Milano / Malpensa
La tragedia delle Foibe
- 11/02/2011 - 17:25
- Turbigo
Una serata per non dimenticare uno tra gli eccidi più terribili avvenuti a danno del popolo italiano. Nel Giorno del Ricordo delle Foibe titine, il gruppo della Lega Nord di Turbigo ha organizzato un interessante e toccante incontro presso la sala delle Vetrate. Un appuntamento che vede di anno in anno sempre più cittadini aderire per conoscere da vicino una tragedia che, purtroppo, è stata nascosta per molti, troppi decenni all’opinione pubblica. Bene ha fatto l’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ad istituire nel 2004 il Giorno del Ricordo per le vittime dell’eccidio nelle foibe, quelle cavità carsiche istriane in cui migliaia di italiani, di ogni estrazione sociale, vennero gettati senza una ragione politica, ma semplicemente per odio nei confronti della nostra Nazione. La serata è stata introdotta da Valerio Zinetti della sezione Lega Nord di Turbigo, che ha compiuto un quadro storico generale, sfatando anche molti luoghi comuni che, purtroppo, certa storiografia ha tentato di insinuare nell’opinione pubblica. Poi è intervenuto anche il vicesindaco Christian Garavaglia, che ha, invece, illustrato le figure di un sacerdote italiano, don Francesco Bonifacio, e di una giovane friulana, Norma Cossetto, barbaramente trucidati assieme alle altre migliaia di vittime semplicemente perché italiani. Il sacerdote è stato beatificato di recente da Benedetto XVI come martire della Fede, mentre Norma ha ricevuto nel 2005 la Medaglia d’Oro al Valore Civile. Due testimonianze toccanti che hanno preceduto l’intervento principale della serata, quello di Giorgio Rustia, presidente di ‘Associazione Nazionale congiunti dei deportati italiani uccisi o scomparsi in Jugoslavia’ di Trieste. Rustia ha approfondito ulteriormente il tema, citando in particolare i 300 lombardi uccisi nelle foibe, di cui molti della provincia di Milano, tra cui il giovane finanziere cuggionese Stefano Castiglioni e il castanese Mario Colombo. Una serata che non ha avuto nessun valore politico, quanto piuttosto l’intento di raccontare dei fatti, con l’ausilio di chi, come Rustia, ha compiuto ricerche approfondite su una tragedia che ingiustamente la Repubblica Italiana ha tardato a presentare ai suoi cittadini.
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