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mercoledì 25 dicembre 2024 | ore 08:25

Un cofanetto per l'Unità d'Italia

Tutti i cantanti storici del panorama leggero italiano rappresentano la tradizione musicale per celebrare l'anniversario dell'Unità del nostro Paese.
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È annunciata per questi giorni l’uscita di un cofanetto con le canzoni storiche della musica italiana per festeggiare i 150 anni dell’Unità d’Italia. L’album dal titolo ‘1861 – 2011 Viva l’Italia. La musica della nostra storia’, che raccoglie tre cd pubblicati dalla Rhino Records (storica etichetta americana specializzata in antologie), vede parecchi nomi del panorama tradizionale della musica leggera del nostro Paese, senza quindi riservarci troppe sorprese sugli interpreti. Alcuni dei brani sono registrazioni delle versioni presentate sul palco dell’Ariston durante l’ultimo Festiva di Sanremo, nella serata dedicata appunto al 150°. Al Bano in testa, con ‘Và pensiero’, apre il primo dei tre cd, seguito dai veterani quali Nilla Pizzi e Gigliola Cinquetti. ‘L’Inno di Mameli’ occupa solo l’ultimo posto del primo album, con una versione live interpretata da Roberto Pregadio, lo storico maestro de ‘La Corrida’, recentemente scomparso. Cinquanta i brani in tutto, che rappresentano in maniera trasversale tutta la nostra penisola, nelle sue culture e tradizioni spesso così differenti. Scorrendo la tracklist, però, si ha una sensazione sfuggente: manca qualcosa, un nome giovane, un cantautore esordiente, un volto del nuovo panorama musicale italiano. Il nostro mercato è, ormai, pieno di giovani artisti, che hanno dimostrato il loro talento con incassi stellari e vendite al pari (se non addirittura superiori) di questi signori della tradizione. E allora forse qualche dubbio ce lo si pone: siamo sicuri che una Elisa o un Giuliano Sangiorgi (Negramaro) non avrebbero saputo interpretare in modo eccellente dei brani del cofanetto, calandosi nello spirito della celebrazione e riuscendo ad accattivare un pubblico molto più ampio? Si alle voci storiche, ma lasciamo più spazio anche a chi, per un semplice dato anagrafico, ‘storico’ non lo è ancora e sicuramente lo diventerà tra qualche anno. Perché escludere da questi bei progetti il nuovo panorama musicale italiano, lo stesso che in certi casi esporta la nostra tradizione musicale in tutto il mondo con vivo successo?

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