Milano / Malpensa
Il 'prezzo' delle non scelte
I numeri parlano chiaro e difficilmente mentono se sono frutto di analisi serie. Ecco perchè alcune previsioni servono a capire cosa realmente ci può attendere e, dovrebbero, servire per indicare a chi deve come intervenire. Purtroppo la crescita dei decessi per Covid-19 era ampiamente prevedibile e quello che paghiamo oggi è la mancanza di volontà di intervento delle istituzioni a tutti i livelli.
"Dicevamo che nel giro di 14gg avremmo raggiunto 650 decessi/gg (quando al 1 novembre avevamo registrato 208 decessi) e in molti mi hanno definito "terrorista" - spiega in un post dettagliato Davide Tosi, analista di 'Big Data' e professore all'Università degli Studi dell'Insubria e professore aggiunto in Bocconi a Milano - Ieri 11 novembre, abbiamo registrato 623 decessi, purtroppo. L'inattivismo sulle misure da intraprendere, ci è costato in un solo giorno, a causa del Covid-19:
quasi 1/3 di tutte le vittime del Vajont del 1963.
quasi 1/5 dei morti per incidenti stradali registrati in tutto il 2019.
quasi 1/5 delle vittime dell'11 settembre nelle Torri Gemelle.
quasi 1/10 delle vittime dello Tsunami del 2004 in Thailandia.
quasi 1/7 delle vittime (dichiarate dall'ONU) del Disastro Nucleare di Chernobyl nel 1986.
quasi 2 volte le vittime del Terremoto dell'Aquila del 2009.
quasi 7,5 volte le vittime della Strage di Ustica del 1980.
quasi 15 volte le vittime della tragedia durante la partita di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool nel 1985.
In un solo giorno.
Ascoltare quello che ci suggerisce la potenza dei numeri, poteva farci salvare molte vite...".
Sì, serve coraggio, ma se ogni vita è importante è dovere che chi ci amministra (sindaco, governatore regionale, ministro o premier) si prenda le responsabilità di tutela della salute per tutti noi.
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