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Sab, 21/12/2024 - 18:20

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sabato 21 dicembre 2024 | ore 18:57

Solo pari Juve, la Lazio più vicina

I bianconeri fermati sull'1-1 dal Parma, biancocelesti, adesso, a meno 3 dai campioni d'Italia. Il Napoli sale sempre più. Male Roma e Fiorentina. Tre punti per l'Inter.
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Apre la ventesima giornata di serie A e prima del girone di ritorno, la sfida tra BOLOGNA e CHIEVO VERONA che si conclude con un sonoro 4 a 0 a favore dei rossoblu. La gara vede un Bologna corto, concentrato e cinico, che, grazie alla qualità di Kone, Diamanti e Gabbiadini sulla trequarti campo crea diverse palle gol con Gilardino , splendido finalizzatore, che mette in continua apprensione la difesa del Chievo. Due i gol nel primo tempo, che chiudono già virtualmente la partita: il primo di testa con Kone, che svetta liberamente a centro area e il secondo con Gilardino, che lanciato tra gli statici difensori veronesi, scavalca con un bel tocco Sorrentino. L’inizio del secondo tempo vede ancora il Gila in rete, che è più lesto di tutti ad insaccare su azione da calcio d’angolo, a fronte di un Chievo che produce sì una reazione di orgoglio, ma a partita ormai chiusa, con una bella punizione di Luciano (fuori di pochi centimetri) e con un palo di Paloschi. Ecco dunque che il Bologna riesce a compiere il poker, con Gabbiadini che corona una splendida prestazione, realizzando con un bel tocco di punta il gol finale del 4 a 0. Il secondo anticipo vede la vittoria dell’INTER per 2 a 0 sul PESCARA. E’ una bella Inter quella che si presenta al cospetto del suo pubblico. Nonostante l’assenza dell’intera difesa titolare, si mostra ben protetta dai mediani Zanetti e Benassi (autore di una buona prova), rischiando poco e producendo molto. Sugli scudi Cassano e soprattutto Guarin, che inventano sin da subito per un Palacio in forma super, mentre gli esterni, nonostante alcune imprecisioni, spingono con continuità per tutto il match. E’ prima Guarin a trovare Palacio, che dribla Perin senza però trovare lo specchio della porta, e successivamente, su bell’assist di Cassano, sempre lo stesso attaccante argentino si gira splendidamente, eludendo la marcatura degli avversari, scaricando in rete un potente destro per l’1 a 0, che sarebbe stato più rotondo se a fine primo tempo Jonathas, ben servito sull’esterno da Cassano, non avesse sbagliato il cross per la testa di Palacio, solo e ben appostato in area. Il Pescara, seppur ben organizzato in fase difensiva, non riesce a reggere la forza fisica e la velocità degli offensivi interisti, cercando solo di ripartire di rimessa, con i soli Weiss e Celik, tra i pochi in grado di saltare l’uomo e creare presupposti di pericolosità. Nel secondo tempo il copione non cambia. L’Inter sfonda ripetutamente sia centralmente che sugli esterni, con Jonathas, che da buona posizione, conclude con un bel diagonale che esce di poco, e successivamente, ancora sull’out di destra, arriva il gol di Guarin, grazie allo splendido assist del compagno che gli serve una palla d’oro dopo aver dribblato il diretto avversario, permettendogli di segnare agevolmente il 2 a 0. I nerazzurri sfiorano la terza rete con un bel tiro di Pereira, che viene ben sventato da Perin, a fronte di un Pescara che crea alcuni deboli tiri con Weiss e Celik, tentando anche alcune giocate personali, e con Handanovic che non rischia mai seriamente di capitolare per il meritato 2 a 0 finale. Il lunch match vede di scena il TORINO che vince 3 a 2 contro il SIENA. Sono di fronte due squadre affamate di punti salvezza che mettono in campo un atteggiamento tutt’altro che rinunciatario, con il Toro che parte meglio, sfruttando soprattutto le buone sovrapposizioni degli esterni (in