chiude per 2 a 0 la sfida tra GENOA e LAZIO. Gara equilibrata e senza grande spettacolo, con una Lazio piuttosto remissiva, che bada più a difendersi che ad attaccare, ed un Genoa più pimpante, che cerca maggiormente di trovare la via della rete con una manovra più avvolgente e precisa di quella laziale. Poche le occasioni scaturite per lo più da palle inattive, con un colpo di testa di Motta, ben sventato da Berisha, al quale risponde la Lazio, affidandosi alle giocate sulla trequarti di Mauri e alcune buoni spunti sulla destra di Candreva, con un tiro deviato di Keita su invito dello stesso Mauri sventato da Bizarri. La manovra della Lazio risente della mancanza di un finalizzatore che possa concretizzare il gioco prodotto dalla mediana, mentre i rossoblu, ordinati, ma non pericolosi fino a quel momento, trovano due grandi giocate che risolvono la partita: prima è Gilardino, su bell’invito di Sculli, a disegnare un pregevole destro che vale l’1 a 0, poi è lo stesso bomber ad avviare l’azione del 2 a 0, con Cabral che serve un pallone d’oro per Fetfatzidis che, di piatto sinistro, fa secco Berisha, per il 2 a 0 finale.
Importante vittoria salvezza per il CAGLIARI che si impone sul VERONA per 1 a 0. Partita ordinata e solida quella dei sardi, che schierati con una sola punta, si chiudono quando non in possesso del pallone, per poi girare pazientemente la sfera a caccia del varco giusto, cercato soprattutto sugli esterni, dove un irriconoscibile Verona incappa in un’altra giornata no, faticando soprattutto nella fase offensiva. Toni non riesce a ricevere palloni giocabili, e gli attaccanti esterni sono mal assistiti da un impreciso centrocampo, con Rafael che risulta il migliore dei suoi. Cinico il Cagliari che non crea molte occasioni, ma segna al momento giusto con Nenè che svetta di testa su un bel traversone di Pisano per l’1 a 0. Gli ospiti si vedono solo con un sinistro deviato di Marquinho, rischiando poi in diverse occasioni sui contropiedi del Cagliari, con Nenè che a botta sicura colpisce troppo centralmente su Rafael, e Ibarbo che sfiora la rete in due occasioni di cui un clamoroso palo su un diagonale per la meritata vittoria finale.
Corsara la SAMPDORIA che si impone sul campo di un SASSUOLO sempre più vicino alla cadetteria per 2 a 1. Pochi minuti e il punteggio è già sull’1 a 0, con la rete di Sansone sul cui tiro pesa la responsabilità di Pegolo, a cui risponde Longhi che insacca sotto porta il pari su bel cross di Zaza. Nonostante il pari raggiunto, il Sassuolo si spegne lentamente, gestendo il possesso palla senza però mai colpire con pericolosità, vista la giornata no del tridente offensivo(negativa su tutti la prova di Floccari). La Samp si chiude e riparte facendo male, centrando prima un palo con Reggini, per poi colpire in contropiede col duo Eder-Okaka, arma vincente di giornata, con il brasiliano che disegna un bell’assist per Okaka, il cui pregevole pallonetto si insacca per il 2 a 1 finale.
