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lunedì 22 luglio 2024 | ore 19:21

'Post' lockdown: il doppio volto di Milano

Un reportage per il capoluogo dopo la chiusura dei mesi scorsi per l'emergenza Coronavirus. Una città che, un po' alla volta sta cercando di ripartire, tra 'pro' e contro.
Inchieste - Milano dopo il lockdown (Foto Eliuz Photography)

La prima cosa che, inevitabilmente, balza agli occhi è la piazza Duomo senza il solito movimento e casino. Ma, per arrivare fino a lì, sono anche tante altre le particolarità che, fin da subito, catturano gli sguardi. Perché la Milano 'post' lockdown è una città dal 'doppio volto': da una parte, infatti, ecco alcune zone dove l'emergenza Coronavirus sembra, ormai, solo e soltanto un lontano ricordo o, addirittura, è come se non ci fosse mai stata (niente oppure poche mascherine a coprire naso e bocca e neppure il distanziamento tra la gente), dall'altra, invece, non si può non notare l'attenzione che in molti stanno mettendo per cercare di seguire le varie misure e le linee guida per la sicurezza personale e del prossimo. E, poi, le attività commerciali, alcune con ancora le saracinesche abbassate (chissà se si tratta di qualcosa di temporaneo o se non riapriranno più?), alcune, invece, che sono lì, pronte ad offrire il miglior servizio possibile (tra dispositivi di protezione individuale, misurazione della febbre e igienizzanti), aspettando, finalmente, il ritorno dei turisti. La ripresa, insomma, non è semplice nemmeno per una realtà come il 'nostro' capoluogo, abituato, fin da sempre, a rimboccarsi le maniche e a lavorare sodo per provare a superare i vari momenti di difficoltà con i quali si è trovato a doversi confrontare. Stavolta, però, l'impressione è che sia diverso e lo è per mille motivi, come si può percepire osservando una parte di commercianti e titolari di locali. Il che non vuol dire, sia chiaro, che la ripartenza non ci sarà (in parte, sta avvenendo), ma ovvio il lungo 'stop', le numerose incertezze di questi mesi, le limitazioni e le nuove indicazioni per praticare la propria professione, sono state un duro colpo per una città che ha fatto della presenza quotidiana e del contatto diretto uno dei suoi principali punti di forza. (Foto Eliuz Photography)

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