Milano / Malpensa
Era parroco di Nosate l'ispiratore di Guareschi
- 30/10/2009 - 20:38
- Nosate
Molti ricorderanno le divertenti vicende della saga di don Camillo, scritta da Giovannino Guareschi a partire dal secondo dopoguerra. Quello che, invece, è meno noto è che la figura dell’eccentrico parroco è stata ispirata all’autore da don Giuseppe Saibene, sacerdote di Nosate dal 1938 al 1975: il prete, originario di un paese vicino a Como, conosceva personalmente Guareschi e gli fece visite in carcere quando fu arrestato per vilipendio al Capo dello Stato. Nato a Veniano, nel 1904, il sacerdote, dopo aver passato una parte della sua vita a Cassano Magnago, in veste di coadiutore nella Parrocchia di Santa Maria del Cerro, giunse nella piccola cittadina del nostro territorio, nell’ormai lontano 1938. Qui passò il resto della sua vita e, sempre a Nosate, morì il 25 settembre del 1975. I suoi ben quarant’anni di lavoro nella Parrocchia, i suoi metodi e i tantissimi episodi legati alla sua persona ed alla storia nosatese, rimangono, tutt’ora, nella memoria di tanti cittadini, adulti ed anziani, come un ricordo unico e indelebile che, in diverse occasioni, vengono riportati alla ‘luce’. Il sacerdote s’interessò, in particolare, alle questioni politiche del paese e fu uno strenuo oppositore dell’Amministrazione Comunale, che proveniva dalle fila del partito Socialcomunista. Sono, inoltre, note le sue velleità letterarie e artistiche, tanto che sono diversi gli scritti e le carte lasciate in eredità, dal ‘Liber Cronichon’, con le sue memorie, in cui non mancò di appuntare la vittoria dei ‘rossi’ nel 1951, a vignette satiriche pungenti che ben esprimono il clima politico del tempo, fino a studi più religiosamente impegnati, come quello a proposito della costruzione della Chiesa di San Guniforte, che farebbe datare la sua ‘nascita’, all’incirca, attorno al XVI secolo. Lo spirito ironico dei suoi scritti, la sua condotta, i suoi metodi ‘alternativi’ come sacerdote, fanno pensare davvero che il don Camillo dei libri e dei film sia proprio ispirato alla sua figura. Inoltre, la sua amicizia con Guareschi è storicamente documentata. Tuttavia, la questione è molto dibattuta: varie sono le pubblicazioni o i ricordi scritti in altri paesi del nord Italia che rivendicano la ‘paternità’ del sacerdote che, oggi, occupa un posto importante nella nostra storia.
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don Giuseppe Saibene/Guareschi
si dice anche che molte "battute" siano proprie di don Giuseppe;
ad esempio quella famosa in cui Gesù rimprovera don Camillo:
«don Camillo don Camillo, le mani son fatte per benedire»
e lui:
«ma i piedi no»
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