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lunedì 02 settembre 2024 | ore 19:26

Da Bergamo la tuta spaziale per Marte

É di Bergamo la nuova tuta spaziale studiata per Marte. Un team di aziende della filiera tessile italiana, guidato da RadiciGroup World, ha realizzato la prima tuta spaziale di simulazione analoga interamente progettata e ingegnerizzata in Italia, per l’utilizzo nella missione Space Medicine Operations.
Attualità - Tuta spaziale per Marte

Un team di aziende della filiera tessile italiana, guidato da RadiciGroup, ha realizzato la prima tuta spaziale di simulazione analoga interamente progettata e ingegnerizzata in Italia, per l’utilizzo nella missione Space Medicine Operations (SMOPS), promossa e organizzata da Mars Planet, sezione italiana di Mars Society con sede in provincia di Bergamo, con il patrocinio dell’Agenzia Spaziale Italiana. La missione SMOPS è focalizzata sulla medicina dello spazio, sul monitoraggio della salute dei futuri astronauti e sullo sviluppo di tecnologie di supporto alla simulazione della vita in ambiente spaziale e planetario. a Bergamo (Gandino), dove ha sede RadiciGroup - circa 3 mila dipendenti, un fatturato di oltre 1 miliardo di euro nel 2020, specializzata nella produzione di polimeri, filati tecnici e specifici - è partita allora l’idea di realizzare nuovi capi per la missione SMOPS, facendo squadra con importanti gruppi tessili italiani come Eurojersey, Vagotex e Defra. Insieme, queste aziende hanno fornito i materiali per la realizzazione del vestiario di sei astronauti analoghi da impegnare nella missione, coordinando lo sviluppo tecnologico che ha portato alla creazione dell’abbigliamento tecnico per utilizzo in condizioni estreme. L’occasione è stata dunque data dall’obiettivo di utilizzare i capi, dal 10 al 23 aprile, per svolgere una serie di esperimenti nella stazione di ricerca installata nel deserto dello Utah. Qui quattro italiani, una canadese e un francese dovevano simulare le condizioni di vita e di lavoro in una realtà ostica come quella del pianeta Marte. “Partecipando a SMOPS, RadiciGroup e le altre aziende tessili che abbiamo coinvolto nel progetto hanno potuto avvicinarsi a un settore di frontiera come quello aerospaziale, rafforzando e ampliando il proprio know how e sperimentando soluzioni innovative che potranno poi avere applicazioni in ambito business, ad esempio nel settore biomedico o dove siano richiesti elevati standard di sicurezza - commenta Filippo Servalli di Radici InNova, la società di Ricerca e Innovazione di RadiciGroup -. In questa missione abbiamo potuto mettere a frutto le competenze relative allo sviluppo di indumenti per la protezione individuale (DPI) acquisite durante la pandemia e poi applicate al settore industriale, portandole a un livello superiore”. Il contributo alla missione SMOPS da parte del team guidato da RadiciGroup consisteva nella realizzazione di tre capi tecnici, che permettessero agli astronauti “analoghi” di muoversi agevolmente e in sicurezza all’esterno della stazione base con l’ausilio di sistemi avanzati di controllo, monitoraggio e comunicazione. Il vestiario tecnico comprendeva un completo intimo composto da maglietta a maniche lunghe e pantaloncino realizzati con tessuti indemagliabili Sensitive® Fabrics di Eurojersey (nylon), in grado di garantire comfort e traspirabilità. Una maglietta provvista di circuiti elettrici e sensori, per permettere di rilevare i parametri vitali e geo-spaziali degli astronauti. I sensori possono essere rimossi in modo che l’indumento sia completamente lavabile senza rischio di danneggiare i circuiti interni. Quindi una flight suit comoda, adatta per essere utilizzata durante attività lavorative e di supporto in un ambiente che simula quello marziano. Il capo, alleggerito da qualsiasi sovrastruttura, risponde sia a esigenze estetiche che di performance: è realizzato, infatti, con una cucitura double face che consente di ridurre al massimo gli spessori e aumentare di oltre il 30% mobilità e leggerezza. La tuta è dotata di tasche per dispositivi di “wearable technology” e pensate per ottimizzare spazi e volumi, è realizzata con materiali elastici, traspirabili, è impermeabile alla polvere, protegge dai raggi UV e ha una buona resistenza termica grazie all’aria contenuta nei tessuti, che, circolando all’interno di una struttura 3D alveolare, garantisce anche la termoregolazione corporea. Per la prima volta, un team di aziende italiane ha anche realizzato la parte inferiore di una tuta spaziale analoga a quella utilizzata nelle missioni nello spazio, un indumento protettivo composto da diversi strati e progettato per un utilizzo in ambienti e situazioni anche molto estreme. Questa tuta, oltre a possedere tutti i sistemi di protezione della flight suit, comprende uno strato di aerogel per un’ulteriore protezione e degli strati di imbottitura, in lana e ovatta di nylon, per un efficace isolamento termico.

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