meteo-top

Milano / Malpensa

Malpensa Nuvole discontinue
Sab, 23/11/2024 - 21:20

data-top

sabato 23 novembre 2024 | ore 22:13

Cinecomic Missing

Viaggio Hollywoodiano. Alla scoperta di titoli annunciati e poi scomparsi. Domande, ipotesi e speranze per quei favolosi progetti conclusi con un nulla di fatto.
Overthegame - Cinecomic missing

In questo nostro caotico ventunesimo secolo, dove l’umanità è spinta alla velocità della luce in un futuro incerto e dagli esiti alquanto pessimistici, le correnti artistiche in tutto il mondo stanno soffrendo per la mancanza di idee originali. Gli effetti di questo pantano creativo si sentono soprattutto a Hollywood. I progetti originali o tratti da storie di vita vera passano in secondo piano, sostituiti da quelle che io definisco le 'Tre C', ossia: Cinecomic, Cinevideogame e Cinebook.
Tra le lettere elencate quella dei cinecomic domina incontrastata anche grazie al Marvel Cinematic Universe e alla sua nutrita famiglia di supereroi. Negli ultimi tempi registi della vecchia guardia come Martin Scorsese e Francis Ford Coppola si sono detti preoccupati per questo numero crescente di supereroi che approdano su grande schermo e più volte si sono chiesti se i film Marvel fossero Cinema o meno. Se avete seguito il polverone che ne è scaturito e che ha coinvolto buona parte del panorama Hollywoodiano sicuramente avrete le vostre opinioni in merito. A me non importa come la pensate a riguardo, io sono qui per denunciare la scomparsa di adattamenti cinematografici tratti da fumetti in generale. Hollywood è sicuramente un posto strano e abbietto. Io stesso non capirò mai fino in fondo i meccanismi che regolano la fabbrica dei sogni, ma se c’è una cosa che proprio non sopporto della Terra del Sole è la sua totale mancanza di rispetto nei confronti di quelle storie e personaggi che sarebbero perfetti per un film, ma che non ricevono il dovuto trattamento. Spesso, infatti, vengono adattati male o non vengono affatto considerati. A volte viene annunciato, con sorpresa di tutti, che faranno il film o la serie TV tratta da quel libro, quel videogioco o, nel nostro caso, da quel fumetto. A questo punto gli esiti sono due: il primo è che le notizie sul cast e sui lavori dell’adattamento si susseguono a macchia d’olio fino alla pubblicazione del primo trailer; il secondo è che dopo il primo annuncio passano svariati anni e dell’adattamento non si hanno più notizie. Questo articolo è sostanzialmente una bacheca piena di volantini di gente scomparsa. La bacheca non è molto grande e ci stanno solamente quindici manifesti, ma il numero di adattamenti tratti da fumetti, videogiochi e libri, annunciati e poi spariti senza lasciare traccia è veramente esponenziale. In questo articolo andremo a conoscere quindici adattamenti da quindici fumetti. Chi sono? Cosa li rende così unici? Chi doveva occuparsi di loro? E soprattutto: che fine hanno fatto? Seguitemi in questo viaggio nella notte eterna del grande limbo Hollywoodiano, per riscoprire quelle storie e quei personaggi che sembravano perfetti per un film o una serie TV, e che invece sono ancora bloccati nel limbo, in attesa di una chiamata che potrebbe non arrivare mai, condannati a vagare nell’oscurità per un tempo indefinito fino a quando non moriranno nell’indifferenza di chi preferisce il successo assicurato piuttosto che rischiare in un progetto originale e semisconosciuto che potrebbe rivelarsi qualcosa di grandioso una volta ultimato.

La mia cosa preferita sono i mostri
Chicago. Sullo sfondo dei tumultuosi anni Sessanta, teatro di lotte politiche e manifestazioni di piazza, la piccola Karen Reyes tiene un diario pieno di horror B-movie e disegni di mostri tratti da riviste pulp. Karen Reyes prova a risolvere il delitto della sua enigmatica vicina di casa del piano di sopra, Anka Silverberg, superstite dell'olocausto uccisa in circostanze misteriose. Le investigazioni di Karen la porteranno a indagare sulla vita di Anka nella Germania nazista e la ragazzina scoprirà che eventi personali e politici, passato e presente, convergono. Il graphic novel di Emil Ferris è tutti a gli effetti un capolavoro mastodontico che rompe ogni schema tradizionale del racconto a fumetti. Il libro è un diario personale che racconta la Chicago di fine anni Sessanta e inizio anni Settanta, vista attraverso lo sguardo di una ragazzina dal talento artistico piuttosto precoce e ossessionata dall'immaginario pop del periodo. La storia scritta come un giallo autobiografico, tocca vari argomenti di denuncia socio-politica come il razzismo, la xenofobia, il disagio sociale ed economico e il feroce scontro di classe nell'era post-sessantotto. I protagonisti principali della storia sono due: Karen (narratrice della storia e raffigurata nel sua alter ego cartaceo come una giovane licantropa) e Anka (la vittima scampata agli orrori dell'olocausto che narra la sua storia dalla tomba). Raggiunta la parte centrale del racconto la palla della narrazione passa ad Anka, che racconta la sua infanzia passata in un bordello nella Germania post-bellica, fino a giungere alla lucida follia dei campi di sterminio nazisti e alla fuga in America nel tentativo di lasciarsi alle spalle i mostri del passato. A farla da padrone nel libro sono soprattutto i disegni, di natura straordinaria. Ciascuno occupa un'intera pagina e sono un'esplosione di colori sgargianti, caleidoscopiche situazioni, fantasie e personaggi disegnati in maniera divina, che rasenta lo stile dei fumetti underground del periodo e che rende omaggio a maestri come Robert Crumb e Harvey Pekar. L'adattamento per il grande schermo venne annunciato nel 2017 per la regia di Sam Mendes (regista di 'American Beauty'). Al momento Mendes tornerà nelle sale con il film bellico '1917', ma per quanto riguarda l'annunciato progetto sembra essersi concluso con un nulla di fatto. È veramente così? Mendes ha gettato la spugna? O sta ancora lavorando all'adattamento lontano dall'occhio indiscreto della stampa? Non so se questa opera arriverà veramente al cinema e se renderà giustizia al materiale di partenza, ma la storia al suo interno merita di essere adattata anche sotto forma di mini-serie TV, perché se non lo si facesse sarebbe il peggiore dei crimini.