particolare quelle di Cerci, molto ispirato) e gli inserimenti dei centrocampisti in zona gol. E’ proprio su un’azione sviluppatasi sull’out di destra che Brighi trova l’1 a 0 con un perfetto inserimento, a cui il Siena risponde con Reginaldo su calcio d’angolo, portandosi così sul pareggio. I padroni di casa allargano il gioco sulle ali e creano ancora pericolosità, in questo caso con Birsa, che trova la testa di Bianchi per il 2 a 1. E’ da questo episodio che il Siena si sveglia: alza il baricentro ed attacca in massa alla ricerca del pareggio, soprattutto con gli esterni, autori di diversi cross dal fondo che deviati producono calci d’angolo da cui scaturiscono pericolose occasioni, tra le quali due temibili colpi di testa di Paci. Ecco però che nel miglior momento del Siena arriva clamorosamente il gol di Cerci, che brucia l’intera difesa senese ed insacca dopo aver scartato il portiere Pegolo. Nel secondo tempo il Torino fatica a difendersi per mantenere il vantaggio, concedendo spazi al Siena che crea pericolose occasioni negli ultimi minuti, con un tiro al volo di Rosina, parato da Gillet e con il gol di Paolucci su assist di Reginaldo che riapre la partita. I toscani, rinvigoriti dalla rete, continuano ad attaccare molto bene sull’out di destra con il neo entrato Sestu che, oltre a dare buona spinta, impegna anche Gillet. Di contro, il Toro è mal disposto in difesa, tanto da rischiare un clamoroso aggancio per un rigore ingenuamente concesso, con Rosina, che di fronte alla curva maratona dei suoi ex tifosi si lascia emozionare e colpisce fuori, lasciando così invariato il risultato finale. L’UDINESE sconfigge la FIORENTINA per 3 a 1. Sono però i viola a partire meglio, grazie alla pressione esercitata dal centrocampo che limita notevolmente i mediani friulani, dispensando allo stesso tempo interessanti palloni, pur con l’assenza di Pizarro, attivando Pasqual e Cuadrado. E’ prima Jovetic, su assistenza di Valero, ad andare vicino alla rete, segue Aquilani che su cross di Cuadrado si vede ribattere il tiro a distanza ravvicinata, finché arriva il meritato gol grazie a Rodriguez che da calcio di punizione colpisce di testa, con Brkic che devia sfortunatamente in rete dopo che la palla ha colpito la traversa. L’Udinese, dal canto suo, esce fuori alla distanza (grazie alla qualità di Lazzari che riesce ad eludere le strette marcature dei viola), allarga meglio il gioco sugli esterni Pasquale e Basta dai quali arrivano i maggiori pericoli, oltre a lanciare in profondità Di Natale. Il pareggio si sviluppa dopo una bella azione corale sulla destra, con Domizzi che viene atterrato in area e Di Natale che trasforma il rigore.
Nel secondo tempo è ancora la Fiorentina a partire meglio, grazie alla qualità di Valero, tra i più ispirati dei suoi che, dopo un bel triangolo con Jovetic, si vede ribattere il tiro su conclusione quasi a botta sicura. I friulani, però, non stanno a guardare e tentano di ripartire con le accelerazioni di Muriel ed i buoni inserimenti in zona gol di Lazzari che, di testa, va vicino alla segnatura. Sul fronte viola, è ancora Valero, ben lanciato in profondità, a sfiorare la rete e successivamente Ljajic in ben due occasioni nella stessa azione. Gli avversari, seppur abbiano prodotto meno, sono cinici e in due minuti chiudono virtualmente la partita prima con Di Natale lanciato dall’ottimo Lazzari che realizza il 2 a 1 in dubbia posizione di fuorigioco e pochi istanti dopo è Muriel che, dopo una bella azione personale, sfrutta una clamorosa indecisione del portiere segnando la terza rete. La Fiorentina, che rischia di subire il quarto gol, tenta una reazione con Aquilani e Jovetic (salito di giri durante il secondo tempo) che però non riescono ad inquadrare la porta, non evitando la sconfitta finale. La partita tra CAGLIARI e GENOA si conclude per 2 a 1 