Milano / Malpensa
Napoli e Juve solo X, sale il Milan
- 04/03/2013 - 10:07
- Fuori campo
Termina per 1 a 1 l’attesissima sfida tra NAPOLI e JUVENTUS. Primo tempo a tinte bianconere, con i tre di centrocampo che svolgono al meglio le due fasi, limitando gli inserimenti avversari e sganciandosi in avanti, dove, con rapidi tagli, danno appoggio alla manovra offensiva, distribuendo assist per le punte, con Vucinic e Giovinco pericolosi con veloci fraseggi e triangolazioni. La mole di gioco prodotta porta alla costruzione di diverse occasioni da rete, con Pirlo che, dopo pochi minuti, pennella dalla sinistra in mezzo dove Chiellini schiaccia in rete l’1 a 0, e successivamente, su preciso lancio lungo, è Vidal ad offrire un pallone d’oro per Vucinic, che a tu per tu con De Sanctis, sbaglia clamorosamente, aprendo troppo il compasso, con il pallone che termina a lato. Ma è proprio nel miglior momento della Juve che arriva il gol del Napoli, fino ad allora costantemente schiacciato nella sua metà campo, con Inler, che da fuori area, indovina il destro vincente dell’1 a 1. Nel secondo tempo cambia il volto del match, con i partenopei che fanno la partita, costringendo gli avversari ad abbassarsi, limitandone il possesso palla e cercando di colpire spesso di rimessa. E’ dai piedi di Hamsik, che da il cambio di passo sulla trequarti saltando l’uomo e andando spesso pericolosamente al tiro, che si accende il Napoli, con le continue sovrapposizioni degli esterni, che sfornano cross nel mezzo. Prezioso è il gran lavoro in copertura di Behrami, che conquista diversi palloni, permettendo ai suoi di orchestrare pericolose manovra offensive. È prima Hamsik ad impensierire Buffon con un bel sinistro, poi Maggio, con un buon tiro cross da destra, e ancora Hamsik a creare la più nitida palla gol, che respinta dal portiere avversario finisce sui piedi di Dzemaili, che sbaglia clamorosamente la rete del vantaggio. Inutili gli assalti finali del Napoli, con la Juve che fatica a coprire nella zona nevralgica del campo, creando solo alcune azioni di rimessa, con Vucinic che ha la migliore occasione ben respinta dall’attento De Sanctis. Un 3 a 0 secco, invece, nell'altro 'big match' di giornata, la sfida tra MILAN e LAZIO. Primo tempo inizialmente equilibrato, con il Milan, il cui possesso palla è ben gestito da Montolivo ed Ambrosini, abili a coprire e a ripartire. Cercano gli esterni bassi, da dove partono diversi cross interessanti, e quelli d’attacco, con El Shaarawy protagonista con una delle migliori occasioni dei primi minuti, trovando Marchetti pronto. La Lazio, dal canto suo - dopo aver rischiato su un’azione propiziata ancora dal faraone, che ha portato al tiro quasi a botta sicura Pazzini, fermato da un miracoloso intervento in scivolata di Biava - sviluppa il suo gioco soprattutto sulla corsia di destra, con Candreva tra i più propositivi, cercando il cross o la giocata personale, servendo Floccari, che conclude debolmente, e con un Hernanes ben marcato che cerca, tra le linee, di trovare la giocata per i compagni.
