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Gio, 21/11/2024 - 16:50

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giovedì 21 novembre 2024 | ore 17:17

La Juve si ferma, solo pari Napoli

La 25esima giornata di A: la capolista Juventus sconfitta dalla Roma, non ne approfitta il Napoli. Male Inter e Lazio, Milan ora terzo in classifica. Sale anche la Fiorentina.
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L’anticipo del venerdì sera vede in scena la sfida tra MILAN e PARMA che si conclude per 2 a 1 a favore dei padroni di casa. Buon inizio per il Parma, compatto e propositivo, che sviluppa il gioco soprattutto sulla cerniera di destra con Rosi e Marchionni che, al pari di Biabiany, si propongono molto e, oltre a tentare conclusioni personali ed assist per i compagni, cercano rifornimenti per Amauri che riesce a girare verso la porta in alcune circostanze, seppur ben marcato da centrali avversari, a fronte di un Milan inizialmente sottotono che fatica a contenere e a costruire azioni interessanti. Nonostante i gialloblu dimostrino maggior aggressività, creando un’ottima occasione con Paletta, che angola troppo il tiro da ottima posizione, vengono puniti da un beffardo autogol proprio del difensore argentino che porta in vantaggio i padroni di casa. Il secondo tempo, vede invece il Milan crescere di intensità, con Montolivo che sale di giri, prendendo le chiavi del centrocampo, servendo sui movimenti i compagni, con il gran lavoro degli esterni, che aumentano l’intensità delle proprie sortite offensive. Il Parma fatica a contenere il possesso palla dei rossoneri, che vanno prima vicini al gol con Boateng che, ben servito in area da Constant, angola fuori di sinistro per pochi centimetri, continuando successivamente a soffrire il possesso palla del Milan, che non permette agli emiliani di ripartire. Ma è ancora Balotelli protagonista, con una bella punizione, che sorprende il non irreprensibile Pavarini, a pochi minuti dal termine, per il 2 a 0, con i padroni di casa che rischiano anche di dilagare, con Montolivo che impegna il portiere avversario, con un bel destro da fuori area. Il Parma ha comunque la forza di tentare di segnare almeno un gol, con Biabiany che trova lo spunto vincente, con l’assist per Sansone che sottoporta realizza l’inutile 2 a 1 finale. Termina per 1 a 1 la sfida tra CHIEVO VERONA e PALERMO. La gara si sblocca nei primissimi minuti quando un lancio lungo viene mal controllato dalla difesa del Chievo e Formica è abilissimo ad incrociare con il sinistro l’1 a 0. L’errore della retroguardia non cambia, però, la gara, impostata sin da subito dalle due squadre sui binari del tatticismo, con le mediane corte, a protezione della difesa, con i padroni di casa che, visto lo svantaggio, tentano una reazione, alzando leggermente il baricentro, senza mai scoprirsi, con le buone spinte dei terzini. Jokic è propositivo sulla sinistra, Théréau ci prova con due tentativi su punizione e Cofie con un destro ben sventato da Sorrentino, a fronte di un Palermo, che è molto attento e concede pochissimo agli avversari. Nei primi minuti del secondo tempo, il Chievo si vede concedere un rigore, freddamente trasformato da Théréau, portando così i suoi sul pareggio. Da questo momento, il match vive solo di alcune sporadiche fiammate per gli etnei, con Fabbrini che svaria su tutta la trequarti, cercando invano l’imbucata per i compagni e la giocata vincente, e Nelson che tenta la conclusione, mentre per gli scaligeri è il francese Théréau che ha delle discrete occasioni in contropiede, ma è tutto qui e la paura di perdere l’incontro è più forte del tentativo di vincerlo. La gara tra ROMA e JUVENTUS si conclude per 1 a 0 a favore dei padroni di casa. Il primo tempo è molto equilibrato, con le due squadre che si fronteggiano in mezzo al campo, lasciando poco spazio agli avversari, con