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'Urbano III, il papa cuggionese'

Un’occasione per conoscere la vita di papa Urbano III, al secolo Uberto Crivelli, nato a Cuggiono nel 1120 circa: questo è lo scopo della conferenza di sabato prossimo.
Cuggiono - Papa Urbano III in una storica raffigurazione

Un’occasione per conoscere la vita di papa Urbano III, al secolo Uberto Crivelli, nato a Cuggiono nel 1120 circa: questo è lo scopo della conferenza ‘Urbano III, il papa cuggionese’; l’incontro, organizzato dalle parrocchie cittadine, con la collaborazione del 'Museo Storico Civico' di Cuggiono, si svolgerà sabato 20 ottobre alle 21, presso ‘la scala di Giacobbe’ di piazza SS. Giacomo e Filippo a Castelletto di Cuggiono. Presentato da Alfredo Lucioni, docente all’Università Cattolica di Milano, il convegno intende esplorare anche il contesto in cui Uberto Crivello opera, come viene precisato, a seguito del titolo, nella locandina (‘La vita e il momento storico di papa Urbano: intrepido difensore della libertà della Chiesa’). Urbano III infatti inizia la sua vita ecclesiastica durante una delle fasi di più aspro scontro tra i due poteri universali nell’Europa dell’XII secolo: l’Impero e il Papato. Nella seconda metà del XII secolo, Federico Barbarossa aspirava a recuperare le prerogative dell’imperatore che erano andate perse durante il regno dei suoi predecessori. Sostenendo una sorta di continuità (forzata) tra impero romano, carolingio e infine degli Ottoni, il Barbarossa aspirava teoricamente al ‘governo del mondo’; concretamente intendeva essere la figura predominante nel quadro politico dell’epoca e tentava di ristabilire i suoi diritti. La Chiesa romana intanto era impegnata in una corposa azione di riforma interna, iniziata già verso la metà del XI secolo, che mirava a ‘slegare’ i suoi membri dall’’influenza ‘mondana’ delle altre istituzioni, in primo luogo da quella imperiale. Le rispettive posizioni erano perciò destinate a scontrarsi. Uberto Crivelli ha vissuto una parte di queste forti tensioni ma, nel momento in cui è salito al soglio pontificio (1185), tra i Comuni italiani, il Papato e l’Impero vigeva la pace. Una tregua precaria tuttavia, perché i contrasti sono continuati con i successivi rappresentanti dei due più importanti poteri medievali.

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