Milano / Malpensa
"Basta chiedere sacrifici ai Comuni"
È un bilancio di previsione solido nei suoi fondamentali e che, tra mille difficoltà, riesce a essere ancora sostenibile per la comunità e il buon funzionamento della struttura comunale quello presentato in aula dall’assessore Luca Benetti nella seduta del 3 dicembre. La proposta di documento previsionale, relativamente al 2025, lascia inalterate le tariffe e mantiene i servizi in essere per i cittadini: una vera “anomalia” nel panorama italiano per i Comuni sopra i 50mila abitanti, visto il quadro di tagli che si delinea all’orizzonte.
Dichiara l’assessore alla Sostenibilità Luca Benetti: «Approntare e presentare il bilancio di previsione 2025/2027 nella seduta del 3 dicembre ha comportato un’autentica corsa contro il tempo per gli uffici comunali -che ringrazio- che risponde all’obbligo stabilito dal TUEL di approvazione entro la fine dell’anno -cosa che avviene per il secondo esercizio consecutivo dimostrando la grande attenzione che stiamo mettendo al lavoro di programmazione, ma anche segnando e confermando il cambio di passo impresso dall’amministrazione dopo tanti anni in cui il bilancio era approvato sistematicamente oltre le scadenze di Legge».
Approvare entro la fine dell’anno il bilancio permette, infatti, alla macchina comunale di operare nel pieno delle sue possibilità senza soluzione di continuità: per esempio non interrompendo l’emissione di bandi, il ciclo delle assunzioni, l’erogazione di contributi e aiuti alle persone e alle associazioni. È noto che il Governo abbia proposto importanti tagli di spesa e sacrifici economici agli enti locali che, se si concretizzassero, per Legnano sulla base dell’andamento storico dovrebbero aggirarsi sui 150mila euro per il 2025 e su circa 300mila per ognuno dei sette anni a seguire; questi tagli potranno essere coperti in corso d’anno da ulteriori risparmi (non ancora contabilizzati nel bilancio in approvazione) sui consumi energetici (effetto delle ristrutturazioni effettuate sul patrimonio pubblico) e riduzione della spesa per il personale, dovendo applicare il turnover al 75% previsto dal Governo (anche questa non ancora presente nel documento portato in aula). È, questa, un’altra misura pesante prevista nella Legge di bilancio in base alla quale per ogni quattro pensionamenti si potranno inseriti soltanto tre sostituti. A fronte di questi tagli ai Comuni, con la Legge di bilancio, il Governo riconoscerà 100 milioni di euro per far fronte alle spese dei minori in comunità e un aumento del Fondo di Solidarietà comunale; risorse la cui ricaduta su Legnano non si è ancora in grado di quantificare con precisione, ma che, dal 2025, certamente non copriranno i tagli iniziati già quest’anno. Per far fronte alla crescente richiesta in ambito sociale l’amministrazione, nel Previsionale 2025, ha provveduto ad appostare oltre 665mila euro in più per servizi e prestazioni (come il servizio di educativa scolastica per bambini con fragilità), in piena aderenza con la visione di città sociale espressa nel programma di mandato.
«Il fatto che anche quest’anno riusciremo a far quadrare il bilancio senza chiedere nulla ai cittadini in termini di aumenti tariffari o di tagli ai servizi non significa che manchino i motivi di preoccupazione -afferma il sindaco Lorenzo Radice. Già nel corso di quest’anno il nostro Comune si è visto tagliare 300mila euro in spese correnti cui, nel 2025, se ne aggiungeranno probabilmente almeno 150mila. Quindi, se nei prossimi anni il Governo dovesse proseguire su questa linea, diventerebbe molto difficile chiudere i conti senza toccare servizi o prestazioni ai cittadini, volendo noi riconfermare la nostra decisione di non aumentare tariffe e addizionale Irpef. Una cosa, quest’ultima, sempre più difficile come dimostra il fatto che sempre più Comuni che negli anni non le avevano rialzate ora lo stanno facendo. Proprio per questi motivi, con tanti altri sindaci italiani, dico al Governo: basta tagli ai Comuni perché gli enti locali, da oltre dieci anni a questa parte, hanno già dato un grande contributo alla Finanza pubblica. Tagliare risorse ai Comuni significa agire su quella spesa pubblica che è più facile aggredire, ma che fa più male perché ha un impatto reale sulle comunità locali, su famiglie, anziani, posti di lavoro e associazioni che contribuiscono al welfare italiano».
Basti pensare che, nell’ultimi 10-12 anni, il peso dei Comuni sui conti dello Stato è passato da oltre l’8 a poco più del 6% (per oltre 20 miliardi di euro in meno); che la quota di indebitamento dei Comuni si è dimezzata, passando dal 3 all’1,5%, e che il personale è diminuito in percentuali diverse ma ovunque per l’impossibilità di rimpiazzare i pensionamenti (a Legnano, in dieci anni, il personale è sceso da 294 unità a 256, con una diminuzione di quasi il 13%). Ed è stato questo personale, con un lavoro senza precedenti, a mettere a terra le risorse del PNNR ottenendo, nei Comuni italiani, risultati migliori rispetto a quelli di ogni altro ente pubblico. Non si può trascurare il fatto che la percentuale di cantieri aperti o conclusi dai Comuni (stimata da Anci) sia pari al 78% contro il 63% raggiunto da altri soggetti pubblici. A Legnano la percentuale, sui 42 cantieri che beneficiano di risorse PNRR, è del 100%; segno che la programmazione è stata sostenibile e ha definito un percorso concreto e, nei fatti, realizzabile. Tutto questo senza dimenticare che negli ultimi anni si è dovuto far fronte a un’impennata della spesa sociale, agli aumenti contrattuali per il personale comunale, quello delle cooperative e delle società partecipate, come a quello dei prezzi delle materie prime e dell’energia.