Il Milan vede però un El Shaarawy incontenibile sulla sinistra, ed è un’altra accelerata dell’italo-egiziano che cambia le sorti del match, con Candreva che lo stende e si becca il rosso. Il Milan, da quel momento, diventa assoluto padrone del match, con un veloce giro palla che libera spesso negli spazi gli esterni, da cui vengono i maggiori pericoli, con Abate che mette un bel pallone in mezzo e, dopo un tentativo di El Shaarawy, ben murato, finisce sui piedi di Pazzini, che insacca il più facile dei gol, per l’ 1 a 0; il raddoppio è questione di poco: su calcio d'angolo, sempre 'il pazzo' colpisce a botta sicura, Marchetti, però, è bravo a respingere, ma non può nulla sul tap - in di Boateng. 2 - 0 e si va tutti negli spogliatoi. I secondi 45 minuti ripartono così come era finito il primo tempo: sono sempre i rossoneri a fare la gara e grazie ancora una volta a Pazzini trovano anche la terza rete, con un bel tiro da fuori area che si insacca nell'angolino basso alla sinistra del portiere laziale. La Lazio non può più nulla, qualche cambio per Petkovic, ma il risultato non cambia. Domenica si comincia con TORINO e PALERMO: alla fine è 0 - 0 dopo un match che, a dire il vero, regala davvero pochissime emozioni. Parte meglio il Toro, con un rapido giro palla orchestrato da Gazzi e Brighi, che mettono in moto gli esterni d’attacco, con Cerci pericoloso con le sue accelerazioni, da un cui cross scaturisce la prima palla gol con Vives, impreciso col sinistro da buona posizione, e successivamente, con uno dei rari scambi tra Barreto e Bianchi, è proprio il capitano granata a centrare il palo. Il Palermo, dal canto suo, è ben messo in campo, molto accorto tatticamente, con un possesso palla però troppo sterile, con i rari pericoli che arrivano da alcuni buoni cross dal fondo dei terzini, a cercare Boselli, ben marcato, che trova la porta solo in un’occasione, e ai tentativi di Fabbrini sulla trequarti. Il secondo tempo è ancora più noioso del primo, con le due squadre che badano più a non subire gol che a cercarlo, amministrando il match con un lento giro palla, senza mai trovare le verticalizzazioni per le punte, con le occasioni scaturite da sole giocate personali, con un pallonetto alto di Miccoli per il Palermo, e una mancata opportunità sottoporta di D’ambrosio, a cui fa seguito un sinistro ravvicinato di Meggiorini, sventato da un bel riflesso di Sorrentino. Vince per 3 a 2 in trasferta l’INTER contro il CATANIA. Partita a due facce e ricca di colpi di scena, con il primo tempo dominato dal Catania, con il trio d’attacco che, ben orchestrato dal gran lavoro in regia di Lodi, mette in continua difficoltà la retroguardia nerazzurra. Numerose le occasioni per gli etnei, con Bergessio che, dopo pochi minuti, approfitta di un errore di Juan Jesus, infilando il pallone sul secondo palo per l’1 a 0; quindi, con Gomez che conclude debolmente da buona posizione, per poi raddoppiare con Marchese che, abbandonato sul secondo palo, converte di testa in rete il 2 a 0. Il secondo tempo, però, vede quell’Inter abulica e sottotono della prima frazione (che aveva creato solo un’occasione con un tiro da fuori di Kuzmanovic) trasformarsi nella sua bella copia. Azzeccatissimi sono i cambi, con Stankovic che da geometrie e copertura alla mediana, e Palacio che, con il suo grande movimento e la sua imprevedibilità, risulta decisivo. Ma è tutta la squadra a migliorare, con gli esterni che spingono moltissimo ed i trequartisti Alvarez e Guarin che salgono di giocate ed intensità. Il Catania, dal canto suo, dopo aver creato una buona occasione con Bergessio (sventata da Handanovic) inizia a diminuire di intensità e lucidità. E’ prima Guarin a liberarsi al tiro sulla trequarti, indirizzando di poco a lato, con Palacio che trova subito la giocata saltando Rolin e mettendo in mezzo dove Alvarez è pronto a colpire di testa accorciando, così, le distanze. Il Catania vede il solo Gomez tentare la conclusione, ma è sempre l’Inter a farsi pericolosa e riuscendo a trovare, prima il pari, con Palacio che, servito da Pereira, nuovamente di testa, non sbaglia, poi è sempre lo stesso argentino, quando siamo ormai nei minuti di recupero, a capitalizzare un bellissimo assist di Cambiasso. 