le poche occasioni che arrivano con rare verticalizzazioni e conclusioni personali, una per parte, con Pirlo, sulla cui punizione è bravo Stekelenburg, e Osvaldo, che lanciato in profondità, scavalca Buffon, ma si allarga troppo, riuscendo solo a mettere in mezzo il pallone, con la difesa avversaria che controlla. Nella ripresa, invece, la Juve appare poco brillante, soprattutto negli uomini chiave del centrocampo, che faticano a chiudere e ad impostare (il guerriero Vidal su tutti) e comincia a lasciare campo alle iniziative degli avversari, creando solo sporadiche azioni personali, con Vucinic che colpisce con un bel destro che termina a lato. La Roma, invece, spinge notevolmente, grazie alla qualità dei propri centrocampisti (Pjanic su tutti, che copre e ricama la manovra alla perfezione, liberandosi anche al tiro), approfitta degli spazi lasciati dai bianconeri sulle fasce laterali, con le pericolose incursioni di Lamela e le sovrapposizioni degli esterni, che creano superiorità numerica in diverse situazioni. E’ prima Osvaldo, liberato da una bella verticalizzazione, ad angolare troppo il tiro, poi Pjanic a chiamare Buffon alla grande respinta, poi ancora Osvaldo, che liberato da un bel traversone ancora del bosniaco, colpisce violentemente di testa, con il portiere ancora bravo a respingere. Il gol è però nell’aria e si materializza con Totti, che esplode un potente destro, che non da scampo a Buffon, per una Juve, che nonostante rivoluzioni l’attacco con gli ingressi di Giovinco e Anelka, non ha nei suoi uomini chiave né la forza né la lucidità di creare seri pericoli alla porta giallorosa, con gli esterni spenti ed avulsi, che non portano quasi mai riferimenti alle punte, per la meritata vittoria giallorosa. La sfida tra NAPOLI e SAMPDORIA termina sulla 0 a 0. Partita molto equilibrata tra le due squadre, con un ottimo lavoro di entrambe le linee mediane. È Insigne per i partenopei a tentare di accendere la scintilla (visto l’opaco Hamsik) servendo assist per i compagni con alcune buoni sovrapposizioni e cross da sinistra di Armero che tenta anche la conclusione personale con un bel destro ben respinto da Romero, a fronte di un Cavani mal servito e poco pericoloso. La Samp, invece, beneficia positivamente dell’ottima azione della linea mediana, con in primo piano gli ottimi Obiang e Poli, che eseguono alla perfezione i propri compiti, fungendo da diga per la difesa, ma allo stesso tempo servendo i compagni ed inserendosi in zona pericolosa. Le azioni migliori della Samp portano la firma di De Silvestri, in una delle rare ripartenze, in cui la difesa del Napoli si fa trovare un po’ scoperta, con l’esterno, che ben servito da Poli conclude, però, troppo debolmente sul primo palo, e con Icardi e Sansone, che con la loro vivacità cercano di pungere, con il secondo che ha un paio di occasioni, ben sventate da De Sanctis. Il secondo tempo, dopo i primi minuti di equilibrio, diventa ben presto un monologo partenopeo. I padroni di casa alzano il baricentro e cominciano ad attaccare a testa bassa, con la grande spinta degli esterni, soprattutto a sinistra con Armero prima, e con il neo entrato Zuniga poi, mentre Insigne e Pandev inventano giocate per i compagni sulla trequarti. È prima Armero, con un grande spunto sulla fascia, a saltare l’uomo e a concludere di poco fuori con un bel sinistro, poi Insigne, che impegna Romero con un potente destro, e successivamente, su splendido assist di Pandev, è Hamsik ad avere la migliore occasione dei suoi, con una palla d’oro dentro l’area, che calcia con potenza e precisione, ma è strepitoso nel riflesso Romero, che respinge sul palo. Inutili nel finale gli ulteriori assalti del Napoli, che avanza a pieno organico, con anche i difensori che partecipano alla manovra offensiva, per merito di un’ottima Sampdoria, che difende con i denti il pareggio finale (creando