Milano / Malpensa
"Una festa gigantesca a San Siro"
- 19/06/2013 - 16:17
- Musica
Prima delle due date del tour allo stadio San Siro, per la prima volta nello stadio più importante d’Europa (grande ma intimo, gli ha rivelato Bono), Jovanotti, martedì 18 giugno, ospite alla ‘Gazzetta’, ha incontrato giornalisti e fans. L’incontro, dal titolo “Musica sport e…bicicletta”, inizia con il video in esclusiva di “Ti porto via con me”, e sulle ultime note ecco che entra l’atteso ospite, Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti. Fisico asciutto, un po’ di barba, tatuaggi colorati sulle braccia, e un sorriso stampato in faccia… mescolato alla gente, parrebbe un trentenne come tanti. E invece no, di anni ne ha 46, ma portati benissimo, una voce che ha fatto, e continua, ad emozionare milioni di persone ed energia da vendere. Dopo il saluto con il direttore della Gazzetta, Andrea Monti, Lorenzo si accomoda e si rivela con semplicità, raccontando un po’ di sé. E’ accompagnato dalla sua famiglia: in prima fila cantano e applaudono, come gli altri, la moglie Francesca e la figlia Teresa, alla quale il cantautore aveva dedicato la canzone ‘Per te’. Ammette, prima dei concerti, di sentirsi un po’ estraniato, “sono qui ma è come se non sono qui”, dice con un sorriso, per arrivare in prossimità del concerto con picchi di adrenalina che si sciolgono una volta sul palco. Rivela che il palco per il concerto di stasera, mercoledì 19 giugno, e domani, a Milano, sarà qualcosa di grandioso, una struttura imponente, montata in cinque giornate, per amplificare, in uno stadio così grande, la musica e le emozioni. L’intero tour negli stadi è una grande festa per i suoi primi 25 anni di carriera, così la scaletta ripercorre i successi e i momenti significativi della sua vita. Con la semplicità e l’umiltà che lo contraddistingue, dice che il suo obiettivo è arrivare al cuore della gente. Per questo sul palco dà tutto se stesso, cantando, ma anche ballando, correndo, saltando, dimenandosi, autentiche performance, per un rock’n’roll sgargiante. “Alla base c’è una forte motivazione, qualcosa di molto profondo che hai dentro, perché senti che stare sul palco è il tuo posto, e che va sempre rinnovata”. Le tre canzoni che metteresti sul podio? “Quelle dei momenti più importanti: A te, L’ombelico del mondo, Ragazzo fortunato. Mi piacciono le canzoni di successo perché entrano nel vissuto della gente…”. Le canzoni ‘storiche’, secondo lui, si possono riarrangiare, ma senza toccare la parte melodica, o si cambia la canzone stessa. Musica…e sport. Così lontani e così vicini, per i valori condivisi. Tifa per Valentino Rossi, a cui lo lega una profonda amicizia. Del calcio ammette di non essere un tifoso sfegatato come lo sono altri, ed indica i bambini di una squadra di calcio presenti, ma che le belle partite, i bei goal, se li gode e li guarda con piacere. Racconta anche un aneddoto simpatico, quando era piccolo, circa 6/7 anni e l’allenatore del Petriana, per cui giocava, non lo convocava mai per la partita della domenica. Quando il bambino ha chiesto il perché, l’allenatore, con semplicità, rispose: “Perché sei una pippa!”. “Sono un autentico disastro, scoordinato nei movimenti…”, confessa. Ma lo sport che lo appassiona davvero è il ciclismo, “così con la bicicletta devi solo pedalare”, e ride. In America la bicicletta è un oggetto di culto, ha un immaginario più dinamico, legato allo stile; la bicicletta viene ‘venduta’ in un modo diverso che da noi. “Mi piace uscire in bici”. Ed ecco una sorpresa, il ciclista professionista Daniele Bennati raggiunge Lorenzo e racconta la loro amicizia, nata per il veterinario in comune, e cementata grazie alla passione per la bicicletta e la musica, e la vicinanza geografica (Lorenzo di Cortona, Daniele di Castiglion Fiorentino). Bennati si è presentato a sorpresa nella sala della Gazzetta dello Sport, il più importante giornale sportivo italiano, lasciandolo di stucco. Egli segue infatti sempre i suoi concerti, quando gli impegni agonistici glielo permettono (si sta infatti preparando per il prossimo Tour de France). La bicicletta, in solitudine, una bellissima forma di meditazione, per Jovanotti è il modo per compensare l’altra parte, quella dei concerti, della moltitudine di gente davanti, proprio lì per te. “Mi mette in contatto profondo con me stesso. Mi piace girare il mondo in bicicletta…”. E ti dà un ritmo. Così, proprio in bicicletta, nascono alcune strofe della canzone “Il più grande spettacolo dopo il Big Bang”, segnate sul cellulare, tra una pedalata e l’altra. Terminato il tour, per la prima volta negli stadi, ben 13 date in 12 città, vuole concentrarsi per scrivere nuove canzoni. Ma ora pensa ai vicinissimi concerti di San Siro, uno stadio che ultimamente per il calcio fatica a riempirsi, mentre per lui è sold out. “Per caricarmi prima dei concerti faccio una specie di allenamento, ginnastica, per andare in temperatura, circa 40 minuti, e ascolto della musica, ma non la mia, quella la ascolto già dopo”. I suoi occhi ridono, pieni di entusiasmo. “Domani a San Siro sarà una festa gigantesca”.
Siamo al lavoro per offrire a tutti un’informazione precisa e puntuale attraverso il nostro giornale Logos, da sempre gratuito.
La gratuità del servizio è possibile grazie agli investitori pubblicitari che si affidano alla nostra testata.
Se vuoi comunque lasciare un tuo prezioso contributo scrivi ad amministrazione [at] comunicarefuturo [dot] com
Grazie!
Invia nuovo commento