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giovedì 26 dicembre 2024 | ore 14:10

Si parla di Dio con la 'Christian Reggae'

La storia del 44enne don Marco Balzan
Don Marco Balzan

Parlare di Dio con la 'Christian Reggae'? Oggi, si può, grazie a don Marco Balzan. Ma chi è don Marco? Ecco una sua intervista. Don Marco Balzan, 44 anni, polesano, prete della Diocesi di Adria-Rovigo da 19 anni, 8 dei quali vissuti da missionario “fidei donum" nel nord-est del Brasile. Da anni ti dedichi alla musica reggae. Dalla tua ricca esperienza e spiccata vena artistica musicale, con la Band Tribù di Yahweh, hai recentemente realizzato il CD 'RIVELAZIONE'. Come è nato questo nuovo lavoro
musicale sulla Bibbia? "Due anni fa mi è balenata questa idea: Perché non cantare il messaggio biblico in reggae?. Mi sembrava impossibile riuscirvi. Ho trovato molte
difficoltà e mi ci è voluto molto tempo per impostare questo nuovo lavoro. Nel 2005, tornato dal servizio missionario in Brasile, 'contaminato' dalla ricchissima espressione musicale di quel popolo, avevo composto 'la S. Messa in reggae', e vedevo che chi l’ascoltava rimaneva attratto dal ritmo e dal messaggio. Mi ero fatto molta esperienza grazie al successivo cd sperimentale 'il reggae della liberazione' dalle forti tematiche sociali e grazie all’amicizia che avevo stretto con musicisti straordinari in questo genere musicale. Sentivo di voler tornare a comunicare la mia esperienza di fede, ma al tempo stesso realizzare qualcosa di originale e significativo".
Ma chi fa reggae non è 'rasta'?
"Non tutti. Non possiamo legare uno stile musicale, come espressione artistica, ad una religione o filosofia spirituale, come quella del Rastafarismo. Vivere la Parola di Dio è liberante, bellissimo, ma è una grande sfida per tutti. Nel mondo rasta, reggae,- come anche tra noi cattolici - la Bibbia è a volte interpretata male o dimenticata. Pur ricco di valori, fede e speranze, in questo mondo che vibra in levare, si sentono
purtroppo anche messaggi xenofobi, distruttivi, violenti, apocalittici, deresponsabilizzanti, contro la Chiesa, che falsano il vero volto di Dio, incentivano all’uso di droghe, soprattutto la marijuana, e confondono molti giovani".
Per esempio?
"Per esempio cerco di far chiarezza sulla fede in Gesù di Nazaret trasmessaci
dalla Bibbia. Molti fratelli e amici cristiani “rasta”, dei quali rispetto profondamente la fede, credono che la fine del mondo sia già cominciata, vista la corruzione e i conflitti che si assistiano oggi, credono che Gesù sia già ritornato la seconda e definitiva vota nel principe etiope Ras Tafari, incoronato imperatore nel 1930 e che si auto proclamò Haile Selassie, Rei dei Re, Signore dei Signori, Leone conquistatore della tribù di Giuda, discendente diretto di Salomone. Certamente Selassie fu un politico straordinario, un sovrano illuminato, e possiamo considerarlo il
padre dell’Africa moderna contro il potere imperialista europeo. Nel cd canto, invece, il messaggio biblico che in Gesù di Nazaret trova la sua piena rivelazione, confermata dalle profezie, dai suoi miracoli, dalle sue parole, e dalla sua morte e risurrezione, fede trasmessaci dagli Apostoli e dai Padri e vissuta nella comunità dei credenti lungo la storia. Canto la fede nell’attesa della seconda e definitiva venuta di Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo, Figlio Unigenito del Padre, che verrà nella gloria alla fine dei
tempi. Canto l’impegno che ciascuno di noi deve assumersi nel continuare a costruire il Regno di Dio e la sua giustizia, Regno già presente tra noi, ma non ancora definitivamente compiuto, perché questo cielo e questa terra saranno i “nuovi cieli e la nuova terra”.
Cosa allora vuoi trasmettere con questo cd?
"Cerco di coinvolgere l’ascoltatore nel mistero più profondo della vita e della
storia: dall’origine al destino ultimo. Provo a trasmettergli quello che i figli del popolo di Dio, Israele, hanno vissuto nel loro lungo cammino di fede: schiavi, stranieri ed esuli in cerca di liberazione e felicità; fargli sentire quello che io ho trovato nel Vangelo: il senso della vita. Questo cd credo abbia una grande forza comunicativa: apre il cuore al Dio, Silenzio Infinito, fattosi Parola, alla bellezza del messaggio di Gesù di Nazaret, alla pienezza della vita e dell’amore. I testi e le melodie sono cariche di sentimenti e speranza, ti fanno sentire in contatto diretto con le Persone vive e autentiche della Trinità; ma soprattutto ti invitano all’amore del
prossimo e al dono di te stesso".
Musicalmente ci sono delle novità e delle partecipazioni molto interessanti.
"Penso proprio di sì. Strumenti acustici, voci liriche, ritornelli in latino, armonie in continua evoluzione, susseguirsi di risposte corali: ecco alcuni degli ingredienti originali. C’è poi la partecipazione straordinaria di prestigiosi musicisti polesani come Marco Schiavon all’oboe, Francesca Milan alla viola, Elda Pighin al flauto, la soprano Alice Chinaglia, le sorelle coriste Emanuela e Ilaria Carretta, il basso croato Vladimir Jurlin, e dei migliori strumentisti bahiani, come il bassista Luciano, il chittarrista Jaí, il batterista Rafael, il percussionista Elias e il saxofonista
Hildison, il trombettista Elder e Hidilson al trombone. Sono riconoscente al
grande lavoro artistico di Hílario, fonico e tastierista veramente eccezionale dello studio “Attitude” di Salvador, dove tra gennaio e febbraio 2008 ho passato molto tempo per la registrazione".
Insomma, per concludere, cosa vuoi dire?
"Grazie a Yah! Per avermi ispirato e guidato nel dare alla luce quello che per me è un miracolo, un capolavoro. Ringrazio tante persone e amici che mi hanno sostenuto e hanno lavorato con me a questo cd, in particolare tutti i musicisti della Tribù di Yahweh. Li vorrei ricordare: Matteo Balzan al basso, Angelo Malaspina alla batteria, Federico Antonioli alle chitarre, Michele Pavanello al piano, Germano Balzan alle tastiere, Elda Pighin al sax tenore e al flauto, Marino Tiberio e Ruggero de Piccoli alle trombe, e le
vocaliste: Miriam Baccaglini, Barbara Maniero, Ilaria ed Emanuela Carretta. Insieme stiamo portando avanti questo progetto musicale e sociale che ci permette di aiutare la scuola dell’infanzia 'Casa solidària' in un bairro povero di Vittoria da Conquista e alcuni studenti universitari del sertão".

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