Milano / Malpensa
'Le ali della sfinge'
- 07/02/2014 - 18:04
- Libri
“Le ali della sfinge” è un romanzo del noto Andrea Camilleri. Soltanto uno tra la grande varietà di tutti quelli scritti dal medesimo. Tuttavia, questo libro risulta essere certamente il più ricco dal punto di vista dei caratteri tipici della scrittura in termini di lessico, grammatica e sintassi di Camilleri. È immediato notare come, sin dalle prime pagine, emergono le molteplici sfumature scherzose che anch’esse vanno a rappresentare una peculiarità indiscutibile di questa tipologia narrativa, inoltre, se si legge attentamente tra le righe si noteranno senza dubbio le critiche sociali che l’autore, seppur sempre in tono poco serioso, muove nei confronti di alcuni temi, per esempio le coppie di fatto, i quali risultano essere tuttavia estremamente accesi e attuali. Altri aspetti che esplicitamente risaltano da questo romanzo sono il forte e percepibile riferimento alla terra siciliana, elemento ravvisabile non soltanto dalla descrizione dei profumi e paesaggi, che lungi dall’essere prolissa a modello manzoniano, ma anche dal linguaggio utilizzato nel racconto, il quale viene adattato a seconda del personaggio questa volta sulla scia dell’altrettanto siciliano -anche se catanese- Giovanni Verga. In ultimo, come ha dichiarato lo stesso Camilleri, nei suoi romanzi non può mancare una minuscola dose di “eros”, occorrente per conferire una nota colorita al testo, ovviamente senza scendere nel volgare. È opportuno fare riferimento all’aspetto relativo alla tensione narrativa, invero, riguardo a questo libro nello specifico, risulta percepibile specialmente nell’ultima parte del racconto. Questo nasce da un intreccio tra la risaputa capacità comico-teatrale di Montalbano e le reazioni altrettanto fanciullesche e tipiche della tragedia greca del signor Morabito. Un’idea stupefacente quella di esasperare a tal punto la tensione pressoché alla fine del romanzo poiché permette al lettore non solo di apprezzare maggiormente il finale ma anche di capire fino in fondo come il caso è stato risolto.
Inoltre, proprio nelle ultime pagine si viene a scoprire, forse in modo troppo immediato, un fatto a sorpresa che tuttavia contribuisce a creare ulteriore tensione e coinvolgimento. In seguito a questi a questi elementi preliminari, è necessario trattare, seppur in modo estremamente coinciso, della trama del racconto. In una discarica viene rinvenuto il corpo di una giovane donna che subito presenta un particolare tatuaggio sulla spalla. Somiglierebbe ad una farfalla... ma perché proprio questo insetto? E ancora, per quale ragione proprio una sfinge? Le indagini proseguono tra vita privata e lavorativa del commissario Montalbano. Tutto sembra portare ad un’associazione nota come la “Buona volontà” a capo della quale vi è un certo Mons. Peticchio; sarà veramente un’associazione benefica? Il commissario avrà fiutato la pista giusta? In seguito, un altro omicidio, un’altra ragazza con un identico tatuaggio nella stessa posizione. Or dunque, che legame sussiste tra i vari omicidi e le ragazze? Insomma, una serie di interrogativi che troveranno una risposta attraverso un ragionato ed intrigante percorso tra Montalbano, Fazio, Augello, il pm Tommaseo, il questore, Livia..., un filo logico estremamente coerente e condotto encomiabilmente dall’inizio alla fine, un grande giallo tutto italiano.
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