Black Hole
Nella Seattle del 1979 una misteriosa malattia venerea si sta diffondendo fra gli adolescenti. Tale malattia si manifesta causando radicali e incontrollate mutazioni fisiche che trasformano gli infetti in dei mutanti emarginati dalla società. La storia si concentra principalmente su quattro personaggi centrali Chris, Rob, Keith ed Eliza alternandosi tra le esperienze di come contraggono la malattia e quindi con chi ognuno di loro viene in contatto. Con uno stile narrativo sconnesso e un disegno in bianco e nero che rimanda al cult ‘Eraserhad’ di David Lynch, il graphic novel di Charles Burns è un horror angosciante e disturbante, una metafora sull’ansia adolescenziale causata dalla scoperta della sessualità e dalla transizione verso l’età adulta in salsa David Cronenberg. La prima notizia di un adattamento per il grande schermo risale al lontano 2005, quando il regista Alexandre Aja annuncio che avrebbe diretto il cinecomic da una sceneggiatura di Neil Gaiman e Roger Avary. Nel febbraio del 2008 la Paramount Pictures annunciò che il regista di ‘Seven’ (David Fincher), avrebbe sostituito Aja in cabina di regia. A seguito del cambio, Neil Gaiman e Roger Avary abbandonarono il progetto a causa delle continue divergenze creative con il regista e la produzione, e disgraziatamente nel 2010 anche Fincher abbandono la regia per dedicarsi ad altro. Le ultime notizie risalgono al marzo del 2018, quando venne annunciato che dietro la macchina da presa ci sarebbe stato Rick Famuyiwa, il quale vanta nel suo curriculum una serie di commedie a sfondo romantico e alcuni episodi della serie TV ‘The Mandalorian’. L’adattamento di ‘Black Hole’ rappresenterebbe il suo primo approccio con il genere horror fantastico, ma al momento sembra che questo non sia il suo prossimo progetto; però, recentemente il titolo è apparso nella lista di progetti in via di sviluppo su Imdb.com, che lo segnalano in stato di pre-produzione. Cosa è successo? Si tratta forse di un errore? Sarà effettivamente questo il nuovo progetto di Rick Famuyiwa? Il progetto è ancora vivo e ai nastri di partenza o è definitivamente morto? Non so se un giorno vedremo la pellicola tratta da questa viscerale graphic novel e se sarà diretta da Rick Famuyiwa, ma se fosse così spero che venga utilizzato lo stesso approccio usato da Robert Rodriguez per 'Sin City' e che sia vietato ai minori naturalmente.

Patience
Patience e Jack sono una giovane coppia dei nostri tempi, costretta ad affrontare i problemi comuni alla propria generazione (difficoltà lavorative e incertezza per il futuro) che si mischiano a insicurezze personali. Il tutto esasperato dalla notizia dell’arrivo di un figlio. È nel mezzo di questo trambusto emotivo che un evento drammatico, ovvero l’omicidio di Patience, fa deflagrare il precario equilibrio di Jack, che precipita in un abisso dal quale non sembra esserci via di fuga, a meno di non riscrivere il passato e prevenire così la morte dell’amata. Opportunità che, in maniera del tutto inaspettata, qualche anno dopo il caso offre al ragazzo, nel frattempo divenuto un uomo sopraffatto dalla sofferenza e alla deriva. Jack scopre infatti in maniera bizzarra e del tutto fortuita che la macchina del tempo esiste: è quindi possibile modificare il corso degli eventi, salvare Patience e il bambino. L’uomo inizia così una disperata crociata nella quale si trova a rimbalzare tra periodi temporali diversi, carnefice e allo stesso tempo vittima di una situazione che non riesce a padroneggiare completamente e che affronta con una determinazione tanto risoluta quanto cieca. Opera più matura e graficamente eccezionale dell’autore di ‘Ghost World’, ‘Patience’ si impone fin dalla prima pagina come nuovo capolavoro del fumetto americano. Clowes condensa e rielabora il suo intero immaginario narrativo in una storia a meta strada fra Richard Matheson e Ray Bradbury, disegnata come un fumetto della Marvel dei tempi d'oro di Stan Lee e Steve Ditko. Il protagonista è un uomo ossessionato dall'amore perduto e privato della possibilità di voltare pagina e andare avanti. Quando si presenta l'opportunità di rimediare agli errori del passato, esso si trasforma, diventando un duro uscito da un romanzo di Jim Thompson, determinato a fare di tutto per salvare il suo grande amore e il suo futuro, senza però porsi domande sulle possibili conseguenze di un gioco più grande di lui. L'adattamento venne annunciato nel 2016, con una sceneggiatura scritta dallo stesso Clowes, dopo di ché il buio. Che fine ha fatto l'adattamento di questo gran capolavoro? La compagnia che doveva produrlo si è tirata indietro? Clowes ci ha ripensato? E se è si, perché non ha diramato un comunicato stampa o anche un semplice Twitte per dire che il progetto era morto? Non so se questo fumetto arriverà a vedere il buio della sala o se rimarrà nel buio del grande limbo Hollywoodiano, ma se ciò succedesse sarebbe un peccato perché tutto il lavoro di Clowes meriterebbe un adattamento, anche sottoforma di web-series animata.