anche alcune rare occasioni in contropiede). Finisce per 2 a 1 la sfida tra TORINO e ATALANTA. E’ un gran Toro quello che si presenta al cospetto del proprio pubblico, disputando sin dai primi minuti una buona gara, con un centrocampo corto ed aggressivo, con il gran lavoro di Gazzi e Vives, che garantiscono una buona copertura alla difesa, sicura e quasi impeccabile, con il rientro di Ogbonna, oltre ad un rapido ribaltamento dell’azione sulle fasce, con le punte che si muovono molto, dialogando splendidamente ed andando al tiro in diverse occasioni. E’ prima Bianchi, che scambia alla perfezione con Barreto, servendolo con un assist perfetto, con l’ex udinese che spara clamorosamente alto a pochi passi da Consigli, e poi Cerci, incontenibile, partendo da destra e accentrandosi, a concludere con un bel sinistro, ben respinto dal portiere avversario. E’ ancora Bianchi a concludere con un tiro potente, parato da Consigli, e di nuovo Cerci, che lanciato sulla destra, si invola verso la porta, scavalcando l’incolpevole portiere avversario con un pregevole interno sinistro che si insacca sul secondo palo, a fronte di una Atalanta molle e sovrastata dagli avversari. Il secondo tempo vede ancora il Toro protagonista, con Bianchi, che liberato sulla trequarti, conclude con un potente destro che esce di poco a lato. E’ poi Barreto, da azione di calcio d’angolo a centrare la traversa, al cospetto di un’Atalanta che sistema l’aspetto tattico, schierando un centrocampo più corto e compatto, tentando di offendere maggiormente, trovando una delle sua rarissime occasioni in ripartenza, con Denis, che serve in profondità Livaja, che viene steso ingenuamente da Gillet, con l’attaccante argentino che, con un po’ di fortuna, realizza il rigore. Il Toro, però, ha più fame e non ha nessuna intenzione di veder vanificare una partita dominata: attacca con intensità, trova gli sbocchi vincenti ancora sugli esterni, con Birsa che raccoglie un traversone dalla destra ed insacca sottoporta. E’ poi ancora Cerci a concludere con un gran sinistro, con Consigli costretto a fare gli straordinari, evitando una passivo più pesante, per la meritatissima vittoria finale. Coglie un’importante vittoria il CAGLIARI, che si impone a PESCARA per 2 a 0. Inizio gara molto equilibrato, con gli abruzzesi che si schierano con la linea difensiva molto bassa, supportata dal lavoro di contenimento della mediana, cercando così di annullare i veloci attaccanti avversari, provando a ripartire soprattutto con la velocità di Weiss. I sardi, dal canto loro, con le prime due bocche da fuoco ben marcate, sono spesso costretti a tentare di colpire sui calci piazzati o sugli inserimenti dei centrocampisti, con Ibarbo, che nel primo tempo, si costruisce una sola occasione, con un tiro debole da centro area, a fronte di una pericolosa conclusione del Pescara ad opera di Weiss che centra il palo, con un bel destro da fuori area. Il secondo tempo vede gli abruzzesi continuare a contenere gli avversari, ma grazie all’aumento di intensità dei centrocampisti ospiti, faticano a servire gli attaccanti e a ripartire in velocità, restando spesso schiacciati nella propria metà campo. I sardi, invece, aumentano la propria pressione, alzando notevolmente il baricentro, con la differenza che viene fatta dai propri uomini di qualità, con Cossu (abile ad inventare e a servire i compagni) che sfrutta una delle rare disattenzioni della difesa ospite e pennella per la testa di Sau, abilissimo nell’incornata dell’1 a 0. Dopo il vantaggio, il Cagliari continua a controllare il match, con l’ottimo lavoro dei mediani che non lasciano mai la difesa sguarnita, oltre a servire gli uomini sugli esterni, da dove scaturiscono i maggiori pericoli, con Pisano che crossa dalla destra, trovando ancora Sau, che controlla bene a centro area e insacca il 2 a 0 di sinistro, chiudendo così la partita.
