Milano / Malpensa
Legnano pronta per il Palio
Camminare per le strade di Legnano, a maggio, il mese del grande evento, ha un sapore del tutto particolare. È come respirare la solennità delle tradizioni, assaporare il tempo, che si fa lento e separa una città dal suo simbolo: Il Palio. Ogni rione si adorna orgoglioso innalzando i drappi della contrada. Una città che si divide, per poi riunirsi in un’unica festa allo stadio “G.Mari”. Un po’ come nel 1176, data storica della battaglia contro le truppe di Federico Barbarossa, comandante delle legioni del Sacro Romano Impero Germanico, quando la Lega Lombarda si unì e vinse, garantendosi la propria libertà. La sconfitta inflitta a Federico I è di grande vanto per Legnano, che annualmente, appunto, la ricorda con una corsa a cavallo. Tra i cittadini non ve n’è uno, inoltre, che non ricordi con fierezza anche che Legnano sia l’unica città italiana ad essere nominata nell’Inno di Mameli. Ma quando si supera il presupposto storico, ecco che comincia la sfida a distanza. Nel buio della sera si possono udire i tamburi, che, in lontananza, accompagnano le voci e i cori di chi, chiuso nel maniero di contrada, cerca e chiama la fortuna attraverso cene propiziatorie, canti e balli. Un salto nel passato che si realizza quasi contemporaneamente in tutti i manieri della città. Notti insonni e giorni di duro lavoro accompagnano i contradaioli verso il Palio. La preparazione dei vestiti da sfilata è una delle attività che richiedono maggiore dedizione. Qualsiasi indumento che sfilerà domenica è il frutto di una ricerca ossessiva dei dettagli, al fine di riprodurre un abito quanto più possibile verosimile ai costumi medioevali dell’epoca. E poi i fantini e i cavalli, alla ricerca del feeling giusto, per una corsa che cambierà i rapporti tra contrade da qui all’anno successivo. La monta, a pelo, è una delle peculiarità di questa manifestazione, che rende tanto più difficile, quanto emozionante la gara. Gara che si snoderà attraverso due manche di qualificazione e una finale con i primi due qualificati di ogni manche. Il mossiere, Massimiliano Narduzzi, alla sua terza direzione consecutiva è pronto. A noi… non resta che aspettare e vedere quale foulard vestirà la statua di Alberto da Giussano.
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