Milano / Malpensa
'Tracce criminali'
- 17/01/2014 - 17:43
- Libri
Il libro “Tracce criminali” è stato scritto da Massimo Picozzi e Carlo Lucarelli e assieme a “scena del crimine” e “serial killer” costituiscono una sorta di trilogia edita da Mondadori che va ad affrontare in modo diretto, scrupoloso e avvincente tutti i singoli aspetti connessi alle scienze forensi. In particolare “tracce criminali” rappresenta non tanto, a differenza di “serial killer”, una sorta di annovero dei principali casi di omicidi seriali e della loro interpretazione ma, porta il lettore a conoscere più da vicino quello che l’assassino dopo aver commesso il delitto lascia nel medesimo luogo. Quindi, quello che occorre al fine investigativo nonché probatorio con lo scopo di essere in grado di catturare, processare e condannare il killer.
Vengono raccontati in questo libro clamorosi e al contempo ambigui casi di cronaca nera e, da questi, si prende spunto per una trattazione sul ruolo di primaria importanza che riveste la cura e la professionalità con cui vengono raccolte ed analizzate le tracce sulla scena del crimine da parte degli investigatori scientifici e che sovente, risultano essere la chiave risolutiva anche dei delitti più intricati.
Un percorso estremamente puntuale, cruento e come sempre interessante attraverso l’analisi di tutte le possibili tracce, anche le più insolite e non visibili, con cui gli inquirenti hanno a che fare di fronte ad ogni omicidio, aspetti che mai come negli ultimi tempi risultano essere di forte attualità in conseguenza alle continue notizie affiancate da termini molto tecnici che ormai - è opportuno asserire purtroppo - stanno alle prime pagine di tutti i quotidiani e telegiornali, con cui ogni cittadino minimamente interessato alle vicende di sangue che coinvolgono abitualmente il nostro paese e non solo è tenuto quanto meno ad ascoltare. Dalle impronte digitali ai liquidi biologici al sangue alle intercettazioni telefoniche, ogni minimo dettaglio può portare alla soluzione del più contorto crimine; Lucarelli e Picozzi ricostruiscono quella fitta trama che ineluttabilmente lega il lavoro degli investigatori con quello della scientifica, i quali permettono di dare un valore inoppugnabile al lavoro dei primi. Perché è solo attraverso questa stretta collaborazione che delle celate e invisibili macchie di sangue, come nel caso di Ferdinando Carretta, possono costituire delle prove d’accusa così valide che nessun avvocato sarebbe in grado di contestare, in grado di risolvere omicidi apparentemente irrisolti che tuttavia non devono essere classificati come cold cases ma come omicidi risolti perché imperfetti. Insomma, un libro per tutti coloro che vorrebbero saperne di più sul come siano stati e vengono risolti i casi più cruenti perché molto spesso si sentono notizie, ad opera di molti programmi televisivi, relative allo svolgimento delle indagini senza però capirne fino in fondo il significato dei termini utilizzati e del modo con cui vengano rinvenute le tracce che poi, misteriosamente agli occhi degli ascoltatori, portano alla risoluzione del caso.
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