a favore dei padroni di casa. Nel primo tempo, complice anche il campo pesante a causa della pioggia battente e del vento, le due squadre faticano molto a giocare palla a terra; conseguentemente, ne viene fuori una prima frazione di gioco povera di azioni, con l’unico acuto degno di nota di Borriello, che impensierisce il portiere Avramov con una punizione mancina. Il secondo tempo, visto il miglioramento delle condizioni atmosferiche, consente alle due squadre di esprimersi al meglio. E’ il Genoa a passare per primo in vantaggio, sfruttando la grande fisicità dei suoi difensori, con Pisano che svetta di testa l’1 a 0. Trovato il gol, però, i rossoblu cominciano a scollarsi, faticano a difendere e concedono molti spazi. Viene così fuori il Cagliari, con il centrocampo che esce alla distanza e, prima Sau, poi Conti confenzionano la vittoria. Finisce per 1 a 1 la sfida tra PARMA e JUVENTUS. E’una discreta Juve quella che si presenta al Tardini, anche se il cinismo e la concentrazione non sembrano essere quelli di sempre. I bianconeri, infatti, allargano bene il gioco sulle ali, ma queste ultime non garantiscono la solita spinta (pesa l’assenza di Asamoah) con le trame di gioco che si svilupperanno spesso nelle zone centrali del campo. Bene Quagliarella che cerca di impensierire il portiere con un bel destro, che termina però a lato, e poi Pogba e Padoin che tentano la conclusione dalla distanza, con Mirante attento a respingere. Il Parma, dal canto suo, serve bei palloni in avanti per le punte. È Belfodil il più pericoloso degli emiliani nel primo tempo, grazie al suo strapotere fisico: prima salta Caceres, concludendo di poco a lato, successivamente conclude con un bel diagonale respinto da Buffon, a fronte dell’occasione di Quagliarella, imbucato centralmente e fermato a tu per tu da Mirante, grazie ad una tempestiva uscita di quest’ultimo. Nel secondo tempo, è Pirlo, che nel primo aveva chiamato alla grande risposta il portiere avversario su una splendida punizione indirizzata sotto l’incrocio dei pali, a trovare la rete, sempre su punizione, ma è decisiva la deviazione di Biabiany, che mette fuori causa l’incolpevole Mirante. Il gol da morale alla Juve, che con i suoi attaccanti ha diverse occasioni per chiudere la partita (la più spettacolare e pericolosa con un tiro da distanza siderale di Quagliarella che termina appena sopra la traversa) ma l’imprecisione dei bianconeri, unita alla bravura del portiere emiliano, danno ancora speranza al Parma che è abilissimo a sfruttare una rapida ripartenza, con Paletta, ottimo, prima a fermare gli attaccanti juventini e poi a servire in profondità Sansone, pronto a infilare Buffon, con la veemente reazione finale juventina che non porta al gol vittoria, solo sfiorato dal neo entrato Vucinic, che ha la migliore occasione per i suoi. Termina per 1 a 0 a favore del CATANIA la sfida contro la ROMA. Il primo tempo è di esclusiva marca romanista, con splendide azioni e triangoli, tra esterni e centrocampisti, che portano gli stessi a concludere pericolosamente verso la porta, oltre ad ottime imbucate centrali per Destro che, insieme a Bradley, ha le occasioni più clamorose, sprecate per gravi errori di mira, con il Catania, che subendo il possesso palla romanista, vede il solo Gomez rendersi pericoloso in due occasioni di contropiede. Nel secondo tempo i giallorossi vengono puniti per gli errori del primo, con il Catania, che con una bella verticalizzazione di Bergessio per Gomez, trova l’1 a 0 con uno splendido tocco sotto di sinistro. La Roma, colpita, tenta la reazione con azioni personali, sporadiche ed imprecise, con il solo Dodò, uno dei cambi di Zeman, che da un’impronta sul match. Al San Paolo vince per 3 a 0 il NAPOLI sul PALERMO. La partita inizia a sorpresa con i rosanero a mille: aggrediscono i partenopei senza lasciarli