Aleister Arcane
Un ex meteorologo di nome Aleister Green fa ritorno alla sua città natale per realizzare il suo grande sogno: aprire uno studio televisivo privato. Una volta aperta l'attività, inaugura uno show in seconda serata dove presenta film dell'orrore e si diletta in giochi e gag a sfondo macabro nei panni dello scienziato pazzo Aleister Arcane. Lo show ha un forte impatto sul pubblico dei giovanissimi, ma attira anche le proteste e l'indignazione per la violenza esplicita mostrata. Dopo che due ragazzini rimangono coinvolti in un incidente sul set le cose volgono al peggio per il nostro eroe, costretto a chiudere l'attività sommerso dalle proteste e critiche. Anni dopo, ormai in disgrazia e in povertà, maledice la città che l'ha ridotto in miseria e subito dopo muore. Da quel momento fatti strani e raccapriccianti incominciano ad accadere. Solo un gruppo di ragazzi che erano diventati amici di Aliester quando era ancora in vita può rompere il maleficio che grava sulla loro città. Con una trama ispirata all'immaginario collettivo degli anni Ottanta e un disegno che omaggia lo stile dei cartelloni dei film horror anni Cinquanta e Sessanta, il graphic novel scritto da Steve Niels e illustrato da Breehn Burns è una folle parabola su un uomo che vede distrutti i propri sogni dalle pressioni dei seguaci del politicamente corretto e al tempo stesso un romanzo di formazione in chiave 'Stranger Things'. Con questi elementi un adattamento cinematografico era doveroso. Chi meglio di Jim Carrey, quindi, potrebbe incarnare il personaggio, sotto la regia del visionario Eli Roth? Il film è stato annunciato nel 2016 e da allora è praticamente scomparso dai radar e dalla lista di Jim Carrey ed Eli Roth. Che fine ha fatto il progetto? È ancora vivo? È morto? C'entrano qualcosa gli impegni presi da Carrey per il film di ‘Sonic’ e la serie TV ‘Kidding’? Eli Roth è ancora interessato alla regia? Io spero proprio di sì, anche perché vedere Jim Carrey (che somiglia in maniera impressionante al personaggio del fumetto) nei panni di questo superbo antieroe, diretto dal leggendario Eli Roth, sarebbe un sogno non solo per i fan di Carrey, ma anche per gli amanti dei cinecomic a sfondo horror in generale.

Queen & Country
L'agente dell'intelligence inglese Tara Chace, insieme a due suoi colleghi il cui nome in codice è 'Minders', è impegnata a tenere sotto controllo la situazione mondiale sventando complotti terroristici e proteggendo gli interessi della Regina e dell'Inghilterra. Quando Tara viene coinvolta in un omicidio, però, la sua copertura rischia di saltare. Creata da Greg Rucka nel lontano 2001, la serie di 'Queen & Country' è una geniale rivisitazione al femminile del James Bond di Ian Flamming, che però prende maggiore ispirazione dalla serie di romanzi 'The Sandbaggers' pubblicati da Ian Mackintosh a partire dal 1980. il fumetto è un concentrato di spy-story vecchio stile nella migliore tradizione di Robert Ludlum e Tom Clancy, unità all'azione iperbolica della serie di 'Mission Ipossible'. Nonostante queste premesse Rucka, più che sull’intreccio spionistico e sull’azione, lavora sulle atmosfere e sui personaggi, mostrandoci come essi reagiscono agli avvenimenti e come interagiscono tra di loro. L’autore riesce benissimo a mantenere la tensione per tutta la serie, cercando al contempo di alleggerirla inserendo gustosi battibecchi tra i protagonisti. Va detto che i dialoghi sono uno dei punti di forza di Rucka, che nel giro di poche pagine passa da scambi di battute a discussioni fatte di frasi brevi e taglienti. Il film venne annunciato nel 2013 dalla 20th Century Fox e sebbene fosse ancora sprovvisto di un regista e di uno sceneggiatore, secondo i primi dettagli il ruolo della protagonista principale doveva essere affidato ad Ellen Page. Dopo anni di silenzio, nel 2018 venne annunciato che a dirigere l’adattamento sarebbe stato niente meno che Ridley Scott su una sceneggiatura scritta dallo stesso Rucka. Per il ruolo della protagonista, il regista aveva pensato di affidarlo a Sylvia Hoeks (apparsa in ‘Blade Runner 2049’), ma dopo questa notizia il silenzio è calato di nuovo. Che ne è stato dell’adattamento delle avventure di Tara Chace al cinema? Scott ci ha ripensato? C'entra qualcosa l’acquisizione della Fox da parte della Disney? Il progetto è vivo o è stato definitivamente cancellato insieme a tanti altri progetti che erano in lavorazione alla Fox? Spero non sia così perché, in un’era dove siamo sommersi dai film di James Bond, ‘Mission Impossible’, credo sia venuto il momento di puntare su soggetti non ancora sfruttati. La storia di Tara Chace non è di certo la più originale, ma sarebbe sicuramente una ventata d’aria fresca per un genere che sta soccombendo sotto il peso della monotonia e del già visto.