3 - 2 è i nerazzurri rimangono agganciati al treno Champions League. Termina per 2 a 1 la sfida tra FIORENTINA e CHIEVO VERONA. Pronti via, ed è subito Pasqual a trovare l’1 a 0 con una magistrale punizione a giro che si infila sotto l’incrocio dei pali, con Valero che, poco dopo, ha una buona occasione con un destro ben parato da Puggioni. Il Chievo, nonostante il gol subito a freddo, non si disunisce ed anzi, sfruttando le proprie armi, pressa continuamente i portatori di palla viola, imbrigliando Pizarro. Sfrutta poi gli errori in disimpegno dei toscani e riparte con la rapidità degli esterni che cercano immediatamente le punte, con Frey che pennella un bel cross al volo e con Théréau che, lasciato in completa solitudine, angola clamorosamente fuori il suo colpo di testa. La Fiorentina riesce, però, a far valere il maggior tasso tecnico della mediana sugli avversari, con rapidi fraseggi, attivando il tridente, con gli inserimenti dei centrocampisti e con i tentativi di Ljajic, Valero, Jovetic e soprattutto Pasqual che di testa spreca una clamorosa occasione. Le numerose opportunità sprecate costano caro alla viola, con il Chievo che è abile a colpire su una rapida ripartenza, con Guana che dalla destra mette in mezzo dove l’accorrente Cofie insacca di piatto, indirizzando il pallone nell’angolino. Il secondo tempo vede gli scaligeri creare subito una grande occasione, con Paloschi che sfugge ai disattenti centrali toscani e si invola verso la porta, alzando però troppo il destro. Ma è solo una lampo isolato. Il Chievo, infatti, risente del gran pressing adottato nel primo tempo, con il match che si trasforma in un monologo viola, con attacchi continui e veementi e con numerosi cross dalla fasce per la testa di Toni e il neo entrato Larrondo ed i continui inserimenti delle mezz’ali, pericolose in più di una circostanza. Gli attacchi a tutto campo della Fiorentina producono numerose occasioni, con le più interessanti che portano la firma di Valero, con due belle conclusioni di poco fuori, fino al gol con Larrondo che sfrutta un colpo di testa - assist di Toni. 2 - 1, la Fiorentina ottiene un successo importantissimo per non perdere terreno dai primi posti in classifica. Un 3 - 0 secco tra BOLOGNA e CAGLIARI. E’ una partita con un solo protagonista quella del Dall’Ara: un Bologna sfavillante in entrambe le frazioni di gioco, con Diamanti che, sulla trequarti, fa il bello e il cattivo tempo, distribuendo splendidi assist per i compagni e tentando la conclusione personale, con i centrocampisti che si inseriscono alla perfezione, andando al tiro in diverse occasioni E trovando il terminale offensivo Gilardino, a fronte di un Cagliari inesistente, mai in partita, molle e senza verve, con le punte abuliche e mal servite, ed i restanti reparti che lasciano enormi spazi agli avversari. È’ subito Taider a trovare l’1 a 0 con un potente destro a seguito di un pregevole scambio con Gilardino, e successivamente è Diamanti a realizzare uno splendido gol, con un sinistro a giro da posizione defilata, mentre il 3 a 0, dopo essere sfiorato più volte da Taider, Gilardino, Diamanti e Gabbiadini, si concretizza con il neo entrato Pasquato, con uno splendido destro dalla distanza. Di contro, il Cagliari non riesce a reagire e termina la partita in dieci per l’espulsione di Pisano. Il match tra SIENA e ATALANTA si conclude per 2 a 0 a favore dei bergamaschi. Gli ospiti iniziano benissimo e vanno subito in vantaggio con un potente tiro da fuori di Bonaventura. I toscani cercano di reagire immediatamente con verticalizzazioni per sfruttare la rapidità di Emeghara e Rosina, oltre ai tentativi di cross degli esterni per le punte. L’Atalanta si fa pericolosa solo su calci piazzati, a fronte di un Siena più temibile con Emeghara che colpisce troppo debolmente. Il secondo tempo vede, invece, i bergamaschi salire di tono e, grazie alla pressione dei centrocampisti, stazionare nella metà campo senese con la buona intesa Livaja - Denis, che produce prima un tiro alto del primo, poi una traversa del secondo. Successivamente, la manovra si sviluppa anche lateralmente, con una buona occasione per la testa di Denis che conclude però alto, con la partita che si chiude con Bonaventura che replica realizzando il gol vincente sul secondo palo.
