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mercoledì 25 dicembre 2024 | ore 02:50

Una sala operatoria all'avanguardia

Per le attività della Neurochirugia. Presentate all'Ospedale di Legnano le tecnologie che aiutano i chirurghi nei casi più difficili. I risultati sono arrivati subito.
Legnano - presentazione sala neurochirurgia.jpg

Una sala operatoria all’avanguardia per le attività della Neurochirurgia che si è dimostrata utilissima nel trattamento di particolari patologie: un’eccellenza che Carla Dotti, direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Legnano, e Gian Piero Tonnarelli, primario di Neurochirurgia, hanno mostrato, con orgoglio alla stampa. L’attrezzatura tecnologica della sala è stata acquistata con i contributi economici di Regione Lombardia e di un generoso benefattore (che ha chiesto di rimanere anonimo), ma anche grazie all’impegno dell’Azienda Ospedaliera: “Abbiamo preferito lasciare a rustico l’auditorium (posto all’interno dell’ospedale di Legnano) – ha spiegato Carla Dotti - e destinare le risorse economiche preventivate per completarlo alla sala operatoria di Neurochirugia. Volevamo privilegiare il bisogno di salute del malato e così abbiamo fatto. Mettendogli a disposizione una sala operatoria di ultima generazione”. La sala operatoria di Neurochirurgia, dal maggio 2011 ad oggi, ha, dunque, visto realizzare complessivamente circa 1300 interventi neurochirurgici, che ricoprono tutta la patologia cranica e vertebrale, di varia complessità. Il dottor Tonnarelli ha illustrato l’utilizzo delle tecnologie a disposizione dei chirurghi: “La sala, unica per le sue caratteristiche in Italia, è dotata di una risonanza magnetica intraoperatoria, che rende possibile effettuare esami in tempo reale e nei diversi momenti della chirurgia e trova uso nei tumori cerebrali, in particolare nelle forme più maligne. Abbiamo già operato 50 pazienti con tale metodica, ottenendo risultati più che incoraggianti”. Anche per la chirurgia della colonna vertebrale, utilizzata in caso di fratture, tumori, malattie degenerative e infettive, è assai utile la presenza di un macchinario diagnostico che aiuti il medico nell’inserimento di rinforzi della colonna come viti e barre: l’ospedale è, quindi, dotato di un'apparecchiatura denominata O-ARM che, con una tecnologia simile a quella della TAC, permette di ottenere immagini intraoperatorie della colonna e di trasferirle ad un computer. “Questo strumento – spiega Tonnarelli - guida il neurochirurgo, così come il navigatore satellitare guida l’automobilista, nel posizionare i mezzi di sintesi con estrema precisione, sfruttando il perfetto accoppiamento tra immagini virtuali che appaiono su uno schermo e reale situazione anatomica del paziente. Utilizzando una strumentazione dedicata, il neurochirurgo può controllare in ogni istante l’avanzamento della vite all’interno della vertebra che sta operando, avendo la certezza di non apportare danni alle strutture nervose. Tale tecnologia, disponibile presso l'unità operativa di Neurochirurgia dal maggio 2011, è stata applicata in 112 pazienti”.

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