Si chiude per 2 a 1 la sfida tra JUVENTUS e PARMA. Buon inizio per i gialloblu, che si fanno vedere subito con Molinaro, che devia un traversone dalla destra, con Buffon attento nell’intervento. La Juve soffre lo speculare schieramento avversario faticando a imporre il gioco sulle fasce e sfoderare centralmente, attivando LIorente e Tevez. Il Parma regge senza patemi e contrattacca, prima che il ciclone Tevez si abbatta sugli avversari, siglando l’1 a 0 con una grande azione personale su bel lancio di Pirlo che lo ha visto saltare netto prima Felipe e poi Paletta, trafiggendo poi Mirante con un preciso destro. Replica poco dopo,ribadendo in rete un destro di Vidal respinto da Mirante per il 2 a 0. Il Parma, dopo pochi minuti, si trova costretto in 10 uomini, per una gomitata di Amauri su Chiellini giudicata volontaria dall’arbitro, anche se non demorde e, anzi, attacca con continuità nella metà campo avversaria, affidandosi ai buoni spunti sulle corsie laterali di Biabiany e Molinaro, con l’ex juventino che realizza il 2 a 1 con un gran sinistro. Il Parma ci crede e spinge la Juve che tenta di chiudere la gara in contropiede, con LIorente che, dopo aver aggirato Mirante, non riesce a trovare la porta. Molinaro costruisce l’ultima occasione del match con un bel diagonale respinto da Buffon sulla cui ribattuta si avventa Parolo che viene steso da Bonucci, il cui intervento viene però giudicato regolare dall’arbitro per la non priva di polemiche vittoria finale bianconera.
Il posticipo tra INTER e UDINESE si chiude per 0 a 0. Primo tempo povero di emozioni, con un’Udinese asserragliata nella propria metà campo e concentrata nella fase difensiva, che non concede nessuno spazio all’Inter, che gira palla con ordine senza però trovare il varco giusto. Gli esterni non pungono e il duo Palacio-Icardi è scarsamente servito, vista la poca incisività offensiva di Hernanes e Guarin che accompagnano troppo raramente l’azione senza mai inserirsi in zona gol. I friulani, pur difendendo, non rinunciano a ripartire per sfruttare la loro migliore arma, con Muriel che si vede con due devastanti accelerazioni, ben controllate da Samuel e Ranocchia, e Fernandez che crea l’unica vera occasione con un tiro non irresistibile, deviato goffamente da Handanovic, con Badu che sulla ribattuta trova la deviazione di un difensore. La ripresa, dopo alcuni minuti di equilibrio, vede l’Inter prendere il sopravvento sull’avversario, guidata da Hernanes che si carica la squadra sulle spalle, alternando precisi assist per i compagni a conclusioni da fuori. La manovra offensiva dei nerazzurri prende sempre più la dimensione di un assedio, con l’ingresso di Alvarez a dare ulteriore spinta dalla fasce, cui scaturiscono dai piedi di Jonathan e Nagatomo una miriade di insidiosi traversoni per le punte, con Palacio costante spina nel fianco per gli ospiti con il suo gran movimento su tutto il fronte. Il primo pericolo porta la firma di Hernanes, che sfiora l’incrocio dei pali su punizione, con lo stesso profeta ad andare vicino al gol con un gran destro sventato da un positivo intervento di Scuffet. Segue poi un colpo di testa di poco fuori di Palacio su invito di Nagatomo, e una deviazione sotto porta di Icardi su cross di Nagatomo, che manca però lo specchio. Il predestinato classe'96 Scuffet salva su un gran sinistro di Cambiasso, sulla cui respinta D’ambrosio colpisce di testa, con Domizzi strepitoso nel salvataggio sulla linea. I friulani si limitano a difendere per tutto il tempo senza mai ripartire, con l’Inter cui manca solo il gol, che si deve accontentare dello 0 a 0 finale.
La giornata appena trascorsa porta in dote le vittorie di Roma e Juventus, sempre più prossime ai loro obiettivi, con il Napoli che vede il terzo posto più vicino, vista la sconfitta della Fiorentina. La lotta Europa League vede, a sorpresa, affacciarsi la sorprendente Atalanta, che si avvicina all’Inter, fermata dal pari, e del Parma che si ferma con la capolista, mentre risorge il Milan che vince dando una boccata d’ossigeno a Seedorf. La lotta salvezza infuria sempre più, con Sassuolo e Livorno ad una passo dal baratro, con Chievo e Bologna ad oggi salve a guardarsi le spalle dal Livorno.
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