Milano / Malpensa
Di corsa per la ricerca
“Quando si parte per un’impresa del genere si ha sempre paura di non farcela, ma poi la paura genera coraggio e grazie al sostengo del mio team, della mia famiglia e del mio allenatore, ce l’ho fatta!”. È con queste parole piene di orgoglio che Ivana Di Martino ha concluso con pieno successo Run Everesting, la sua ultima sfida a sostengo di Fondazione Umberto Veronesi per la ricerca sui tumori femminili. Una nuova impresa che, ancora una volta, ha unito empowerment femminile, benessere e impegno sociale: una corsa in solitaria da Cortina al Lago di Cancano, sopra Bormio, che consiste nel percorrere un dislivello pari a 8.848 metri, cioè l’altezza del Monte Everest, in modalità non stop. La corsa inizialmente prevedeva l’arrivo allo Stelvio, ma una frana ha costretto Ivana a cambiare percorso. Un contrattempo che non ha fermato la 49enne milanese: “Appena sono partita e ho iniziato la prima salita si è scatenata dentro di me un’energia incredibile, ho dovuto affrontare uno sforzo diverso dal solito, più intenso, e l’altura, gli sbalzi di altitudine e le temperature sempre differenti tra giorno e notte non hanno aiutato. È stata davvero durissima” ha sottolineato ancora Ivana, runner instancabile e appassionata, mamma e insegnante, già nota per aver compiuto molte imprese straordinarie per cause benefiche. Dall’11 al 14 settembre è andato, quindi, in scena l’ultimo atto di un percorso straordinario, iniziato nel 2013 con la 21volte donna: 21 mezze maratone in 21 giorni in giro per l’Italia contro la violenza sulle donne. O la Running For Kids nel 2014, una maratona da Lampedusa passando per i centri d’accoglienza italiani per ricordare i diritti dei migranti minori. O ancora, la Rexist Run nel 2015, ben 700 km in 8 giorni per Dynamo Camp; e la Run4Kids, nel 2016, in cui Ivana ha percorso ben 900 km, da Milano a Bruxelles, per consegnare un messaggio alla Commissione Europea per Banco Alimentare. “Il Mortirolo? Pensavo peggio…”. Riesce anche a minimizzare e quasi a scherzare, Ivana, che ha dovuto affrontare anche il temibile Passo Sella: “Ho notato che il mio corpo richiedeva sempre più spesso pause e recuperi, ma sono riuscita a gestire la situazione. Né a fine corsa né il giorno successivo ho mai avuto male alle gambe, quindi è andata davvero benissimo!”. Un pensiero sempre per i meno fortunati, sia dopo che durante la corsa: “Questa impresa mi ha lasciato una consapevolezza incredibile della mia forza, ho visto paesaggi fiabeschi sia di giorno che di notte, ho vissuto emozioni uniche che non avevo mai vissuto nelle mie precedenti corse. È un’impresa legata al sociale e io tengo molto a questo aspetto e al sostegno che riuscirò a dare a Fondazione Veronesi tramite le donazioni che arriveranno su Retedeldono.it”. Run Everesting sostiene in particolare il progetto Pink is Good, che promuove la prevenzione e finanzia la ricerca scientifica d’eccellenza per la cura dei tumori femminili: l’obbiettivo è raccogliere fondi per finanziare un anno di lavoro di un ricercatore impegnato a cercare nuove cure contro i tumori femminili. E Ivana è stata la perfetta testimonial: una donna di oggi, dalle molte vite che ha trovato nella corsa non solo una passione, ma anche la possibilità di fare del bene e di superare le difficoltà della vita. Una storia incredibile, quella della runner di Monza, raccontata anche nel libro “Correre è la risposta”. A fianco di Fondazione Umberto Veronesi e di Ivana, per accompagnarla e sostenerla nella sua impresa, anche due importanti realtà: Citrus - L’Orto Italiano, azienda tutta al femminile e tutta italiana operante nel settore ortofrutticolo, nata per promuovere una cultura alimentare più attenta alla salute; e Lierac, celebre brand di prodotti dermocosmetici. Di seguito il link alla pagina di raccolta fondi su Rete del Dono: https://www.retedeldono.it/run-eversting-per-pink-is-good.
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