“Dobbiamo tutti accompagnare con animo sereno questi primi passi. Qualcosa è cambiato nella nostra città, ma più che le cose esterne dobbiamo cambiare noi, per essere Comunità per la Missione. Cambiare il nostro modo di agire e, prima ancora, il nostro modo di essere per testimoniare con più forza e verità l’amore per chi ci vuole fratelli”. Parole di esortazione, ma, soprattutto, il punto di partenza di un importante passo di vita e condivisione per l’intera città. Così, parlando ai suoi fedeli l’altro giorno durante la santa Messa e scrivendolo sulle pagine dell’Eco di Castano, il mensile d’informazione parrocchiale e cittadina, il prevosto di Castano Primo, don Giuseppe Monti, ha voluto introdurre la neonata Comunità Pastorale “Santo Crocifisso”, oggi, a tutti gli effetti, operativa e che unisce le due parrocchie cittadine, San Zenone e Madonna dei Poveri, in un significativo percorso di crescita comunitaria. Lavorare per costruire il futuro, sarà questo uno degli obiettivi della nascente realtà parrocchiale, dove lo stesso don Giuseppe avrà l’incarico di parroco delle due parrocchie, mentre don Mauro e don Romeo “In qualità di Vicari – dice il prevosto – si occuperanno, il primo della Pastorale Giovanile e degli oratori, il secondo, invece, avrà una particolare attenzione per la Madonna dei Poveri, dove è arrivato da qualche settimana al posto di don Emanuele e dove risiede. Inoltre è stato costituito un direttivo, composto da religiosi e laici ai quali sarà affidata la cura pastorale della neonata Comunita”. Come è ben comprensibile si tratta di un passo significativo per la cittadina del Castanese. “Il Nuovo – come si legge nelle parole di don Giuseppe pubblicate sull’Eco di Castano – che stiamo vivendo dobbiamo costruirlo noi giorno dopo giorno e vorrei, quindi, incoraggiarvi tutti, in modo particolare i Consigli Pastorali e il Direttivo, ad impegnarvi con passione perché quel Nuovo sia più grande di ciò che lasciamo. Come in ogni cambiamento, infatti, anche questo porta sofferenza e abbiamo tutti sofferto perchè abbiamo amato e amiamo le nostre parrocchie come sono adesso, e non sappiamo come sarà il Nuovo. Da qui, pertanto, la riflessione a lavorare tutti insieme per costruire ed organizzare il futuro della Comunità. Un futuro che ci veda uniti e vicini”.

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