Anya e il suo fantasma
La sedicenne Anya vive negli Stati Uniti insieme alla madre e al fratellino ormai da anni, ma nonostante questo si sente un pesce fuor d'acqua nella nuova realtà. A scuola non è particolarmente brava e la sua unica amica è l'eccentrica Siobhan. Tutto cambia quando un mattino per andare a scuola decide di attraversare il bosco per accorciare la strada. Distratta dai vari pensieri che l'affliggono, precipita in un vecchio pozzo. Qui, stupita e terrorizzata, trova uno scheletro. Dalle ossa prende corpo il fantasma di Emily, una ragazza caduta e morta in quel luogo novanta anni prima, mentre cercava di fuggire da un pericoloso criminale che aveva appena assassinato i suoi genitori. Emily è impossibilitata ad abbandonare il fondo del pozzo, in quanto per qualche ragione sconosciuta non può allontanarsi dalle proprie spoglie mortali. Il giorno dopo, aiutata da un passante, Anya riesce a uscire dal pozzo. Tutto sembra tornare alla normalità, ma nella fretta di uscire, Anya raccoglie accidentalmente una falange dello scheletro di Emily insieme alle sue cose, permettendo allo spirito della ragazza di uscire dal pozzo con lei. Felice di essere fuori dalla sua prigione, Emily decide di ricambiare il favore aiutando Anya a copiare i compiti in classe e a farsi nuovi amici. Inizialmente Anya pensa che la sua nuova amica sia la cosa migliore che le sia mai capitata, ma il rapporto avrà delle inaspettate conseguenze. 'Anya e il suo fantasma' è a tutti gli effetti un romanzo di formazione con i tratti della ghost story per ragazzi. I maggiori punti di forza dell'opera di Vera Brosgol risiedono nella trama ben strutturata che fila liscia come l'olio, nel uso del colore monocromatico, nella rappresentazione volutamente cartunesca dei personaggi e nella protagonista principale, nella quale ogni lettore o lettrice può immedesimarsi e riconoscersi nei vari problemi che l'affliggono. Osannato da Neil Gaiman e vincitore dell'Eisner Award nel 2012, era impossibile che la cosa non passasse inosservata all'occhio di Hollywood e al produttore Jeremy Bolt (uno dei creatori della saga di 'Resident Evil'). Annunciato nel 2015, il progetto venne proposto ad Andy Muschietti (regista di 'IT'), il quale rifiutò per una concomitanza d'impegni. Nel 2017, fu annunciato Dan Mazer (regista di 'Nonno Scatenato') in cabina di regia su una sceneggiatura di Patrick Ness. In fine, nel 2018 venne annunciata Emma Roberts nelle vesti di Emily (non è chiaro se reciterà in carne e ossa o se darà semplicemente la voce a un personaggio creato in CGI), da allora calma piatta. Che ne è stato del progetto? È vivo? È morto? È in fase di stallo? Al momento su Imdb.com il film è segnalato in stato di pre-produzione, ma ciò nonostante non sono giunte notizie né sul resto del cast, né sulla data d'uscita del progetto, che sembra essere destinato a finire nel cassetto per i prossimi cinquantanni. Sarebbe un vero peccato se 'Anya e il suo fantasma' si concludesse con un nulla di fatto, anche perché è una splendida storia d'amicizia e di crescita che merita di essere raccontata, anche in una semplice mini-serie animata.

God Country
[Emmet Quinlan è un vecchio che vive nell’ovest del Texas, la cui demenza e le sue violente esplosioni stanno iniziando a diventare un peso per la sua famiglia. Quando la sua casa viene distrutta da un enorme tornado, Emmett ne emerge cambiato. Molto della sua trasformazione è dovuta alla spada incanta che si trovava nel cuore della tempesta che ha dato ad Emmett una nuova vita. Sfortunatamente la spada non è la sola cosa che è arrivata dal tornado. Emmet dovrà usare il suo nuovo potere per combattere creature di altri mondi che brulicano per il Texas e che bramano il grande potere della spada. Scritto da Donny Cates e disegnato da Geoff Shaw, ‘God Country’ è un grande omaggio all’epica fantastica di Rip Kirby; solo che a differenza delle cronache del 'Quarto mondo', la storia si concentra principalmente sul dramma famigliare di Emmet e di suo figlio, contrapponendo per giunta la concezione umana dei legami familiari a quella degli dei. L’intreccio narrativo del racconto, inoltre, non riporta grandi sorprese, ma l’incedere rapido e senza fronzoli delle vicende e la genuinità del tutto rendono certamente fluida e piacevole la lettura. A farla da padrone sono soprattutto i magnifici disegni di Shaw, il cui lavoro è perfetto riuscendo a catturare, grazie ad uno stile fortemente impressionista e ad un tratteggio fitto e particolarmente attento all’uso del chiaroscuro, le atmosfere sospese di una storia che viaggia a metà fra registro drammatico/quotidiano, western e fantasy. Il film è stato annunciato l’ottobre del 2018 e da allora non sono stati annunciati né il regista né gli sceneggiatori che dovrebbero occuparsi di tale progetto. Che stanno facendo? Hanno definitivamente messo il progetto sotto naftalina o stanno ancora cercando il regista e lo sceneggiatore giusto? In questa era dove i supereroi della Marvel la fanno da padrone sul grande schermo, credo sia ora di uscire fuori dal coro, per raccontare la storia di un semplice uomo al tramonto della sua vita, disposto a lottare non per la salvezza del pianeta, ma per quella della sua famiglia.