Coglie un’importantissima vittoria in chiave salvezza il GENOA, che regola a domicilio l’UDINESE per 1 a 0. Ottimo primo tempo per i rossoblu: prima occasione per Kucka, che di testa, colpisce di poco fuori. Sfiora poi la rete con un gran destro da fuori, e successivamente riesce a realizzarla, sfruttando l’errore in uscita di Padelli, che consente al centrocampista di insaccare di testa per l’1 a 0, a fronte di un’Udinese, che prova a colpire con sporadiche azioni, con Pasquale, che tira di sinistro al volo di poco fuori, e Maicosuel, che cerca la porta con un bel destro a giro, che termina di poco a lato. Il secondo tempo vede ancora una partenza sprint dei rossoblu, con Borriello che sfonda sulla sinistra e mette in mezzo una palla d’oro, che non trova nessun compagno per la deviazione vincente, per poi lasciare spazio ai friulani, che si riversano in massa in attacco, cercando sbocchi nel gioco sia sugli esterni che centralmente, con i centrocampisti che abbandonano compiti difensivi e si inseriscono con continuità seguendo le azioni offensive. E’ prima Badu, che conclude di poco fuori, dopo un pregevole scambio con Muriel, e successivamente, con i cross dalle fasce laterali che vengono continuamente effettuati da ambo i lati con Basta e Pasquale, è Benatia ad avere una grande occasione, angolando troppo il suo colpo di testa. Negli istanti finali l’ex Merkel sbaglia clamorosamente la deviazione sottoporta, su cross di Di Natale, per la vittoria finale genoana. Termina per 1 a 0 al sfida tra CATANIA e BOLOGNA. Ottima prova dei padroni di casa, la cui manovra è ben orchestrata dal piede sopraffino di Lodi, che mette in moto gli esterni d’attacco, con i centrocampisti che danno il loro appoggio, sia in fase di copertura, che nel seguire l’azione, supportando gli attaccanti, a cui non mancano rifornimenti grazie alle puntuali sovrapposizioni dei terzini. Le occasioni vedono protagonista prima Gomez, che alza troppo con il destro da buona posizione, poi Marchese, che è abile a farsi trovare sul secondo palo da un bel cross di Gomez e a colpire di sinistro (anche se la mira è imprecisa). Poi è Bergessio a colpire un clamoroso palo di testa su un altro bel cross di Gomez dalla sinistra, con il gol che arriva meritatamente, da corner, con Almiron, che colpisce bene indirizzando la palla nel sette per l’1 a 0. La seconda frazione di gioco vede i rossoblu alzare il baricentro e trovare, soprattutto nella trequarti campo, lo spazio e la classe di Diamanti che cerca Gilardino, che conclude però debolmente, e Gabbiadini, che tenta di sinistro da fuori area con Andujar attento. Aumentano poi la spinta anche dalle corsie laterali, per sfruttare la fisicità del neo entrato Moscardelli, che ha una buona occasione, non riuscendo però ad evitare la sconfitta, con un Catania attento a contenere gli ospiti nel loro momento migliore ed abile a ripartire con velocità negli spazi, sfiorando il secondo gol con Izco. Si conclude per 4 a 1 a favore della FIORENTINA la sfida contro l’INTER. Partono subito bene i viola, con il trio di centrocampo Aquilani, Pizarro e Valero che orchestrano il pallone a meraviglia, alternando precise giocate per imbucare le punte e dando grande ampiezza alla manovra, servendo gli esterni bassi di difesa che si sovrappongono alla perfezione. Il preciso smistamento del pallone porta gli esterni ad effettuare diversi cross interessanti e su uno di questi, realizzato da Pasqual, arriva la zuccata di Ljajic, che ben appostato sul secondo palo, insacca l’ 1 a 0, a fronte di un’Inter inesistente, passiva, con