Milano / Malpensa
Assalto a furgone polizia: detenuto in fuga
Un assalto in piena regola. Un'azione studiata nei minimi particolari. Sapevano come muoversi, conoscevano orari e luogo, e non si sono fermati davanti a niente e nessuno, ma dopo avere bloccato quel furgone eccoli riuscire a far evadere il detenuto. Tutto in un attimo , questo pomeriggio nei pressi del tribunale di Gallarate. Il commando è entrato in azione alle 15 circa: in tre - quattro, e sembra con due auto, i banditi hanno letteralmente colto di sorpresa gli agenti della polizia penitenziaria in quel momento di turno, facendo partire diversi colpi d'arma da fuoco. E avrebbero preso anche in ostaggio un passante (si sta cercando, ora, di capire se fosse realmente un ostaggio o se si trattasse di un altro complice). Poi, hanno intimato alle guardie di lasciare andare il detenuto (Domenico C., 32enne di Inveruno), utilizzando anche dello spray urticante (due agenti sono rimasti feriti: uno ha un trauma cranico perchè spinto dalle scale, l'altro ha problemi agli occhi perchè gli è stato appunto spruzzato contro dello spray urticante) e si sono allontanati velocemente con l'evaso. L'allarme è scattato immediatamente, diversi mezzi delle forze dell'ordine sono arrivati sul posto, altri hanno iniziato a setacciare l'intera zona. Un delle due auto utilizzate sarebbe stata abbandonata poco dopo, mentre con la seconda avrebbe proseguito la fuga il commando. MORTO UNO DEI BANDITI - Il fratello del detenuto, Antonino C., anche lui presente al momento dell'assalto è rimasto ferito durante l'azione e poco dopo sarebbe stato portato in ospedale a Magenta (le prime indiscrezioni dicono che sarebbe stata la mamma a trasportarlo al nosocomio magentino), dove è arrivato ormai morto. INTANTO PROSEGUONO LE RICERCHE - Gli inquirenti stanno seguendo piste differenti, per cercare di rintracciare al più presto l'evaso. Si indaga sia nel nostro territorio, sia in Calabria, dove Domenico C. e la sua famiglia sono originari. IN CARCERE - Domenico C. si trovava fino al 2013 nel carcere di Saluzzo, da cui era stato spostato perché una fonte confidenziale aveva rivelato un tentativo di evasione per farlo scappare. Questo pomeriggio doveva partecipare a un processo per emissione di assegni falsi. LA CONDANNA - Domenico C. era stato condannato all’ergastolo in appello per l’uccisione di un polacco di 22 anni freddato a colpi di pistola nel 2006 a Trecate (Novara). Secondo l’accusa, il calabrese era al volante dell’auto da cui partirono gli spari che quella notte uccisero la vittima. Arrestato tre anni dopo, il 32enne si è sempre professato innocente ma la tesi dell’accusa è che sarebbe stata la gelosia a spingerlo ad architettare il delitto: la «colpa» del giovane polacco infatti sarebbe stata quella di aver riservato qualche apprezzamento di troppo alla sua ragazza. Con lui, i giudici condannarono anche il gestore di un bar di Trecate a tre anni di reclusione per favoreggiamento. L’esecutore materiale dell’agguato invece, anche lui di Trecate, processato con rito abbreviato (che gli garantì lo sconto di un terzo della pena) è stato condannato a 16 anni e 4 mesi.
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