Milano / Malpensa
L'eterno numero uno Ballotta
- 13/12/2008 - 17:29
- Sport
Ieri portiere, oggi attaccante. Questa l’incredibile storia del veterano Marco Ballotta che i più esperti ed appassionati di calcio ricorderanno sicuramente. E’, infatti, notizia delle scorse settimane come l’ex numero uno della Lazio, che proprio a giugno ha deciso di ‘dire basta’ con il calcio professionistico e dopo una breve esperienza da dirigente nel Modena, a metà novembre, abbia deciso di tornare sui campi da calcio in Prima Categoria con il Calcara Samoggia, vestendo, però, i panni di attaccante. Una storia incredibile e, per molti aspetti, inusuale che dimostra, forse, il vero significato dello sport: passione, amore e voglia di divertirsi anche in un ruolo che non è proprio il nostro. Marco Ballotta è nato a Casalecchio di Reno il 3 aprile 1964 e nella sua lunga carriera ha vinto 1 scudetto, 3 Coppe Italia ed una 1 Supercoppa Italiana, oltre ad essere riuscito a centrare in due occasioni la promozione in serie A ed altre 2 in B. A livello internazionale ha trionfato due volte nella Coppa delle Coppe e 2 nella Supercoppa Europea. La sua avventura nel mondo del calcio ha inizio in Interregionale con il San Lazzaro, quindi è passato al Bologna, dove, però, non è mai sceso in campo, e nell’ottobre 1984 si è trasferito al Modena, dove è rimasto fino al 1991, collezionando 188 partite con 2 promozioni in serie B e, purtroppo, una retrocessione in C1. Nel 1991 ha giocato, per alcuni mesi, a Cesena, con cui ha esordito in serie A, prima di passare al Parma, società con la quale ha vinto una Coppa Italia ed una Coppa delle Coppe. Dopo una stagione al Brescia (1994/95) ha guidato la Reggiana del tecnico Carlo Ancelotti, alla promozione in A, non riuscendo, però, l’anno successivo a salvarla dalla retrocessione. Nel 1997 è passato alla Lazio, giocando saltuariamente. Quindi si è trasferito all’Inter, come secondo, al Modena, con cui ha ottenuto l’ennesima promozione in A ed ha giocato due stagioni, al Treviso (dove è riuscito nuovamente a salire nel massimo campionato, grazie anche all’esclusione per illecito sportivo del Genoa ed ai fallimenti di Torino e Perugia), prima di tornare definitivamente, nel 2005, alla Lazio. Partito come terzo portiere, gli infortuni di Angelo Peruzzi e Matteo Sereni gli hanno permesso di scendere in campo 8 volte, stabilendo il primato di anzianità per un giocatore di serie A. Nel 2006/07 è ancora alla Lazio e così anche l’anno successivo, quando, partito come secondo, è riuscito a riprendersi il posto da titolare, con 29 gare su 38, oltre a tutte quelle in Champions League. Nell’agosto di quest’anno, dopo avere dato l’addio al calcio professionistico, si è seduto dietro ad una scrivania, a Modena, rimanendoci solamente 35 giorni. A novembre, infine, la decisione di tornare in campo, in Prima Categoria, non più come portiere, ma bensì in attacco.
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