un centrocampo molle, che non aggredisce mai gli avversari, e con le punte che non ricevono neppure un pallone giocabile. Continua così la supremazia viola, con Jovetic, che da falso centravanti, è abile a trovare spazio e a liberarsi al tiro, con Handanovic che respinge, ma nulla può sul gran destro del montenegrino, che lasciato libero di calciare, indirizza il pallone sotto l’incrocio dei pali, siglando il 2 a 0. I nerazzurri costruiscono una sola occasione estemporanea con un tiro da fuori di Kuzmanovic, per poi rischiare ancora su Aquilani e Valero, che trovano lo spazio per la conclusione, con il portiere interista ancora attento nella respinta. Nei primi minuti del secondo tempo gli ospiti cercano di compattarsi, con un centrocampo più corto e quadrato, a protezione della difesa, ma è solo un’illusione. La Viola continua a creare occasioni: è Cuadrado ad accentrarsi e a concludere, impegnando ancora una volta Handanovic, che è costretto a capitolare di nuovo su Jovetic che, liberato splendidamente da Aquilani, insacca il 3 a 0. Neppure il terzo gol provoca una reazione ai nerazzurri, che continuano a subire, incassando la quarta rete con Ljajic, con un bel destro a giro, vedendo nel solo Cassano qualche giocata, con alcuni lanci sulle ali ed un bella conclusione da fuori area, che bacia la parte interna del palo e finisce in rete, per l’inutile 4 a 1 finale. Chiude la 25esima di campionato la sfida tra SIENA e LAZIO, che vede i toscani imporsi per 3 a 0. E’ un grande Siena quello che si presenta al cospetto del proprio pubblico, mostrando grinta e agonismo da vendere. Il gran lavoro dei trequartisti toscani costringe i centrali avversari ad uscire in marcatura, lasciando così spazio sugli esterni, dove i terzini (soprattutto Rubin) sono abili sia a sfornare precisi e tagliati cross sia a difendere coprendo tutta la fascia, con due precisi cross di Rubin che portano prima al vantaggio dopo soli pochi minuti, con una gran zuccata di Emeghara e successivamente Rosina, che segue splendidamente l’azione e colpisce al volo di piatto sinistro per il 2 a 0. Di contro, la Lazio è disattenta e molle, soprattutto in fase difensiva e di impostazione, con gli esterni bassi che non spingono e gli attaccanti che faticano a ricevere palloni invitanti, visto lo spento Hernanes, che schierato in posizione arretrata, fatica a sfruttare al meglio le proprie caratteristiche di dribbling e di tiro dalla distanza con il solo Candreva che tenta la giocate personale, liberandosi bene al tiro in due azioni. Il secondo tempo vede la Lazio tentare una reazione, cercando di allargare maggiormente il gioco sugli esterni e di sfondare centralmente, scontrandosi però, con un Siena impeccabile, che continua sulla falsa riga del primo tempo, aggredendo asfissiantemente gli avversari, con Emeghara, che dopo pochi minuti, chiude il match, con un poderoso scatto, con cui brucia Biava e Marchetti, e deposita in rete. Da quel momento, il Siena controlla tranquillamente la gara, fino al termine, con una Lazio dimessa, che crea solo estemporanee occasioni, con una punizione di uno spento Hernanes, ben sventata da Pegolo, ed una traversa del neoentrato Ederson, per la meritata vittoria senese. In conclusione, sconfitta la Juventus, ora a +4 dal Napoli, che non va oltre al pari, sprecando una grande occasione, rosicchiando un solo punto alla capolista. Male anche Inter e Lazio, sconfitte dalle toscane Fiorentina e Siena. Vittorie importanti per Roma, Fiorentina e Milan.

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