Kill or be killed
Dylan è un invisibile. Un ragazzo semplice e comune nella grande e tentacolare New York. È un debole, innamorato della sua migliore amica che però sta con il suo coinquilino. Una vita che si trascina via stanca, solitaria e senza uno scopo, con le giornate che si dividono tra studio, casa e tristezza. Perché Dylan è uno di quei ragazzi che fanno tanto stereotipo dello “sfigato” americano medio. Una persona che non ha il coraggio di vivere e che è costantemente spaventata dal mondo. Per lui è più facile uscire di scena compiendo un gesto estremo: il suicidio. Una morte rapida, indolore, che dovrebbe liberarlo da tutto quello che è. Miracolosamente, però, non muore, ed è proprio qui che un’oscura presenza fa capolino, spiegando a Dylan che salvandosi lo ha privato di una vita e che per sdebitarsi dovrà uccidere una persona malvagia al mese, per sempre. Pena: la sua stessa vita. 'Kill or be Killed' è un fumetto cattivo, sporco e violento, adatto a un pubblico più maturo. Ed Brubaker riesce a costruire una trama e un intreccio interessante da un’idea semplice come può essere quella della risalita personale dopo aver toccato il fondo. Una storia che comincia come tante ma che fin da subito ha un colpo di scena che scombina totalmente le certezze di Dylan, cambiando la sua relazione con il mondo che lo circonda e con i suoi amici. Il disegno di Sean Phillips è la perfetta traduzione del pensiero di Brubaker. Ogni personaggio, ogni sfumatura, ogni paesaggio è curato alla precisione, netto, vivido, e le espressioni di Dylan sono lo specchio dei suoi pensieri colmi di astio per una società che l'ha etichettato come invisibile. Il film venne annunciato nel 2017, per la regia di Chad Stahelski della saga di 'John Wick', ma a tutt'oggi non ci sono ancora notizie sull'inizio delle riprese e sulla possibile data d'uscita. Sarà questo il prossimo progetto di Stahelski dopo che avrà concluso il suo lavoro sulla saga di 'John Wick'? Oppure si dedicherà all'adattamento dei libri di Sandman Slim e all'annunciato reboot di Highlander? Dopo il grande successo del 'Joker' di Todd Philiphs è impensabile non vedere un film tratto da questa superba graphic novel. Un tripudio di azione e violenza che contiene al suo interno un esplicito messaggio di denuncia sociale che mette a nudo la fragilità su cui si fonda l'America.

Strangers in Paradise
Katina Choovanski (detta Katchoo) e Francine Peters, sono due ragazze che si conoscono dai tempi del liceo. Katchoo è profondamente innamorata di Francine la quale però la considera come sua migliore amica. A questa complicata relazione si aggiunge David Qin, che si dichiara innamorato della stessa Katchoo. La storia d'amore sarà caratterizzata da momenti divertenti e surreali quando l'ex capo di Katchoo va alla ricerca della ragazza e di 850.000 dollari della mafia che sono scomparsi. La vita idilliaca di Katchoo va quindi a pezzi e la giovane scoprirà che non ci si può fidare di nessuno, mentre il suo passato minaccia di distruggere tutto quello che ama. A metà strada tra una commedia sentimentale e un thriller surreale che strizza l'occhio al cinema di Robert Altman e Jonathan Demme, la serie a fumetti di Terry Moor è in assoluto un capolavoro del fumetto indipendente anni novanta. Moore inizia la story-line di 'Strangers In Paradise' giocando con i ritmi delle sitcom e dei romanzi chick-lit in maniera irresistibile, scrivendo dialoghi spassosi e divertenti che in certi momenti, però, si rivelano profondi e intensi. Con 'Strangers In Paradise' si ride, ci si diverte, ci si appassiona alle vicissitudini di personaggi reali, credibili, autentici e ci si commuove. Perché quest’opera trasmette l’essenza della vita vera, caratteristica tipica della grande Arte. Perché 'Strangers In Paradise' non è solo fumetto ma Arte nel vero senso del termine. Anche se penso che tale serie sarebbe più adatta per un adattamento televisivo, il film tratto da 'Strangers in Paradise' venne annunciato nel 2017, per la regia di Angela Robinson (che ha diretto il film biografico dedicato al professor William Moulton Marston, creatore di 'Wonder Woman'), ma da allora, dell'annunciato film, non si sono avute più notizie. Che fine ha fatto 'Strangers in Paradise'? Terry Moor e Angela Robinson stanno forse valutando l'opzione di farne una serie TV invece che un film? Il progetto è morto o stanno ancora cercando una casa di produzione disposta a finanziarlo e distribuirlo nelle sale? Non so se un giorno vedremo prendere vita i personaggi di 'Strangers in Paradise' su grande o piccolo schermo, ma se così fosse spero che venga realizzato con il dovuto rispetto nei confronti di un opera diventata cult inossidabile per una generazione di ragazzi e ragazze cresciuti a pane e MTV.