ragionare e creano interessanti giocate sugli esterni, che seguono alla perfezione l’azione e si inseriscono puntualmente, ben serviti dai compagni, sfiorando il gol, prima con l'ex Dossena e poi con Morganella. L’ottimo inizio del Palermo dura però poco. Viene, infatti, fuori la grande qualità e forza fisica del Napoli, con le sue stelle che iniziano ad accendersi, prima sull’esterno, con Hamsik che pesca in area Maggio, che di testa colpisce l’1 a 0. Il gioco si sviluppa anche nella zona nevralgica del campo e grazie alle buone spaziature e al dinamismo di Behrami nel recuperare palloni, vengono spesso liberati al tiro i cecchini partenopei, con Inler che con un terrificante sinistro segna il 2 a 0, che praticamente chiude il match. Il gol annichilisce il Palermo che sparisce dal campo, con il solo Miccoli che tenta di concludere verso la porta, mentre il Napoli continua a giocare con qualità e corti fraseggi in ogni zona del campo, trovando il 3 a 0 con un bel destro del neo entrato Insigne. Finisce per 2 a 0 la sfida tra LAZIO ed ATALANTA. Dopo un buon ingresso degli ospiti, che con la propria mediana bloccano gli uomini di qualità laziali, oltre ad allargare bene il gioco soprattutto lateralmente grazie alle sovrapposizioni degli esterni, viene fuori la Lazio e da questo momento non si ferma più. Salgono in cattedra Mauri ed Hernanes, che smistano palloni precisi a centrocampo, trovando spesso le punte e mettendo in movimento i terzini, che possono così mostrare le proprie doti balistiche sfoderando precisi cross per i compagni. Il pareggio, preservato per i primi quarantacinque minuti, è però destinato a venir meno nel secondo tempo. E’ infatti Floccari (con un tocco viziato da un controllo col braccio) a sbloccare il risultato: dopo essere stato fermato due volte da Consigli, realizza il primo gol e trova anche un bell’assist per Konko, il cui buon tiro al volo viene ben respinto da Consigli. Il portiere bergamasco, però, nulla può sulla sfortunata autorete di Brivio. Ultimo match della 20esima giornata: non vanno oltre lo 0 a 0 SAMPDORIA e MILAN. La partita vede inizialmente una Samp aggressiva, che pressa a tutto campo gli avversari, non facendo ragionare il Milan, che subisce la qualità di Poli e Obiang (e ci deve pensare uno strepitoso Abbiate a tenere in salvo il risultato). Dopo i primi minuti, i rossoneri escono lentamente alla distanza, riuscendo ad eludere il pressing dei blucerchiati, con Montolivo, che oltre a costruire gioco per i compagni, è il più pericoloso in zona gol, con i suoi tempestivi inserimenti, che lo portano a concludere diverse volte verso la porta, a fronte del giovane terzetto Bojan, Niang, El Sharaawy, che fa poco movimento, non tagliando mai verso la porta e non cercando l’uno contro uno. La seconda frazione di gioco è ancor meno entusiasmante della prima, con le due squadre molto ordinate in campo, che si rendono pericolose solo raramente, per errati disimpegni avversari o azioni personali. E’ Boateng il più pericoloso dei suoi, girando verso la porta un tiro cross di Bojan che costringe al miracolo Romero, mentre è ancora Icardi, lanciato verso la porta da un grave errore di Mexes, a sprecare tirando fuori a pochi metri da Abbiati la più clamorosa delle occasioni per i suoi. Per il resto, a parte l’ennesima buona prova di De Sciglio, che garantisce qualità, corsa ed interessanti traversoni per tutto il corso del match, e qualche sporadica giocata di talento di Niang, le due squadre sembrano più badare a non farsi male che a colpire veramente. Tirando le somme, perde ancora punti la Juventus, con la Lazio che è ora a soli tre punti, tengono il Napoli, mentre l'Inter torna, finalmente, alla vittoria. Giù la Roma, troppo discontinua e la Fiorentina, per lei seconda sconfitta in due gare.

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