Milano / Malpensa
"Ucraina nell'UE? Ci vorrà moltissimo tempo"
“Dalla conferenza bilaterale Italia-Ucraina sulla ricostruzione postbellica di quest’ultima, è emersa la volontà forte da parte dell’Italia di giocare un ruolo da protagonista sullo scacchiere geopolitico, ponendosi come principale partner nella ricostruzione e sponsor dell’integrazione europea di quel martoriato Paese. Il primo obiettivo è a mio avviso difficile da raggiungere soprattutto per ragioni di ‘peso specifico’ del nostro Paese nel business della guerra, finanziata soprattutto dagli USA. Quanto poi all’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea si tratta di una scelta di opportunità strategica che porterebbe vantaggi a tutte le parti coinvolte nel processo d’integrazione”. Così ai microfoni di Radio Radicale l’Avv. Massimiliano Albanese, Presidente dell’APICES (Associazione Professionisti ed Imprese per la Cooperazione Economica e Sociale).
“L’Europa – spiega Albanese – trarrebbe senza dubbio utilità da un’Ucraina ricostruita, con un suo prevedibile futuro ‘boom economico’ trainante per l’economia dell’intera Unione. Il punto è però che l’ingresso del Paese in UE tecnicamente avverrà ma, a causa dei meccanismi piuttosto articolati previsti dai Trattati, sicuramente non in breve tempo”. E prosegue: “Innanzitutto sono diversi i Paesi candidati da anni che stanno compiendo l’iter di procedure d’ingresso, c’è quindi una lunga ‘lista d’attesa’ da rispettare, con ovvie precedenze da rispettare e delle quali tenere conto. Ma soprattutto, affinché un Paese possa effettivamente diventare membro dell’Unione, deve essere verificato il possesso di tre requisiti preliminari: avere istituzioni democratiche che tutelino i diritti umani, possedere un’economia di mercato ed essere in grado di rispettare gli impegni presi. Nel caso dell’Ucraina – evidenzia Albanese – nessuno di questi requisiti risulta al momento presente (certamente non per colpa del Paese ma solo a causa della guerra in corso). Senza contare che, una volta verificati i tre requisiti generali, occorre poi accertare l’effettivo recepimento dei principi giuridici europei: un insieme di norme organizzato in 35 capitoli tematici. In buona sostanza – commenta Albanese – è come se l’Ucraina fosse uno studente che, prima di poter elaborare e poi discutere la propria tesi di laurea, deve frequentare 35 corsi e sostenere i relativi esami: un impegno notevole, che richiede molto tempo”.
Insomma, secondo il Presidente dell’APICES, “non è realistico pensare ad un ingresso effettivo dell’Ucraina in UE in tempi rapidi, compatibili con la fine della guerra e l’inizio della sua ricostruzione. Chiunque sostenga il contrario evidentemente non conosce le procedure”.
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