Hard Boiled
Carl Seltz è un ispettore assicurativo, un marito amorevole, un padre devoto. Nixon è un folle omicida esattore delle tasse, che scambia la città per un campo di battaglia di cui lui è l’indiscusso signore. Unità Quattro è l’assassino robotico definitivo e l’ultima speranza per i servitori meccanici, suoi simili. Tutti questi aspetti sono rinchiusi nella stessa folle identità, che muove i suoi passi in un deformante incubo della post-modernità, ridotta ad un ibrido cibernetico/umano. Chi sono gli esseri umani? Dove sono gli esseri umani? La distruzione e la violenza sembrano regnare incontrastate. Scritta da Frank Miller e magnificamente illustrata da Geof Darrow, ‘Hard Boiled’ è una delle graphic novel più sottovalutate e folli create dall’autore di ‘300’ e ‘Sin City’. Il protagonista della vicenda è una macchina che cerca di convincere sé stessa che è umana, con delle conseguenze a dir poco distruttive in un concentrato di ultra-violenza che trasuda anarchia nichilista ad ogni pagina. Darrow realizza tavole splendide, ricche di dettagli. Se la storia può essere una continua citazione all’universo futuristico di Philip K. Dick e alla fantascienza distopica di J. G. Ballard, le pagine vengono riempite da colori vivi e da dettagli che il lettore può scoprire a ogni nuova lettura, in un crescendo di adrenalina che culmina con un finale a dir poco spiazzante. La prima notizia di un adattamento risale addirittura al 2001, quando venne annunciato che alla regia del progetto ci sarebbe stato David Fincher, mentre a vestire i panni del protagonista avrebbe dovuto esserci Nicolas Cage. Sfortunatamente il progetto non è mai andato in porto e solo nel 2016 si è tornato a parlare del fumetto di Frank Miller al cinema. Dagli ultimi rapporti sembra che a occuparsi della regia ci sarà Ben Wheatley (regista di ‘Free Fire’ e dell’annunciato seguito del reboot di ‘Tomb Raider’), mentre il protagonista principale dovrebbe essere interpretato da Tom Hiddleston (il Loki del Marvel Cinematic Universe e già diretto da Wheatley nel film ‘High-Rise’). Ora, siamo quasi alla fine del 2019 e dell’annunciato film nessuna traccia. Che ne è stato di questo progetto che Hollywood si trascina dietro da anni? Ben Wheatley si occuperà di esso dopo che avrà finito il suo impegno con il seguito di ‘Tomb Raider’ o passerà ad altro? Tom Hiddleston tornerà a lavorare con il visionario regista britannico dopo gli impegni presi con la Marvel per la serie spin-off dedicata al dio delle malefatte? Non so se un giorno vedremo le iperboliche avventure Carl Seltz prendere vita davanti ai nostri occhi, ma se dovesse succedere mi auguro che il risultato finale non vada ad intaccare la fama di uno dei fumetti più Hard Core del ventesimo secolo.

Animosity
Un giorno, nello stesso momento, cani, gatti, topi, gabbiani e ogni altro animale sulla Terra si sono risvegliati dal sonno delle loro coscienze e hanno cominciato a pensare e parlare, con conseguenze catastrofiche. Essi sembrano volere una sola cosa: conquistare la libertà e la felicità che, finora, solo l'essere umano ha avuto il privilegio di perseguire. Alcuni vogliono vendicarsi per i soprusi e le ingiustizie subite in milioni di anni, quando la specie umana era indiscutibilmente al vertice della catena alimentare, altri desiderano semplicemente eliminare ogni uomo, donna e bambino. Tutti chiedono una sola cosa: giustizia! Nessuno verrà più cacciato o ucciso, nessuno verrà più trattato come un animale. Mentre il loro mondo viene sconvolto per sempre, la piccola Jesse e il suo cane, Sandor, devono attraversare gli Stati Uniti per riunire quello che resta della loro famiglia. Insieme scopriranno che uomini e animali possono ancora collaborare oppure finiranno per cadere vittima dell'apocalisse ferina? Sulla scia di serie post-apocalittiche come ‘The Walking Dead’ e ‘Y: the last man’, 'la serie a fumetti di Marguerite Bennett, illustrata da Rafael De Latorre, prende le dovute distanze dalle due serie sopracitate per raccontare un'apocalisse del tutto inaspettata, che sembra celare al suo interno un messaggio di denuncia socio-ecologista, ma che alla fine si rivela qualcosa di più grande e complesso del previsto. Fin dal primo numero il lettore viene catapultato in mezzo alla feroce rivoluzione della fauna globale, con un crescendo d'orrore paragonabile ai film 'E venne il giorno' di M. Night Shyamalan e 'The Mist' di Frank Darabont. La storia si concentra principalmente su Jesse e Sandor e sul loro viaggio attraverso i vari mondi che si sono creati in un'America sconvolta dall'improvviso cambiamento sociale. Da qui inizia una profonda e toccante disamina di quello che sono i rapporti umani e animali. Il gruppo di Jesse e Sandor si arricchisce di nuovi elementi, e insieme decidono di fare comunità, di aiutarsi e di far fronte comune alle continue insidie che il nuovo mondo mostra senza sosta, andando a toccare temi profondi come la religione, il razzismo e il diritto alla vita e alla ricerca della felicità in un mondo freddo e spietato dove il confine fra superiore e inferiore si fa sempre più sottile, fino a sparire del tutto. Il film è stato annunciato nel 2018 ad opera della Legendary Pictures, ma da allora non ci sono state più notizie né sul potenziale regista, né sull'inizio delle riprese, né sulla data d'uscita. A che punto è il progetto? È stato abbandonato o stanno procedendo in silenzio? Hanno trovato il regista e gli sceneggiatori? E se la risposta è 'si' chi sono? Modestamente parlando a me piace il genere post-apocalittico e l'apocalisse descritta in 'Animosity' è ben diversa da quella dei soliti disater-movie a cui siamo abituati. È qualcosa di nuovo ed estremamente innovativo, che si interroga sulle paure profonde e ancestrali di una società spinta verso un futuro incerto dove gli spettri del presente diventano il riflesso di un umanità frammentata e messa in ginocchio in un mondo dove schiacciare anche il più piccolo insetto porta a delle conseguenze estreme.

