Milano / Malpensa
Lavoro che manca e mal pagato
- 07/02/2020 - 14:27
- Commercio
- Frecce sui nostri giorni
Milano è la 'capitale morale' d’Italia, il traino della sua economia, la città che ha trovato nuova linfa e un potente rilancio di immagine, dinamismo e perfino richiamo turistico dopo Expo e il completamento dei grandi programmi di riqualificazione delle aree dismesse come le Ex varesine o il significativo complesso residenziale e direzionale di City Life. La Milano da bere, sede di università prestigiose, case di moda, centri di ricerca aziende innovative, all’avanguardia sul piano dei servizi, ricca di case editrici, fermenti culturali, teatri, strabordante di iniziative, povera di alloggi, quanto mai costosi, è anche una città cosmopolita, la più europea d’Italia. Accanto a tutte queste realtà sacrosante e celebrate, dovremmo forse ricordare che “ove c’è molta luce, c’è anche molta ombra”, secondo la celebre espressione di Goethe, del 1810. Milano è infatti la città nella quale un lavoratore può essere assunto da un grande teatro o da un noto e celebrato museo del centro (si tratta di casi reali) e venire pagato poco più di sei (dicasi sei) euro l’ora, ovviamente lordi. Ragionando un istante, significa che, stanti i due euro del biglietto della metropolitana, la prima ora di lavoro, grosso modo al netto delle ritenute, vada spesa quasi completamente per i quattro euro del viaggio di andata e ritorno da casa. Certo, bisognerebbe sperare che il lavoratore abbia la fortuna di vivere in aree servite dai mezzi pubblici, non abbia un affitto da pagare, una retta universitaria, la spesa da fare per sopravvivere, degli abiti da comprare, in saldo...Come si può pensare di mantenere la pace sociale ed evitare che la parte meno fortunata dell’elettorato si sposti verso gli estremi dell’universo politico senza tutele sociali adeguate ed efficaci? Dov’è la redistribuzione della ricchezza? Non c’è dubbio: queste umiliazioni non possono restare senza conseguenze. Non si tratta di essere di destra o di sinistra, ma di avere o non avere buon senso.
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