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venerdì 27 settembre 2024 | ore 19:17

Il capitano che non c'è più...

Lacrime e dolore per l'improvvisa scomparsa di Davide Astori, capitano della Fiorentina. Un punto di riferimento per i compagni e per i colleghi. Un passato nel Cagliari.
Sport - Davide Astori in campo con la maglia della Fiorentina (Foto internet)

Il campo, i gol, le lotte per la salvezza o per conquistare un posto in coppa, una punizione, un rigore assegnato oppure contestato: tutto superfluo. Perché oggi è il momento solo e soltanto dei ricordi e del silenzio. Lo ha fatto il calcio, lo hanno fatto i tifosi e lo ha fatto anche chi il pallone non lo ha mai seguito e non lo segue. E’ così e basta quando se ne va per sempre un ragazzo con tanti sogni e progetti ancora da realizzare, con una carriera davanti ancora in gran parte da scrivere e con un futuro ancora tutto da vivere e costruire. Davide Astori aveva 31 anni e di professione faceva il calciatore. Un passato tra le fila del Ponte San Pietro, le giovanili del Milan e le parentesi al Pizzighettone ed alla Cremonese, prima, poi i trascorsi al Cagliari (dal 2008 al 2014), alla Roma e infine alla Fiorentina. Ma Davide era molto di più di un giocatore. Era un esempio, un punto di riferimento, il compagno capace di trasmetterti sicurezza sul terreno di gioco e fuori, quello che ti dava un consiglio, ti faceva un rimprovero se qualcosa non andava bene oppure ti trasmetteva la forza giusta per affrontare una partita e un allenamento. Non a caso, proprio a Firenze, grazie alle sue grandi qualità era lui ad indossare la fascia di capitano. Una guida, insomma, che indirizzava il gruppo con la calma, il carisma mai fuori dalle righe e soprattutto il sorriso sulle labbra. Dalla serie A fino alla maglia azzurra dell’Italia, ‘Asto’ (il soprannome con il quale Buffon, Barzagli e gli altri compagni di Nazionale lo chiamavano) si era conquistato ogni singola tassello con la determinazione, il lavoro, l’impegno e la perseveranza. Era il primo a presentarsi in ritiro. Era il primo a scendere in campo per la preparazione. Era il primo a non tirarsi mai indietro se c’era da lavorare sodo. Era il primo a lasciare la stanza degli alberghi dove la Fiorentina alloggiava prima delle gare fuori casa. Tranne la scorsa domenica, quando purtroppo Davide Astori da quella camera dell’hotel di Udine (dove i viola avrebbero dovuto giocare nel pomeriggio) non è mai più uscito.

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