Descender
Dieci anni dopo che dei giganteschi robot noti come 'i Mietitori', hanno decimato la popolazione di ciascuno dei principali pianeti abitati e che gli umani superstiti hanno distrutto per reazione all'ecatombe ogni robot esistente, su uno sperduto avamposto minerario si risveglia Tim-21 (un androide-bambino da compagnia), insieme al suo cane-robot Bandit. Purtroppo da poco si è scoperto che la matrice dei Mietitori era la stessa degli androidi della serie Tim, quindi il segnale vitale di quel singolo androide attira da ogni angolo dei mondi persone che lo vogliono smontare, distruggere o replicare per i propri fini. Per Tim incomincia un viaggio ai confini più remoti del cosmo, alla ricerca di risposte sulle sue origini, mentre si prepara la più grande caccia all'uomo (o all'androide) dell'intero universo. Dal genio di Jeff Lemire in collaborazione con l'artista Dustin Nguyen, la serie di 'Descender' è una space opera dal potenziale illimitato. Anche se presenta delle somiglianze con il film ‘I.A. intelligenza artificiale’, Lemire prende subito le distanze dal film di Steven Spilberg, perché a differenza del protagonista di I.A., Tim non è un essere artificiale che cerca di essere un bambino vero, ma è piuttosto una macchina da subito più umana degli umani, che capisce meglio i sentimenti della logica, conosce il dolore e l’amore ma ignora il cinismo. Quindi l’inizio di 'Descender' è efficacissimo nel presentare la malinconia del robot bambino abbandonato, del suo cane macchina che solo lui sembra capire e il suo sconcerto di fronte a un mondo crudele e quasi incomprensibile. La serie si regge soprattutto sui disegni e i colori di Dustin Nguyen. Gli acquerelli e il metallo, il netto bagliore delle armi a energia e le sfocature, il bambino e i circuiti sono gli elementi che giustapposti danno corpo allo spaesamento di Tim e alla sua malinconia, e lo rendono empatico anziché solo lamentoso. I disegni sono molto più evocativi che particolareggiati, un dettaglio che dona all'opera forza ed originalità, che la rende epica ed estremamente godibile. L'adattamento cinematografico venne annunciato nel 2016, per conto della Sony Pictures, su una sceneggiatura di Jesse Wigutow. Le ultime notizie risalgono al 2018, quando in un intervista, Jeff Lemire dichiaro che la Sony stava prendendo in considerazione l'idea di affidare la regia a un regista Italiano, ma da allora non si sono avute più notizie né sulla pellicola, né sul nome del presunto regista. Cosa sta facendo la Sony? Sta procedendo con il progetto o l'ha definitivamente accantonato? Jeff Lemire diceva la verità sull'ingaggio di un regista Italiano? E se la risposta è 'si', chi è questo nostro connazionale in grado di fare breccia nelle grazie di Hollywood? Le ipotesi sono tante, ma se io dovessi formularne una, ipotizzerei che gli unici della lista di registi Italiani in grado di dirigere un adattamento di 'Descender', sono due: Gabriele Salvatores e Matteo Garrone.

I segreti di Burden Hill
Il tranquillo quartiere di Burden Hill viene sconvolto da una serie di accadimenti a sfondo soprannaturale, che coinvolge non solo gli abitanti del luogo, ma anche gli animali che vi abitano. La società dei Cani Saggi, nomina Pugs, Ace, Jack, Rex, Whitey e l'Orfano (cinque cani e un gatto randagio), protettori dei boschi e dei villaggi di Burden Hill, con il compito d'indagare sull'origine del male che affligge la comunità. Per i nostri improbabili investigatori dell'occulto incomincia una serie di indagini che li porterà a scontrarsi con mostri, fantasmi di animali morti e antichi demoni, richiamati da una misteriosa entità che sta per liberarsi dalla sua millenaria prigione. La serie edita dalla ‘Dark Horse Comics’ è un fantasy urbano a quattro zampe, con cani e gatti, gli animali domestici per eccellenza, protagonisti e capaci di vedere la realtà umana con il loro sguardo, spesso impietoso. Le storie di cui sono protagonisti hanno una struttura autoconclusiva, tuttavia sono collegate da una continuity di fondo che le lega e che gradualmente aggiunge tasselli che vanno a costruire una trama di più ampio respiro che proseguirà nei racconti futuri. L’elemento fantastico che caratterizza le avventure di questi indagatori dell’incubo del mondo animale è il pretesto per trattare argomenti come i maltrattamenti e le uccisioni di animali domestici o gli abbandoni e le difficoltà del vivere di chi viene abbandonato dai compagni umani che credeva amici fedeli. Se il lavoro ai testi di Evan Dorkin è quindi più che soddisfacente nel narrare i problemi del quotidiano, l’arte di Jill Thompson rende la serie un gioiellino del fumetto americano. L’apprezzata artista di vari episodi di ‘Sandman’ realizza delle tavole estremamente suggestive ed espressive, che donano un fascino magico alle ambientazioni quotidiane che fanno da sfondo alla storia; sebbene lo stile sia vicino a quello dei libri illustrati per l’infanzia, anche grazie a un attenta scelta cromatica il risultato non stride con quanto raccontato ma anzi rafforza la narrazione fin nelle scene più crude, rendendo la storia molto simile a un romanzo a puntate scritto da Richard Adams. Nel 2013 venne annunciato che Andrew Adamson (regista di ‘Shrek’ e ‘Le Cronache di Narnia’) avrebbe prodotto un adattamento animato in CGI, su una sceneggiatura di Darren Lemke (autore di ‘Piccoli Brividi’ e ‘Shazam!’), per la regia di Shane Acker (regista di ‘9’). Da allora però, l’annunciato progetto non ha più dato segni di vita. Che fine ha fatto il film sulle avventure investigative di questi simpatici detective a quattro zampe? Adamson si è tirato indietro? Shane Arker è ancora interessato alla regia o stanno cercando qualcun altro per sostituirlo? A mio parere non credo che un film sia la strada migliore per un adattamento, vista la mole e la struttura della storia. Sarebbe bello se facessero una serie animata targata Netflix, piuttosto che una trasposizione che condensa il materiale di partenza in un film da un’ora e mezza.

