Per tutta l’estate si sono invocati i tagli alla politica, ma alla fine i tagli li ha fatti la politica ai nostri Comuni. La recente manovra finanziaria approvata dal Governo prevede infatti forti riduzioni di trasferimenti per tutte le amministrazioni, riduzioni ‘dolorose’ che andranno a toccare i servizi a domanda individuale e tutti i progetti sociali. Stesso discorso anche per il ‘saldo obiettivo’, ovvero la possibilità di spesa per il trimestresuccessivo che ogni Comune può calcolare in base al ‘Patto di Stabilità’. In questo rimpallarsi le responsabilità, Regioni contro Governo, Province (ma non dovevano venire eliminate?, ndr) contro Comuni, il coro dei sindaci è univoco e bipartisan: “Di questo passo, come potrò ancora garantire i servizi per i miei concittadini?”. Malumore diffuso che, già negli ultimi anni, ha riguardato il blocco della possibilità di assunzioni anche se alcuni dipendenti vanno in pensione. Ora, però, nuove pesanti riduzioni di trasferimenti. “Abbiamo già provveduto a rinegoziare i mutui per abbassare le rate nel tempo - ci spiega il primo cittadino di un Comune del nostro territorio - ma di questo passo vi è veramente il rischio per il mantenimento dei servizi ai cittadini: rifiuti, acqua potabile, trasporto pubblico, pre e post scuola, piano diritto allo studio, spese per il sociale e le associazioni. Noi non abbiamo auto blu e ci costringono a intervenire su questi fronti, soprattutto ora che, con la crisi, il sociale richiederebbe ulteriori fondi”.

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