Milano / Malpensa
Giuseppe, vive grazie a un cuore artificiale
- 26/04/2012 - 16:07
- Legnano
Sembrava destinato a non poter più vivere al di fuori delle corsie di un ospedale, invece i medici dell’equipe cardio-chirurgica dell’ospedale di Legnano gli hanno restituito una vita autonoma. Giuseppe De Censo, classe 1941 di Brugherio, è stato ricoverato due mesi in Utic (Unità di terapia intensiva coronarica) con uno scompenso cardiaco cronico (aveva già subito in precedenza un intervento alla valvola mitrale, un bypass e l’impianto di un pace paker). La sua condizione pareva non lasciare spazio a miglioramenti, finché l’equipe guidata da Germano Di Credico e Stefano De Servi non ha proposto una via d’uscita: l’impianto di un cuore artificiale. Nonostante la mortalità peri - operatoria di una tale operazione fosse pari al 40%, Giuseppe non si è fatto scoraggiare e ha affrontato il lungo intervento (circa 12 ore) che lo ha portato ad avere una pompa artificiale (Jarvik 200 flow maker) impiantata nel ventricolo sinistro. A quasi due mesi dall’operazione, alla presenza dei vertici ospedalieri, tra cui Carla Dotti, direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera, è lui stesso a parlare: “Prima non potevo fare due passi senza avere il fiatone, ora posso ringraziare i miei due angeli custodi che mi hanno salvato: i dottori Di Credico e De Servi”. Come regolare la macchina cardiaca, alimentata da batterie esterne, è stato insegnato direttamente al paziente e alla sua famiglia durante un apposito percorso riabilitativo a Veruno, come spiegato dalla figlia: “Siamo un po’ tutti vigili ed è tutto sempre sotto controllo. Lui ha imparato da subito a cambiare la batteria e a gestire l’apparecchio”. È la seconda volta che tale intervento viene effettuato a Legnano e in Italia ci sono stati solo 60 casi in cui l‘impianto è stato utilizzato come trattamento definitivo, indicato per pazienti refrattari alle normali terapie e per limitare l’invasività della procedura chirurgica (l’impianto viene fatto tramite toracotomia laterale sinistra in assenza di circolazione extracorporea).
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