Riprende Benetti: «Ma come fa allora a quadrare il bilancio 2025? Sostanzialmente per gli effetti combinati di tre dinamiche: un’azione forte per l’equità fiscale, che si traduce in una lotta all’evasione fiscale (nel Previsionale si prevede oltre un milione e mezzo di recupero); un monitoraggio attento delle spese e delle entrate (grazie a un sistematico e puntuale uso dei dati si stanno calibrando sempre meglio le richieste di risorse da parte degli uffici e a prevedere le entrate reali, evitando così sovrastime o sottostime che rendono difficile programmare). Terzo fattore è la riduzione dei consumi energetici che si sta concretizzando a seguito degli investimenti sul patrimonio comunale in un’ottica di sostenibilità economica e ambientale. Queste tre mosse che danno solidità strutturale al bilancio si sommano allo sforzo che stiamo facendo per segnare un’inversione di tendenza nell’uso degli oneri di urbanizzazione in passato largamente destinati a coprire la spesa corrente e oggi riallocati negli investimenti».
Conclude Radice: «Il prossimo triennio sarà duro per i bilanci comunali. Diventerà sempre più difficile rispondere ai bisogni dei cittadini: le manutenzioni, le potature del verde, l’assistenza scolastica di bambini con disabilità, i contributi e i servizi agli anziani non autosufficienti e alle famiglie con difficoltà abitative rischiano di subire pesanti tagli. Per non parlare degli investimenti: se una quota di risorse delle spese correnti, come prevede la Legge di bilancio, dovrà essere accantonata e destinata a investimenti che, nei fatti, si realizzeranno due anni dopo un sindaco non sarà più nella condizione né di programmare, né di scegliere su quale voce risparmiare, ma dovrà semplicemente decidere cosa tagliare. E questo, per i prossimi dieci anni, è una prospettiva insostenibile se non vogliamo far ricadere sui cittadini le conseguenze di queste misure. Si apre quindi una stagione, che durerà sino ai primi anni Trenta, di tagli e accantonamenti obbligatori che colpiranno i Comuni per oltre un miliardo all’anno. Di fronte a questo scenario noi sindaci e sindache italiani rispondiamo ancora una volta con lo spirito che contraddistingue da sempre lavorando per trovare soluzioni e per non abbandonare i nostri cittadini e territori a se stessi».
In numeri, il bilancio pareggia a 124,7 milioni di euro e vede assestarsi le spese correnti al 54,3% contro il 45,3% delle spese in conto capitale. Fra i quasi 68 milioni di spese correnti la missione più consistente è relativa al funzionamento della macchina comunale (18,7%), seguita dal Sociale con il 18%, da “Sviluppo sostenibile e tutela del territorio” (rifiuti, manutenzione aree a verde) con il 17,1%, e dall’Istruzione con il 13,2%. Passando alla tipologia economica della spesa le due componenti di maggior rilievo sono l’acquisto di beni e servizi (quali servizio rifiuti, energia e utenze, manutenzione), che vale il 53,3%, e il personale con il 18%. Per i servizi a domanda individuale (ossia le attività in capo all’ente locale e utilizzate a richiesta dei cittadini), il Comune spenderà oltre 8 milioni 646mila euro; mentre la previsione di entrata è di poco inferiore a un terzo (2 milioni 848mila euro). I tre importi di spesa maggiori sono relativi alle mense scolastiche (oltre 3 milioni 500mila euro), agli impianti sportivi (2 milioni 87mila euro) e agli asili nido (1 milione 785mila euro). Passando alle spese di investimento, che assommano a 56 milioni 585mila euro, queste si concentrano principalmente in quattro voci: politiche giovanili, sport e tempo libero che, con il 29,6% scalza dal primo posto i trasporti e la mobilità (23,4%), poi istruzione e diritto allo studio (15,6%) che scavalca servizi istituzionali, generali e di gestione (12,1%). Nelle entrate correnti, che superano i 68 milioni di euro, i trasferimenti statali iscritti nel bilancio 2025 valgono 5 milioni 662mila euro. Fra le fonti tributarie, che assommano a 44 milioni 268mila euro, la voce più cospicua è rappresentata dall’IMU con il 41,9%, seguita dalla TARI al 28,1%, che -ricordiamo- essere una mera partita di giro, e dall’addizionale IRPEF (17%). Fra le entrate in conto capitale che valgono, per il 2025, 45 milioni 669mila euro, la parte più cospicua, 22 milioni 117mila euro (48,3%), è rappresentata da finanziamenti ottenuti con la partecipazione a bandi, mentre 14 milioni 218mila euro (31,1%) risultano da accordi urbanistici (opere a scomputo). Venendo agli investimenti sul patrimonio pubblico iscritti nel piano Triennale (pari a 7,7 milioni di euro, di), il 2025 vedrà investimenti per 4 milioni 50mila euro, di cui 1,7 milioni finanziati da bandi. Le risorse saranno impiegate prioritariamente in opere di manutenzione e messa in sicurezza del patrimonio comunale (strade, stabili comunali, scuole, patrimonio abitativo e impianti sportivi comunali) con particolare riguardo agli interventi mirati all’efficientamento energetico; nella promozione di interventi che favoriscano la “mobilità dolce” (marciapiedi, eliminazione di barriere architettoniche, piste ciclopedonali); nella rigenerazione degli assi commerciali della città e il loro collegamento attraverso corridoi caratterizzati da mobilità dolce e rigenerazione verde; alla realizzazione di un modello di città policentrica in cui il ruolo dei quartieri sia valorizzato, moltiplicando i luoghi ad alta qualità ambientale e ad alta vivibilità.
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