Milano / Malpensa
Una pagina di storia dell'atletica
- 23/05/2009 - 11:41
- Lonate
Era il lontano 1970 quando un giovanissimo tigrotto della Pro Patria et Libertate di Busto Arsizio, di nome Emanuele Ricci, prendeva parte alla Firenze - Faenza di chilometri 100. Quanti anni sono passati, ma come è ancora vivo, nella memoria del nostro campione e di tutti coloro che hanno avuto il piacere di conoscerlo e che oggi allena, il ricordo di quella bellissima esperienza. “Ho ancora negli occhi il momento della partenza - spiega Ricci - Si dovevavano percorrere 100 chilometri, attraversando l’Appennino Tosco Emiliano. Ricordo ancora il momento in cui io ed un gruppo di altri sei atleti (Silvano Beltrami, Paolo Casulo, Giambattista Bassi, Donato D’Agostino e Evaristo Masciarelli) abbiamo iniziato a fare l’andatura, staccandoci dal resto dei partecipanti (in totale 65 provenienti da tutta l’Europa). Quante emozioni. Noi correvamo ed intorno solo il vuoto, la natura e lo scrosciare dell’acqua dalle cascate. Con il passare dei minuti vedevamo le prime luci del giorno”. Ormai Faenza era sempre più vicina e tutti, in città, aspettavano con grande trepidazione l’arrivo dei nostri straordinari atleti. “C’erano persone ovunque - continua - tutte per noi, per darci coraggio e sostenerci. Eccoci a Faenza, sono le 6.40, finalmente alla meta, dopo essere partiti alla mezzanotte del giorno precedente. Stanchi, sì, ma con il cuore colmo di gioia. Sono arrivato settimo, una soddisfazione immensa”. Questa una delle tante esperienze di Ricci, campione con la ‘C’ maiuscola (record personale, però, è di 10 ore e 35 minuti durante il giro del Garda).
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