Milano / Malpensa
Monsignor Dell’oro, testimone della fede e della carità in Kazakistan
Tra Mesero e il Kazakhistan scorrono più o meno 6000 km, ma le distanze si annullano quando si parla di fede, di missione e di concrete opere di carità nel nome di Gesù e di una Madonna…dagli occhi a mandorla.
Nel pomeriggio di domenica 27 ottobre, quando la Chiesa di Milano celebra la Giornata Missionaria Mondiale, il Santuario Diocesano della Famiglia di Mesero ha ospitato la preziosa testimonianza di monsignor Adelio Dell’oro, vescovo di Karaganda in Kazakhistan. Classe 1948, milanese e amico compagno di messa dell’attuale rettore don Mario Garavaglia, il vescovo Dell’oro ha aperto spiragli di conoscenza e confronto su una realtà lontana, complessa ma ricca di frutti di fede e con un’importante opera sociale diocesana: si chiama ‘Il Faro’ e mira all’assistenza di ragazzi disabili che nel Paese frequentano scuole speciali fino ai 16 anni ma poi vengono abbandonati tra le mura domestiche senza prospettive di futuro.
Ordinato sacerdote nel 1972, nel 1997 Adelio Dell’oro è stato inviato fidei donum in Kazakhistan, un ex-Paese sovietico grande nove volte l’Italia che si estende tra Russia e Cina con una composizione etnica variegata e temperature che oscillano dai più 40 ai meno 40 gradi sottozero; solo dopo il 1991 i gruppi religiosi hanno potuto uscire dalla clandestinità in una libertà religiosa che si sta ancora consolidando con circa il 78% di musulmani, il 18% di cristiani ortodossi e una restante minoranza di altre religioni tra cui cristiani protestanti e l’1% di cattolici. Vescovo dal 2012, monsignor Dell’oro ha ricevuto nel 2015 da papa Francesco la nomina episcopale presso la città di Karaganda. Ma come si può essere missionari in una terra così diversa? Il vescovo ha ricordato quanto il missionario è chiunque viene mandato per testimoniare, con la sua vita trasformata, la bellezza dell’incontro con Gesù. E proprio la bellezza è una delle strade che il vescovo ha intrapreso per essere pastore e missionario spiegando che tante persone arrivano a chiedere il battesimo dopo aver sperimentato l’incontro, il sorriso e l’amicizia di chi è cristiano perché hanno capito che la vita diventa piena, bella solo con la presenza di Dio. E se la bellezza passa anche dall’arte, monsignor Dell’oro ha raccontato di come organizzi spesso dei concerti d’organo, con artisti provenienti da tutto il mondo, nella splendida cattedrale neogotica di Karaganda, sempre strapiena di persone in un clima di grande percezione del divino. Proprio nella cattedrale, su suggerimento di due docenti spagnole, il vescovo Dell’oro ha voluto anche realizzare la statua in legno di Maria Madre del Kazakhistan: per renderla più vicina alle donne locali, l’icona ha gli occhi a mandorla tipici della popolazione e gli abiti che richiamano quelli femminili tradizionali; è una Madonna che, come tutti i missionari, offre Gesù Bambino a tutti gli uomini e, come tutte le mamme, ha i piedi non fermi e paralleli ma in procinto di muoversi per correre verso i bisogni dei figli. Il giorno della solenne benedizione, il vescovo ha invitato anche l’imam, cioè la guida spirituale della comunità islamica locale, con il quale intercorre un ottimo rapporto di rispetto e amicizia.
L’altra strada che Dell’oro ha intrapreso in terra kazaka è quello della carità, in una città di 600 mila abitanti con tanti problemi sociali soprattutto nei confronti delle donne e dei più fragili. Grazie alla vicenda umana di una ragazza convertita e morta troppo presto, un gruppo di donne amiche ha voluto fondare con la Caritas locale ‘Il Faro’, un’opera per giovani gravemente disabili in un Kazakhistan che non è ancora pronto ad accoglierli e inserirli nella società; attraverso corsi di inglese, cucina, cucito, ginnastica… viene riconosciuta loro una dignità, una promozione sociale e un’assistenza alle famiglie. Con volontari e insegnanti sono arrivate nel 2022 anche due suore del Cottolengo dimostrando quanto l’amore verso questi ragazzi trasformi più gli assistenti che gli assistiti; monsignor Dell’oro sta lavorando e raccogliendo fondi per ampliare il progetto diocesano con la costruzione di un edificio nei pressi nella cattedrale per accogliere sempre più ragazzi illuminati, nel buio della difficoltà, da un ‘faro’ di luce. (Per sostenere tale progetto si può donare all’Associazione Beato Serafino Morazzone - Onlus, codice Iban - IT29V0569622903000004546X93 o scrivere a fam [dot] delloro [at] gmail [dot] com).
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