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L'esempio di Mariacristina Cella Mocellin

Attualità - Mariacristina Cella Mocellin

“Una donna normale, che faceva le cose sul serio e che ha messo Gesù e l'amore di Dio al centro della sua breve ma intensa vita”. Così la definisce suo marito Carlo, l'uomo che le è stato accanto anche se solo per pochi anni; l'uomo che ora non si stanca di testimoniare e raccontare l'esperienza di vita, di fede, di vocazione al matrimonio e alla famiglia di Mariacristina Cella Mocellin. Una donna moderna che può parlare nell'oggi alla nostra vita e può indicare una modalità per vivere la fede, la vocazione e la morte così come ha fatto, innanzitutto, con suo marito. Carlo Mocellin è intervenuto nella serata di sabato 30 gennaio all'oratorio di Casate durante l'incontro 'Mariacristina: una vita donata' organizzato dalle parrocchie dell'Unità Pastorale in occasione della Settimana dell'Educazione e della Festa della Famiglia. Una testimonianza resa possibile grazie all'interessamento di don Patrizio Garascia, originario di Casate e ora superiore dei padri Oblati di Rho. “Sono venuto a conoscenza della vicenda di Cristina tramite i giornali e spesso la citavo come esempio-ha raccontato don Patrizio-predicando gli esercizi spirituali ho conosciuto una suora che mi ha messo in contatto con Carlo Mocellin e da allora è cominciata una grande amicizia che mi ha permesso di leggere gli scritti di Mariacristina, approfondire la sua figura e seguire la sua causa di beatificazione”. Mariacristina è stata dichiarata dalla Chiesa 'Serva di Dio' e nel 2008 è stata aperta la causa diocesana di beatificazione dal vescovo di Padova, Antonio Mattiazzo.
Ma raccontiamo, tramite l'intervento del marito, chi era questa giovane donna.

Mariacristina Cella Mocellin è nata nel 1969 a Cinisello Balsamo; giovane impegnata in parrocchia come catechista e animatrice, ha sviluppato dentro di sé una grande fede in Gesù, tanto da scrivere a soli 16 anni “Signore, indicami la strada: non importa se mi vuoi mamma o suora, ciò che importa realmente è che faccia solo e sempre la Tua volontà. Fammi pure soffrire, perché è nella sofferenza che incontro Te, la salvezza”. Quando, studentessa del liceo linguistico, conosce Carlo, trova nel fidanzamento e poi nel matrimonio la via per arrivare a Gesù; “Subito mise in chiaro che nella nostra coppia dovevamo essere in tre, perché nel nostro amore ci doveva essere l'Amore vero, quello di Dio”-ricorda Carlo. Dopo avere superato la dura prova di un tumore all'inguine, si iscrive alla facoltà di lingue all'Università Cattolica di Milano e nel 1991 si sposa trasferendosi nel paese del marito a Carpanè, in provincia di Vicenza. Con grande gioia, nascono i primi due bambini, Francesco e Lucia; ma durante la terza gravida, il tumore torna. “Per far fronte alle paure di quel momento ci venne data una forza smisurata di volontà di averti. Mi opposi con tutte le mie forze al rinunciare a te”-scrive Mariacristina, che d'accordo con il marito rinuncia alle cure mediche che avrebbero messo a rischio la vita del piccolo. Dopo un intervento di asportazione del sarcoma all'inguine, nasce Riccardo; il male però raggiunge i polmoni. Mariacristina affronta le sofferenze con serenità e fiducia in Dio; dal letto d'ospedale scrive “Caro Riccardo, tu devi sapere che non sei qui per caso. Il Signore ha voluto che tu nascessi nonostante tutti i problemi che c'erano. [...]Tu sei prezioso e quando ti vedo così bello, vispo, simpatico...penso che non c'è sofferenza al mondo che non valga la pena per un figlio. [...]Non posso che ringraziare Dio perché ha voluto farci questo dono grande, che sono i nostri figli.” Il marito Carlo racconta di aver girato tanti santuari per chiedere la guarigione della moglie, non rendendosi conto di essere lui il vero 'malato' perché incapace di fidarsi di Dio. Il 22 ottobre del 1995 Mariacristina muore; è allora che Carlo ritrova quella fiducia, quella fede con la quale ha affrontato il dolore e ha cresciuto i suoi figli, ora adolescenti. “Mia moglie non c'è fisicamente ma il Signore mi ha fatto il dono di vivere con lei per l'eternità- spiega Carlo-anche i nostri figli vivono in pace perché sanno che oggi li guida e che un giorno la rincontreranno per sempre”. Mariacristina Cella Mocellin ha lasciato tanti scritti (diari, preghiere, biglietti) che ora sono stati raccolti in due libri; le persone che l'hanno conosciuta hanno fondato l'Associazione 'Amici di Cristina' che si occupa di sostenere la causa di beatificazione, le testimonianze e si impegna a raccogliere fondi per le famiglie e le mamme in difficoltà (maggiori informazioni sul sito www.amicidicristina.it).

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