Milano / Malpensa
Dilettanti... per 'vecchie glorie'
- 27/10/2017 - 09:58
- SportivaMente
Quanti ragazzi hanno indossato le scarpe chiodate, tirato calci ad un pallone prima all'oratorio e poi nella squadra del paese? Sono stati sempre tanti, ma se vai a vedere una partita nel tuo paese ti accorgerai che i giovani cresciuti nel vivaio, purtroppo, sono pochissimi. Hanno smesso? Hanno cambiato residenza? Sono passati al professionismo? No assolutamente, si sono solamente stancati e, allora, i dirigenti locali (o almeno la gran parte) dovrebbero fermarsi a pensare di come sia deleterio cercare giocatori 'esperti di categoria' per vincere il campionato a discapito dei giovani del paese. I 'nostri' ragazzi non pretendono la luna (magari qualche pizzata in compagnia), amano il proprio paese soprattutto sono da esempio per i bambini del settore giovanile. E dando loro la possibilità di giocare, ne gioverebbero di certo le società stesse, perché si riempirebbero gli spalti degli stadi o dei palazzetti. Invece no, in molti preferiscono andare 'a pescare' fuori dalle proprie mura 'domestiche' e il risultato è che in diverse realtà ecco che si vedono atleti anche di 45 anni che giocano ancora; beh... voglio dirla tutta, che tristezza! Non solo le società sportive, però, anche la Lega dilettanti dovrebbe intervenire con regole che favoriscano le realtà che tesserano atleti del proprio paese per giocare in Prima squadra, ma alla fine (purtroppo) pure nel calcio dilettantistico si pensa solo a vincere. Una domanda mi viene, quindi, spontanea: quanti calciatori dei nostri paesi hanno esordito in serie A negli ultimi venti anni? Bene andiamoci a vedere qualche partita del CSI negli oratori del territorio e noteremo certamente dei giovani veramente bravi, guarda caso ex giocatori stanchi e stufi del calcio dilettantistico locale.
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Ciao Egidio. Sono
Ciao Egidio.
Sono perfettamente d'accordo e testimone di questa situazione visto che ho un figlio 15enne che gioca a calcio, fortunatamente lui gioca nella squadra del suo paese. Io ho giocato a calcio e ricordo che il mio sogno era quello di arrivare a giocare nella squadra del mio paese (Mesero), purtroppo non ci sono riuscito, ma per una mia scelta di smettere prima. Secondo me la situazione attuale si è venuta a creare per una serie di motivi che sommati assieme hanno contribuito ad arrivare a questo punto, che poi si riflette anche nel grande calcio dove i talenti italiani sono ormai un ricordo. Io credo che una delle cause sono i soldi. Le società hanno dei costi che vengono coperti con le iscrizioni e per attirare iscritti cercano di fare squadre competitive prendendo bambini e ragazzini promettenti da fuori paese, se vinci ti fai un nome e attiri altri bambini, o meglio altri genitori.... sono d'accordo sul fatto che si gioca per vincere, ma allora perché non provare ad insegnare il gioco del calcio anziché cercare bambini più "svegli" da altri paesi? Forse perché servono allenatori appassionati di calcio che facciano questo per passione e per la gioia di vedere magari un bambino crescere calcisticamente fino alla prima squadra. Purtroppo di questi allenatori ne sono rimasti pochissimi, tanti pensano di essere il nuovo Mourinho e quindi se un bambino non è bravo di suo allora è più semplice metterlo da parte cercando uno migliore nei paesi vicini.... insegnargli cercando di migliorarlo è troppo difficile se uno allena per dimostrarsi un bravo allenatore a suon di vittorie. Infine ci sono, ahimè, i genitori che nel proprio figlio vedono il nuovo Messi, il nuovo Buffon, il nuovo CR7, ecc... allora lo sbattono a destra e a sinistra in cerca della società che riconosca il talento che purtroppo il figlio non ha. Insomma un mix di cose sbagliate che hanno portato alla situazione attuale, bisognerebbe tornare tutti coi piedi per terra, dai presidenti, agli allenatori, ai genitori.... per il bene dei ragazzi e del calcio, quello vero, quello che si gioca per passione. Sarà dura, ma con l'aiuto della lega dilettanti qualcosa si può provare a cambiare... ma anche lì servono dirigenti appassionati di calcio e non di soldi.
Ciao da Stefano.
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