Milano / Malpensa
Le stelle non sono poi così lontane...
Com’è il suono del silenzio che invade il cuore, guardando la Terra dallo spazio? “Le prime cose che vedi sono nuvole e oceani, sei lontano e non riesci ad avere l’idea del dettaglio. Poi capita di vedere cose particolari, come l’eclissi di sole, l’ombra della Luna sulla Terra; l’Italia, così vicina all’Africa; l’Arabia Saudita di notte; i ghiacciai in Patagonia; lo spettacolo dell’aurora australis... Di notte si accendono le città e vedi che siamo dappertutto: Mosca, Washington... Poi il deserto del Sahara; un fiume, in Madagascar, rosso per le deforestazioni; un tifone contro il Giappone. Noi siamo qua con i nostri ‘micro-confini’, che ci interessano tanto, e non ci rendiamo conto che il muro è l’atmosfera, l’unico confine che veramente conta e separa i nostri ‘micro-confini’ dal vuoto dell’universo...” L’emozione di guardare la Terra da una prospettiva totalmente diversa e la sensazione dell’assenza della forza di gravità nella Stazione spaziale internazionale, raccontate in un incontro con Emilio Cozzi, giovedì 30 gennaio, all’Oratorio San Luigi di Bareggio (in occasione della Settimana dell’educazione 2020), da Paolo Nespoli, l’astronauta record italiano per il tempo di permanenza nello spazio, con le sue tre missioni sulla ISS, hanno affascinato tutti e regalato una lezione di determinazione importante, soprattutto per i ragazzi e i giovani. 313 giorni, 2 ore e 36 minuti nello spazio; 210 milioni di chilometri; 5000 volte il giro della Terra per 5000 albe e 5000 tramonti dallo spazio... Un sogno che comincia da ragazzino. “Quando mi chiedevano ‘Cosa vuoi fare da grande?’ ‘Voglio andare sulla luna, voglio fare l’astronauta’, dicevo! Mi guardavano sorpresi, e mi dicevano ‘studia!’, senza troppa convinzione. D’altronde, quali erano le chance, le possibilità, che un ragazzino della provincia, non lontano da qua, italiano, negli anni ‘60, andasse nello spazio? Erano praticamente zero... Ho capito che la situazione non era davvero semplice, e quella idea, pian piano, è finita in un cassetto ed è rimasta lì, per diversi anni. La vita è come un viaggio e ognuno deve trovare la sua strada. Io non riuscivo a capire cosa fare nella e della mia vita... A un certo punto mi è arrivata la cartolina per fare il militare, e ho deciso di andare nei paracadutisti, vivendo le mie esperienze. Iniziavo a capire quali erano i miei ‘confini’ (buona parte ce li avevo messi io): a volte noi decidiamo che intorno a noi ci sono dei muri e non ci proviamo neanche ad andare oltre perché non si può, sono confortevoli... Sono stato mandato in Libano, al rientro da questa missione, qualcuno mi chiese: ‘Cosa vuoi fare da grande?’ Sono un ufficiale dell’esercito, un incursore, risposi... ‘Sì, ma qual è la tua aspirazione, la tua passione?’ Quando non riuscivo più a rispondere a questa cosa, ho tirato fuori: ‘Da ragazzino volevo fare l’astronauta, ma non posso farlo’ (chiedevano una laurea tecnica, la conoscenza a livello lavorativo della lingua inglese e fisico normale). Una delle cose che mi ha colpito è stato il fatto che questa persona mi ha detto: ‘Lo sai come si fa a non realizzare un sogno? Il non provarci’. Se uno ha un sogno, vero, grande, e non ci prova, ha già deciso che non si può fare... ‘Non posso andare, è troppo complicato, sono vecchio ormai, non parlo inglese ecc., allora le cose non le farà mai. Poi non è detto che se cominci ci arrivi, anzi, i sogni un po’ grandi di solito non si trasformano in realtà. Ma alla fine ci devi provare... Dopo una laurea in ingegneria aerospaziale in America, essere stato scartato nelle selezioni per due volte... proprio quando avevo superato i limiti di età previsti, sono riuscito a coronare il mio sogno”. ‘Guardate avanti e puntate sempre in alto: le stelle non sono poi così lontane!’
Bareggio - Nespoli si racconta
Siamo al lavoro per offrire a tutti un’informazione precisa e puntuale attraverso il nostro giornale Logos, da sempre gratuito.
La gratuità del servizio è possibile grazie agli investitori pubblicitari che si affidano alla nostra testata.
Se vuoi comunque lasciare un tuo prezioso contributo scrivi ad amministrazione [at] comunicarefuturo [dot] com
Grazie!
Invia nuovo commento