Milano / Malpensa
Pagaiando fino a Venezia
- 25/08/2013 - 15:55
- Storie
La disabilità che diventa forza per affrontare e vincere le varie sfide che la vita ti mette davanti. Possono essere queste della quotidianità oppure eventi particolari, non fa differenza, perché “Le barriere più grandi sono quelle imposte dalla nostra mente, basta avere la volontà di superarle”. Lo sa bene Pietro Scidurlo, costretto fin da piccolo su una sedia a rotelle, ma questo non gli ha di certo impedito di raggiungere traguardi importanti. Anzi, dopo avere percorso per ben due volte in un anno il cammino di Santiago in handbike, adesso il 34enne di Somma Lombardo (tra l’altro presidente dell’associazione “Free Wheels”) è atteso da una nuova e straordinaria esperienza. Dalla città della provincia di Varese fino a Venezia, in piazza San Marco, in canoa per quella che lui stesso definisce “una passeggiata”. E allora si va: la partenza è prevista per giovedì prossimo (29 agosto), 500 chilometri e minimo 10 giorni di navigazione – 6/7 ore di pagaiata alla volta, con lungo il percorso Vigevano e Taglio di Po e quelle tre dighe da valicare, di cui due automatizzate e l’ultima, invece, da superare scendendo dalla canoa (una difficoltà, quindi, in più) – poi ecco la meta. Con Pietro ci sarà anche l’amico Michael Bolognini, insegnante di giavellotto della Pro Patria Atletica e presidente di Geographical Research Association di Busto Arsizio, appena rientrato dopo tre mesi di missione in Congo, quindi Giampiero, skipper professionista che su un’altra imbarcazione li guiderà ed accompagnerà durante tutto il tragitto (e infine Bartolomeo, il papà del 34enne che li seguirà a bordo di una jeep con tutto il materiale e la attrezzature necessarie). “Non siamo professionisti – dice il giovane di Somma Lombardo – ma semplicemente persone con una grande forza di volontà che desiderano se non cambiare il mondo, cercare almeno di cambiare una parte di esso. Non voglio che si parli di impresa, bensì di un percorso nato per la volontà di mettersi alla prova per poterlo raccontare e trasmettere quanto fatto, così da essere da aiuto agli altri”. Ancora aggiunge: “Il mio scopo è la condivisione, non la performance. Fino a che le persone fanno qualcosa e non lo scrivono, poi chi si ritrova nella stessa situazione deve ricominciare da capo. Fare e raccontare è importante. Ce la si può fare, ci sono difficoltà, ma si possono sempre superare. Voglio ringraziare lo staff della “Sestese Canoa di Sesto Calende” che ci ha dato supporto”. “Un grande orgoglio ed un onore – conclude Michael Bolognini, l’amico che sarà sulla stessa canoa con Pietro – partecipare ed avere al mio fianco un compagno così”.
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