Wytches
La famiglia Rooks decide, dopo un grave incidente, di ricominciare daccapo la loro vita in un paesino lontano nel New Hempshire dove regnano la pace e la tranquillità tipica dei paesi di campagna, ricca di boschi e coltivazioni. Ma il trauma di Sailor, giovane figlia di Charlie un autore di libri per bambini e Lucy medico su una sedia a rotelle, sembra non volerla abbandonare. Al contrario è proprio in questo paesello dimenticato che l’orrore prenderà forma e richiederà un pegno alla ragazza. Con questo superbo graphic novel ci troviamo davanti a un notevole esempio di gotico americano a fumetti, perché ‘Wytches’ di Scott Snyder, si distacca appieno dall’essere il solito polpettone in salsa horror che omaggia il cinema di Wes Craven, Sam Raimi e John Carpenter. Il merito di questa riuscita operazione va anche ai disegni, firmati dal disegnatore conosciuto con il nome d’arte ‘Jock’ e ai colori scuri e psichedelici dall’artista Matt Hollingsworth. La storia è molto ben strutturata, in particolare nei temi centrali che rendono la narrazione angosciante e perturbante. Snyder è un esperto nel creare angoscia attraverso dialoghi deliranti e situazioni ambigue, intrecciando presente e passato per alimentare il mistero e la suspense intorno ai protagonisti. Il disegno di Jock è sufficientemente inquietante, grazie a un abile uso del layout della tavola, ben sostenuto dai colori di Hollingsworth che si cimenta in diverse soluzioni interessanti, specialmente nell’uso della luce e di macchie sulla tavola che creano un effetto straniante e tratti disturbante. Nel 2014 fu annunciato l’adattamento cinematografico da parte della New Regency, in collaborazione con la Plan B (stessa società che sta sviluppando l’adattamento di ‘Black Hole’). Da allora, tanto tempo è passato e molti film horror di successo sono usciti dal 2014 in poi, ma dell’annunciato adattamento di ‘Wytches’ nessuna traccia. Cosa stanno facendo la New Regency e la Plan B? Stanno ancora cercando un regista e uno sceneggiatore a cui affidare il progetto o l’hanno scartato definitivamente? E se il progetto è morto, perché non hanno diramato un comunicato stampa per dichiararne il decesso? In questi tempi dove i film della rodata Blumhouse dettano legge, sarebbe bello vedere qualcosa di diverso dal solito film pieno di jump scare, che si prolunga con un numero infinito di seguiti.

Emily la stramba
Emily è una tredicenne dai capelli lunghi, lisci e corvini, dal volto pallidissimo incorniciato da una frangia perfettamente diritta sopra lo sguardo arrogante. Dopo vari anni di spensieratezza è entrata in una specie di trance e quando si è svegliata era cambiata completamente, sia nei gusti che in tutto. Era diventata una ragazzina strana, diversa dalle altre della sua età. Le piacciono molto gli horror, adora andare in skate, il 13 è il suo numero preferito e suona la chitarra elettrica. Non ha paura di nessuno ed apparentemente ha un cuore di pietra; molti pensano sia una emo ma non è così. Emily è definita spesso quel genere di persona desiderosa della morte "cattiva" con tutti oppure semplicemente narcotica, invece Emily si differenzia dalla mischia andando avanti con il suo motto: “voi ridete di me perché sono diversa. Io vi guardo e rido perché siete tutti uguali”. Creata da Nathan Carrico nel 1991 per essere la mascotte di un’azienda di skateboard, il personaggi di ‘Emily la stramba’ si impose fin da subito come icona del pop anni novanta. Abiti, cartoleria, adesivi, accessori e per ultimo strisce a fumetti, hanno fatto di questa strana ragazzina un simbolo anticonformista della controcultura del periodo. Strettamente legato all’immaginario horror di tradizione americana, il brand di Emily la stramba racchiude il desiderio di beffa tipico dello scherzo di Halloween e la voglia di provocare un sano e impertinente spavento. Le sue avventure ricche di sarcasmo e humor nero, e il suo modo di guardare il mondo da un punto di vista irridente e spietato, la rendono un personaggio unico nella sua diversità e nella sua voglia di ribellione contro un sistema votato al conformismo estremo. Le notizie su un adattamento cinematografico sono piuttosto confuse. Le prime risalgono al 2005 (non è buon segno), quando fu annunciato che la Fox tramite la 20th Century Fox Animation, avrebbe realizzato un film a tecnica mista, sulla scia del successo di ‘Sin City’. Poi, nel 2010, sembra che i diritti siano stati venduti alla Universal, che avrebbe affidato il ruolo del personaggio a Chloe Moretz (che ha di recente prestato la voce a Mercoledì nel nuovo film animato de ‘La Famiglia Addams’). In fine, sembra che i diritti siano stati venduti ad Amazon Studios nel 2016, per realizzare un film interamente animato. Da allora, Emily la stramba è come se fosse evaporata nell’aria. Dove è finita? Le trattative tra la Dark Horse Entertainment e Amazon Studios non sono andate a buon fine? Stanno ancora cercando un regista e uno sceneggiatore o anno definitivamente messo la parola “fine” alle avventure di Emily su grande schermo? Non so se Emily la stramba arriverà su grande schermo o se morirà nel freddo e nel buio del grande limbo Hollywoodiano, ma sarebbe bello vederla anche come semplice web-series animata, piuttosto che niente di fatto.

Sostieni


Siamo al lavoro per offrire a tutti un’informazione precisa e puntuale attraverso il nostro giornale Logos, da sempre gratuito. La gratuità del servizio è possibile grazie agli investitori pubblicitari che si affidano alla nostra testata. Se vuoi comunque lasciare un tuo prezioso contributo scrivi ad amministrazione [at] comunicarefuturo [dot] com
Grazie!

Invia nuovo commento