La sfida tra SAMPDORIA e PARMA vede nel primo tempo le due squadre fronteggiarsi a viso aperto, con alcuni buoni spunti dalle corsie laterali e lanci per gli attaccanti. Le occasioni più interessanti portano la firma di Eder per la Samp e di Biabiany per il Parma. Nessuna delle due squadre trova il bandolo della matassa, annullandosi spesso a vicenda, con il gol che arriva a favore dei padroni di casa con Icardi che svetta di testa da calcio piazzato sulla errata uscita di Mirante. Nonostante il forcing finale del gialloblu e i loro innumerevoli traversoni a cercare la fisicità di Amauri non trovano che un solo palo clamoroso e un buon intervento su Biabiany, così che il risultato non cambia. Si conclude 1 a 0 a favore dell’UDINESE la sfida contro il PESCARA. Sono gli abruzzesi che fanno la partita, impostando il gioco soprattutto sulla corsia di destra, con le continue accelerazioni di Balzano, che trova Abbruscato, impreciso però nella mira, per poi subire immediatamente la miglior arma dei friulani, ovvero la velocità di Muriel e di Di Natale, con una straordinaria azione personale del primo che, dopo aver driblato mezza difesa, mette in mezzo un pallone d’oro per il secondo che insacca in rete. Nonostante lo svantaggio, è sempre il Pescara ad essere più propositivo, sfondando sia centralmente, con i tentativi da fuori area di Cascione e Zauri, la cui mira è però imprecisa, a fronte degli avversari che si fanno ancora pericolosi in contropiede con Muriel che colpisce il palo. Inutile nella seconda frazione il maggior possesso palla del Pescara che crea azioni pericolose per lo più scaturite con tentativi da fuori area e conclusioni personali, con Caprari, Capuano e Abbruscato, e verticalizzazioni in profondità a sfruttare la velocità di Weiss, non riuscendo però a trovare il pareggio. Chiude la 27esima di campionato la sfida tra ROMA e GENOA che si conclude per 3 a 1 a favore dei padroni di casa. Inizio molto equilibrato, con nessuna delle due squadre che riesce a prendere il sopravvento, fino all’episodio di De Rossi che si avventura in dribling in area di rigore e viene fermato da un dubbio fallo di Bovo. Per l'arbitro di dubbi non ce ne sono: è rigore e Totti dal dischetto non sbaglia (il capitano raggiunge Nordhal al secondo posto della classifica marcatori di tutti i tempi con 225 reti). La rete cambia il match, ma non a favore della Roma. E’ anzi il Genoa a fare la partita, con le ottime incursioni centrali di Kucka e Vargas che ben accompagnano l’azione, andando anche al tiro, e il gran lavoro di Bertolacci e Borriello, ben serviti dai compagni con precise verticalizzazioni e cross dai terzini. Le migliori occasioni costruite portano la firma prima di Vargas, che tenta la conclusione con un bel sinistro deviato, poi di Borriello, che lanciato in profondità, controlla bene e di fisico va sul fondo, crossando in mezzo dove l’accorrente Bertolacci colpisce perfettamente di testa, con Stekelenburg che compie un vero e proprio miracolo deviando in angolo. La Roma non riesce ad uscire e non basta la buona regia di De Rossi, vista la poca vena di Lamela e Totti che faticano a sfornare giocate, con Osvaldo, servito raramente dai terzini, troppo bassi e spesso imprecisi nel cross. Dopo vari tentativi, il Genoa trova il gol del pari, ancora una volta su calcio di rigore, grazie a Borriello. Il secondo tempo inizia in maniera diversa: la Roma riprende in mano le redini del gioco, anche se il Genoa, comunque, continua a fare la sua partita. Dopo alcuni tentativi da ambo le parti sono, però, i giallorossi a trovare il vantaggio con il giovanissimo Romagnoli (che, ieri, sostituiva l'infortunato Marquinhos) che insacca di testa su un calcio d'angolo perfetto neanche a dirlo del capitano. Il Genoa cerca di reagire, Immobile e Jorquera vengono gettati nella mischia proprio per tentare il 'tutto per tutto'. La Roma capisce che deve gestire il 2 - 1 e allora Andreazzoli inserisce Perrotta, uno che l'esperienza per far girare la palla ce l'ha, ma è anche bravo nell'inserirsi negli spazi quando vengono costruiti. E proprio Perrotta, su un cross di Totti entra in area è insacca il 3 - 1 che condanna definitivamente il Genoa. Tirando le somme, occasione sprecata per il Napoli che non riesce a battere la Juve, rimanendo a meno sei. Vittoria invece per Inter, Milan e Roma così come per la Fiorentina. Esce sconfitta la Lazio, agganciata in classifica dall’Inter e adesso al quarto posto.
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